Fabrizio Ceccardi e gli orizzonti, un grande della fotografia in mostra a Milano.
La RBcontemporary espone nei suoi spazi di Foro Buonaparte 46 a Milano, con il titolo “Oltre”, la prima personale milanese del fotografo emiliano FABRIZIO CECCARDI. La mostra è la sintesi di due importanti capitoli della ricerca di Fabrizio Ceccardi: Out of Eden e Ordinary Chaos. Una ricerca rivolta all’interazione tra uomo e natura, alla necessità di ritrovare l’armonia originaria morale ed estetica. Nel primo capitolo, “Out of Eden”, Fabrizio Ceccardi è andato fino alla fine del mondo – la Terra del fuoco – per cercare un nuovo inizio. “L’idea della fine mi ha sempre affascinato, andare alla fine per trovare un inizio”. Ricominciare da questo luogo remoto dove la natura è ancora primordiale e incontaminata, “una natura che rende fragile il reale”. L’uomo è assente, ma se ne immagina la presenza in un rapporto sospeso con la natura. È possibile sperimentare l’idea di un futuro imprevedibile. Questi orizzonti disarmanti fanno sì che i paesaggi vengano interiorizzati con un approccio che ci riporta a certa pittura romantica, in particolare quella del tedesco Caspar David Friedrich. L’idea poetica e filosofica del sublime si manifestano attraverso la trasformazione del sentimento dell’assoluto. Le fotografie di Ceccardi non sono semplici paesaggi sono, piuttosto, visioni della natura in cui si coglie una tensione all’infinito. “E’ come se il tempo si fermasse, si è di fronte all’infinito e si cerca una finitezza. Un’idea di soggettività del luogo che diventa anche paesaggio”.
Questa dialettica degli opposti tra uomo e natura è la stessa che si ritrova nel secondo capitolo della ricerca del fotografo, “Ordinary Chaos”. Luoghi remoti dal forte potere evocativo. Quello che le fotografie di Fabrizio Ceccardi affermano è un ritratto del reale: non è così importante collocare geograficamente i luoghi.Ordinary Chaos è un paradosso, un contrasto. Anche qui paesaggi e strade che suggeriscono una possibile presenza umana. Strade dalle infinite possibilità, che, tuttavia, trasmettono immobilità. Nella convinzione che il caos sia un ordine da decifrare, la ricerca di Ceccardi si muove da un caos “ordinato” a uno “ordinario” interrogando direttamente la realtà. Le due serie si fondono in atmosfere sospese, colori polverosi, toni antichi. Un ritratto delle forze primordiali che pongono l’uomo di fronte al suo innato desiderio di infinito.
Fabrizio Ceccardi vive e lavora tra Reggio Emilia e Roma. I suoi lavori sono stati esposti in numerose mostre personali e collettive a Parigi, Basilea, Strasburgo, Tolosa, Biarritz, Roma, Ferrara, Mantova, Bologna, Modena. Vanta, inoltre, numerose collaborazioni editoriali con scrittori e artisti in Italia e all’estero.
Carlo Franza