Giovanni Carandente, storico dell’arte contemporanea, intellettuale interprete del Novecento.
La Fondazione Arnaldo Pomodoro rende omaggio alla straordinaria figura di Giovanni Carandente (1926-2009) con una mostra “Tutto è felice nella vita dell’arte. Omaggio a Giovanni Carandente”, visitabile fino all’11 dicembre 2015 che, da un lato, ne approfondisce il ruolo di ideatore e organizzatore della manifestazione “Sculture nella città” (Spoleto, 1962), un evento unico e irripetibile nel panorama artistico italiano, e, dall’altro, dà conto della sua capacità critica di interpretare l’opera di alcuni dei più grandi artisti del Novecento.
Nel 1962 a Spoleto, nell’ambito del Festival dei due Mondi, Carandente fece collocare nella città 106 sculture di importanti autori italiani e internazionali, dando così vita – per la prima volta in Italia – a un vero e proprio museo di arte contemporanea a cielo aperto. Dieci degli artisti partecipanti – David Smith, Alexander Calder, Arnaldo Pomodoro, Pietro Consagra, Lynn Chadwick e Ettore Colla, tra gli altri – furono invitati a realizzare le loro opere negli stabilimenti dell’Italsider, dislocati in varie parti d’Italia, in un innovativo e proficuo connubio tra arte e industria.
Grazie alla collaborazione di Palazzo Collicola Arti Visive Spoleto – Museo Carandente e al contributo di Eugenio Carmi, Carlo Lorenzetti, Beverly Pepper, nonché del Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce di Genova, dell’Archivio Fondazione Ansaldo e di alcuni collezionisti privati, sono esposti i bozzetti e i disegni progettuali delle sculture realizzate per Spoleto e diverse opere di grandi autori internazionali, quali Alexander Calder, Anthony Caro, Eduardo Chillida, Herny Moore e David Smith, a dimostrazione del lungo e intenso sodalizio che legò gli artisti e il critico.
Nell’occasione è stato pubblicato il sesto numero della collana “I Quaderni”, catalogo della mostra e valido strumento di approfondimento. Oltre alle immagini delle opere esposte, il volume include un’antologia di testi critici di Giovanni Carandente, e le testimonianze di alcuni dei protagonisti dell’esperienza spoletina, raccolte appositamente per il Quaderno.
Carlo Franza