Morandi e la poesia degli oggetti. Nel cinquantenario della morte di Giorgio Morandi una mostra evento all’Istituto Centrale per la Grafica a Roma campiona “Morandi in calcografia”.
Nel cinquantenario della morte di Giorgio Morandi, l’Istituto centrale per la grafica ha non solo editato un volume dal titolo “Morandi in Calcografia” che riproduce attentamente la singolare vicenda storico-critica legata alla presenza, nell’Istituto centrale per la grafica, del nucleo di matrici autografe di Giorgio Morandi (il volume comprende anche il catalogo completo delle matrici dell’artista), ma per la stessa occasione l’Istituto dedica alla produzione incisoria del Maestro un’esposizione dal titolo “Morandi in Calcografia”, aperta al pubblico fino al 31 luglio 2015. La novità della mostra, curata da Fabio Fiorani e Ginevra Mariani, risiede nella scelta di esporre prevalentemente le matrici incise dall’autore, conservate nella Calcoteca dell’Istituto, sulle quali è stato svolto un attento lavoro di restauro e revisione catalografica. Morandi in Calcografia ripercorre le tappe del rapporto tra l’artista e l’istituzione collezionistica della grafica – sottolinea la direttrice dell’Istituto centrale per la grafica, Maria Antonella Fusco – un percorso che si svolge in parallelo alla mostra Morandi 1890-1964, a cura di Maria Cristina Bandera, attualmente in corso al Vittoriano.
Il corpus delle matrici del Maestro conservato in Istituto ammonta a 101 matrici, tra rami e zinchi e poiché Giorgio Morandi in alcuni casi incideva le matrici su entrambi i lati, le superfici incise sono in totale 108; a queste si aggiungono 19 figurazioni incise e poi biffate perché non riconosciute dall’artista, e 3 lastre su cui l’immagine è scalfita ma non morsa dall’acido. Le lastre incise sono pervenute alla Calcoteca dell’Istituto grazie a tre donazioni che si sono susseguite dal 1949 al 2010. La prima donazione risale all’epoca in cui il direttore della Calcografia Nazionale, Carlo Alberto Petrucci, invitava Morandi a lasciare le matrici in Calcografia, accanto a quelle di Marcantonio Raimondi, Agostino Carracci, Salvator Rosa e Giovan Battista Piranesi. Morandi accettava l’invito scegliendo 75 lastre incise che a suo giudizio erano le più rappresentative del suo percorso di artista. Un gesto denso di significato che, di fatto, definiva già il suo catalogo.
La seconda donazione risale al 1990. In seguito alla mostra di stampe “Morandi. L’opera grafica. Rispondenze e variazioni”, curata da Michele Cordaro e inaugurata quell’anno in Calcografia, infatti, la sorella dell’artista Maria Teresa donò all’Istituto altre 20 matrici. La mostra fu un’occasione per avviare gli studi sullo stato di conservazione delle lastre, ai quali fece seguito la ricognizione analitica dell’intera opera incisa, condotta sempre sotto la guida di Michele Cordaro. Il complesso lavoro svolto fu presentato nel catalogo ragionato che accompagnò la mostra.
Infine, nel 2010 Carlo Zucchini, garante dell’eredità Morandi, ha donato all’Istituto documenti e sei lastre autografe. Tra queste cinque inedite e una che costituisce la fortunata riscoperta del rame della Natura morta in un tondo del 1942, eseguita per le edizioni della Galleria Il Milione di Milano, data per distrutta nel catalogo generale delle stampe.
In mostra anche alcune foto realizzate da Luigi Ghirri nel 1990 allo studiolo di Morandi. Una serie di 10 stampe fotografiche, dal titolo “Studio Morandi (Bologna)”, furono acquisite infatti dall’Istituto nel 2009, selezionate dallo stesso Ghirri. Le foto ritraggono gli oggetti appartenuti al pittore, lasciati intatti alla sua morte, nell’atelier di via Fondazza.
Carlo Franza