Cristiana_Fioretti_Colormaps_or_spices_017Maria Cristiana Fioretti sperimenta relazioni tra colore e multimedialità per gli ambienti del Museo Archeologico “Girolamo Rossi” di Ventimiglia in un percorso espositivo site-specific Cristiana_Fioretti_Colormaps_or_spices_015polisensoriale non invasivo, incentrato sulla dialettica tra le opere, l’architettura e i reperti storici custoditi in questo prestigioso luogo. I nuovi lavori con il titolo “Colormaps or spices”sono distribuiti negli ambienti del Museo, dal piano terra, alle ex prigioni, lungo i corridoi che le collegano e nelle diverse sale. Cristiana_Fioretti_Colormaps_or_spices_006
Con questa mostra l’artista ha voluto creare un’esplorazione emozionale-immersiva del luogo espositivo attraverso un allestimento pensato in dialogo con l’architettura. Il percorso è mappato da trenta opere pittoriche su carta, qui esposte per la prima volta, che lo spettatore dovrà cercare,come in una caccia al tesoro, servendosi di segni visivi, tattili, sonori e per la prima volta anche olfattivi, che tracciano un viaggio metaforico evocativo nel tempo e nella storia. Cristiana_Fioretti_Colormaps_or_spices__010Opere e installazioni alterano la percezione dello spazio e visualizzano un percorso Cristiana_Fioretti__Colormaps_or_spices033iniziatico dentro al fluire del tempo e fuori dalla storia. I temi fondamentali sono: viaggio, mare, orizzonte, infinito e “azzurrità”. Viaggio come metafora di conoscenza; mare come custode del mistero dell’origine della vita; le potenzialità espressive dell’azzurro come linguaggio emozionale-evocativo.
Le opere sono realizzate con interventi di colore su carte nautiche antiche e moderne di varie dimensioni (cm 50×70, cm 60×100, cm 80×110). Per le prime l’artista ha utilizzato colori da lei stessa preparati con la bollitura, in acqua di mare, di spezie e di erbe (zafferano-curry-curcuma-ginger-anice-peperoncino-alloro-rosmarino-prezzemolo-lavanda ecc.), come usavano fare gli antichi; mentre per le seconde si è servita di tecniche miste (acquerelli, acrilici, cera). Il percorso espositivo culmina in due installazioni site-specific collocate nelle ex celle sotterranee.

Carlo Franza

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