Il Presepe del Re. A Roma al Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari in mostra il Presepe di Carlo III di Borbone re di Napoli e di Sicilia.
Le festività natalizie sono l’occasione più propizia per il riallestimento del grande “Presepe del Re”, il monumentale presepe napoletano realizzato con i pastori settecenteschi e ottocenteschi raccolti agli inizi del ‘900 da Lamberto Loria e oggi facenti parte delle collezioni del Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari(Quartiere EUR) a Roma.
Il riferimento “reale” di questo presepio va a Carlo III di Borbone (1716-1788), il Re di Napoli e di Sicilia che, in piena età barocca, grazie alla sua personale passione per l’allestimento del Presepe, diede un forte impulso e permise un’ampia diffusione di questa secolare tradizione.
Nel 1911, in occasione della Mostra di Etnografia italiana tenutasi a Roma per il Cinquantenario dell’Unità d’Italia, l’etnologo Lamberto Loria, curatore dell’esposizione e fondatore della collezione del Museo, fece allestire una sezione dedicata a due grandi presepi napoletani realizzati con circa mille personaggi, confluiti poi nelle collezioni del Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari. Nonostante le acquisizioni avvengano in diversi luoghi e presso differenti antiquari (a Napoli come anche a Firenze o a Roma) la raccolta degli oltre mille pastori del MAT mostra una sostanziale omogeneità nell’altissima qualità dell’artigianato napoletano rappresentato.
L’allestimento e “lo scoglio”, come chiamato dai napoletani il complesso delle strutture architettoniche e paesaggistiche del presepe ora allestito, sono opera del Maestro preseparo Nicola Maciariello, cui si deve tutto il grandioso impianto scenografico dove sfilano califfi, mercanti, nobili e guerrieri, fortemente caratterizzati, con abiti e stoffe pregiate di mirabile fattura. Molte anche le figure destinate alla rappresentazione della vita quotidiana e delle molteplici attività che contraddistinguevano le strade di Napoli tra ‘700 e ‘800; a questa si affianca la raffigurazione di una umanità varia e multiforme, un microcosmo di cui fanno parte i nobili e ricchi signori, così come i poveri e i mendicanti in una spettacolare e continua scoperta di scorci e rovine pagane, oggetti e dettagli di ogni fatta, animali e piante di ogni genere in cui immaginazione e realtà si confondono nel “Mistero” incantato della notte della natività. Sono oltre 200 i “pastori sulla scena” di oltre 35mq e centinaia gli elementi di corredo disposti tra le scale, le vie, le piazze ed i mercati, con i particolari minimi della vita di popolo, gli interni di case da spiare da un pertugio e gli spazi antichi delle botteghe e dei lavori che vi si svolgono.
Un mondo, quello rappresentato, che appare per un istante fantasticamente pacificato nel sogno di uno dei pastori, il Benino, al quale simbolicamente si deve tutta questa raffigurazione “onirica”. E’ lui, dormiente, che sogna infatti la notte della rivelazione che conduce davanti alla grotta della Natività e sogna anche se stesso in un mondo per incanto e meraviglia riconciliato tra miserabili e ricchi, tra oriente e occidente, in un’inattesa aderenza alla nostra attualità.
Saranno le zampogne delle novene tradizionali e i richiami antichi dei venditori napoletani ad accogliere il pubblico per l’inaugurazione del presepe dalle ore 17.00 del 10 dicembre. Il presepe resterà allestito fino al 28 febbraio 2016.
Carlo Franza