In agonia la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Fondi e personale inesistenti. Completo disinteresse del Ministro dei Beni Culturali Franceschini.
“Si informano i gentili utenti che, a causa della continua diminuzione di personale che non consente il regolare svolgimento del servizio, da lunedì 31 agosto 2015 fino all’arrivo dei giovani del Servizio Civile Regionale, previsto per il mese di ottobre, la distribuzione del materiale moderno a stampa sarà effettuata secondo il seguente orario … Ci scusiamo per il disagio, causato indipendentemente dalla nostra volontà». Questo avviso al pubblico – stampato su un foglio che reca lo stemma della Repubblica e quello del Ministero per i Beni culturali è il benservito che studiosi e studenti hanno ricevuto dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Misteri d’Italia, misteri di Renzi Presidente del Consiglio e misteri di Dario Franceschini Ministro della Cultura. Non esiste un altro paese del mondo (non solo d’Europa) dove la biblioteca nazionale di stato più importante è abbandonata dallo Stato e dal suo superiore Ministero”. Per capire quale patrimonio di cultura rappresenti la Biblioteca bastano alcune cifre: 235mila accessi online al giorno, 120 chilometri lineari di materiale per un totale di 6 milioni di volumi stampati, 25mila manoscritti, 350mila fascicoli l’anno di periodici. A fronte di una mole simile di opere, la Biblioteca di Firenze può contare solo su 196 dipendenti di cui 45 part-time, basti pensare che la biblioteca di Parigi ne ha 2500( in tale biblioteca si studia fino alle 20,00), quella di Londra 1260, quella croata 500.
Ora la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze è in agonia, grazie al Ministro dei Beni Culturali Franceschini che sta pensando di mettere in piedi – non si sa dove- una Biblioteca dei manoscritti inediti degli italiani(compresi quelli delle tante massaie d’Italia) e lascia morire patrimoni unici già esistenti, il meglio della cultura mondiale.
L’agonia della Nazionale Nazionale Centrale di Firenze – e con essa di buona parte del sistema delle biblioteche e degli archivi, cioè del patrimonio storico della nazione che l’articolo 9 della Costituzione impegna la Repubblica a tutelare – è giunta in fase terminale. I libri ora si chiedono solo al mattino, e solo il soccorso del Servizio Civile potrà far cambiare le cose. La Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze ha bisogno di nuovi “angeli del fango” come nel 1966 quando migliaia di giovani, tra cui Ted Kennedy, arrivarono da tutto il mondo per salvare i preziosi volumi dalle acque dell’Arno”. È questa l’amara constatazione di Donatella Massai, direttrice generale della Robert F. Kennedy Foundation of Europe e ideatrice della petizione lanciata online per salvare la Biblioteca fiorentina dal drastico taglio dei fondi previsto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Se nel 1966 era il fango dell’alluvione a insidiare la biblioteca, oggi è la mancanza di finanziamenti. Riguardo ai prossimi mesi, Ida Antonia Fontana, direttrice dell’istituzione fino al prossimo 29 novembre, ha dichiarato a La Nazione del 22 settembre: “Non riusciremo a pagare le spese per la luce, la pulizia e soprattutto per la catalogazione che, solo grazie a uno stanziamento del Monte dei Paschi di Siena, è ripresa pur coprendo solo il 10% dei volumi pubblicati negli ultimi due anni”.
Ma quante parole e quante conferenze stampa ha fatto il Ministro Dario Franceschini, lasciando credere esserci ciò che non c’è e non ci sarà, arrampicandosi sugli specchi,smentendo a suo dire – senza riuscirci – gli incredibili dati sul fondo di finanziamento ordinario della Nazionale (154.593 euro per il 2016, altrettanti per il 2017!). Non parliamo poi di quella che lui intende chiamare «rivoluzione epocale » per l’Art Bonus (che in realtà sta dando risultati imbarazzantemente modesti) o addirittura dell’altra ‘rivoluzione’ sbandiera sui TG del 15 settembre 2015, quella dei superdirettori dei 20 supermusei (tre dei quali a Firenze). Ma anche quei musei sono ormai scatole vuote, con pochissimi funzionari molto anziani. Ed è di questi giorni la notizia che i nuovi organigrammi non prevedono più nemmeno un archeologo agli Uffizi: un museo che per numero e qualità di statue antiche viene subito dopo Roma e Napoli. E voi il Franceschini me lo chiamate Ministro dei Beni Culturali. In un Paese Civile queste cose non avvengono, la politica degli annunci lo fa rimanere in mutande, altro che rivoluzione culturale. La realtà che gli italiani non conoscono è dura e amara, per ciò che invece dovrebbe essere il nostro fiore all’occhiello. Al patrimonio culturale le uniche due cose che servono sono personale qualificato assunto a tempo indeterminato e fondi ordinari sufficienti. In assenza di una vera svolta su questi due punti cruciali, si tratta solo di aspettare il giorno in cui sulla porta della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze apparirà un altro avviso, con stemmi e sigilli, in cui si leggerà: «Si informano i gentili utenti che, a causa della continua diminuzione di personale, la Biblioteca cessa la sua attività. Da domani è chiusa per sempre”.
Carlo Franza