Il labirinto di Franco Maria Ricci. A Parma un giardino monumentale, una meraviglia del mondo.
Di certo si tratta di una “collezione molto particolare” quella dell’editore Franco Maria Ricci, che ha appena inaugurato il suo labirinto a Fontanellato, in provincia di Parma, già sede di un castello sul quale le leggende si sprecano. Tremila visitatori in tre giorni, accorsi per percorrere chilometri di una struttura dove si intrecciano dodici specie diverse di bamboo, racchiuse in una tenuta dalla forma di stella (ma non pentacolare). Il dedalo del percorso si snoda in per tre chilometri realizzati coltivando circa 200mila piante di bambù di varie specie, che oggi costituiscono la piantagione più vasta d’Europa. Per finanziare tutto ciò, Ricci nel 2004 ha venduto la casa editrice da lui fondata nel 1965, con cui ha pubblicato, tra le altre, collane curate da Jorge Luis Borges, Art FMR, l’enciclopedia dell’arte di Franco Maria Ricci, e la ristampa dell’Encyclopédie di Diderot e d’Alembert. Ma nel complesso della Masone anche la storica attività tornerà a vivere insieme ai “tesori” del suo artifex. All’interno del parco infatti, oltre al labirinto, vi saranno spazi culturali per più di 5mila metri quadrati che ospiteranno la collezione d’arte del designer ed editore parmigiano, con circa 500 opere tra pitture e sculture dal Cinquecento al Novecento, e una biblioteca dedicata a tipografia e grafica, con volumi di Giambattista Bodoni, poi l’intera produzione di Alberto Tallone e quella di Ricci. E ancora , un archivio per rendere fruibile il lavoro della casa editrice nei suoi cinquant’anni di storia. Al centro del dedalo, una piazza da duemila metri quadrati, sale da concerto e da cerimonia, e una cappella a forma di piramide per la celebrazione di matrimoni. Nelle sale espositive è visibile la mostra temporanea “Arte e Follia” curata da Vittorio Sgarbi, dedicata ai pittori padani Antonio Ligabue e Pietro Ghizzardi, a cui nel tempo si aggiungeranno altri itinerari culturali e progetti espositivi.
Così Franco Maria Ricci: “Il Labirinto, si sa, era da sempre uno dei suoi temi preferiti; e le traiettorie che i suoi passi esitanti di cieco disegnavano intorno a me mi facevano pensare alle incertezze di chi si muove fra biforcazioni ed enigmi. Credo che guardandolo, e parlando con lui degli strani percorsi degli uomini, si sia formato il primo embrione di questo mio progetto”. Ma tema preferito di chi? Niente meno che di Jorge Louis Borges, che instillò nell’editore, almeno vent’anni fa, l’idea di costruire una sorta di “prigione” epica, ma conclude Ricci “io immaginai un equivalente addolcito, che fosse anche un Giardino, dove la gente potesse passeggiare, smarrendosi di tanto in tanto, ma senza pericolo”.
Per i più temerari, se così possiamo definirli, vi sarà anche la possibilità di pernottare nelle due lussuosissime suite prenotabili dal prossimo autunno, all’interno della corte centrale che non solo ha una piramide-mausoleo, ma anche una chiesta nascosta. E una collezione che raccoglie Bernini, Canova, Hayez, Carracci, Parmigianino, la raccolta di Bodoni e una biblioteca con pezzi rarissimi. Un percorso a ostacoli che, alla fine, vi rivelerà la passione di una vita. Nèmesi della stessa esistenza.
Carlo Franza