Da Boldini a Segantini. Miracolo a Milano. Capolavori, eccellenze e riflessi dell’Impressionismo in Italia.
Fino al 28 giugno 2015, GAM Manzoni. Centro Studi per l’Arte Moderna e Contemporanea di Milano (via Manzoni 45) ospita la mostra “Da Boldini a Segantini. Riflessi dell’impressionismo in Italia”; sono presenti 35 opere, alcune mai esposte a Milano, di alcuni tra gli indiscussi protagonisti dell’arte italiana dell’Ottocento, provenienti da prestigiose collezioni private europee. La rassegna, curata da Enzo Savoia e da Francesco Luigi Maspes, permette di ammirare alcuni dei lavori più celebri dei maestri che hanno segnato l’arte italiana dell’800, quali Giovanni Segantini, Giovanni Fattori, Angelo Morbelli, Gerolamo e Domenico Induno, Mosé Bianchi, Giacomo Favretto, Guglielmo Ciardi, Giovanni Boldini, Giuseppe De Nittis, Telemaco Signorini, Federico Zandomeneghi, Antonio Fontanesi, Antonio Mancini. In occasione di EXPO 2015, GAM Manzoni propugna un evento dedicato alle eccellenze della pittura italiana del XIX secolo, attraverso quegli esponenti che hanno partecipato, con le loro creazioni, alle più importanti Esposizioni Universali a cavallo dei due secoli, come Vienna 1873, Philadelphia 1876, Parigi 1878 e 1900, Anversa 1885, St. Louis 1904 e Milano 1906. Il percorso espositivo presenta capolavori come “La lettera” di Federico Zandomeneghi, appartenuta alla celebre raccolta di Giacomo Jucker e “Dall’alto” di Filippo Carcano, non più esposto in Italia da circa un secolo e di proprietà di un’importante raccolta statunitense. Tra i macchiaioli spiccano “Via di Ravenna” di Telemaco Signorini, anch’esso mai visto a Milano, proveniente da una nobile famiglia fiorentina, pendant dell’altrettanto celebre dipinto di analogo soggetto custodito alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma ed “Esercizi di cavalleria” di Giovanni Fattori che, dopo diversi decenni esce dalla collezione che lo ospita. Tra le varie opere, si segnalano, inoltre, “Scavi di Pompei” di Filippo Palizzi, dalla Quadreria Edison di Milano, “L’uscita dal Duomo” di Mosé Bianchi, rimasta in Francia per quasi un secolo e riportata in patria da Enrico Piceni che ne curò l’acquisto da parte di uno dei più celebri collezionisti del dopoguerra e la seconda versione del “Ritratto dell’attrice Emma Ivon” di Tranquillo Cremona del Museo Malinverni. Chiude idealmente la mostra, la straordinaria “Alpe di maggio” di Giovanni Segantini.
Carlo Franza