Affari e qualità ad Art Basel Miami Beach 2015. Collezionisti da tutto il mondo. In vista gli artisti italiani.
Art Basel Miami Beach( si è tenuta dal 3 al 6 dicembre 2015) è la mostra d’arte più importante negli Stati Uniti, la più grande con più di 500.000 metri quadrati di spazio espositivo. Principali gallerie provenienti da Nord America, America Latina, Europa, Asia e Africa hanno mostrato il lavoro storico di maestri dell’arte moderna e contemporanea, oltre a pezzi di recente costituzione di stelle emergenti. Dipinti, sculture, disegni, installazioni, fotografie e film di altissima qualità erano in mostra nella sala espositiva principale. Qui esposte anche opere in Collins Parco e film serali presso Sound Scape Park. Art Basel Miami è costituita da molteplici settori, ognuno dei quali ha un proprio processo di selezione e comitato di esperti, che esaminano i candidati per selezionare i partecipanti. I nove settori mostrano e offrono una variegata collezione di opere d’arte, tra cui artisti affermati e artisti emergenti, progetti a cura, il lavoro esperienziale site specific e video. I dati ufficiali della 14esima edizione della fiera di Miami appena conclusasi parlano chiaro: i numeri sono quelli del successo, che bissano le 70mila presenze del 2014. Quest’ultima edizione, infatti, ha attirato al Convention Center qualcosa come 77mila visitatori, tra cui si contano collezionisti provenienti da oltre 110 Paesi tra cui Cambogia, Etiopia, Nicaragua, Romania, Togo e Zimbabwe.
Nuovi e vecchi ricchi, insomma, per vendite che abbiamo saputo sono state altissime. Poco importa, insomma, se la settimana di Art Basel sia stata funestata da un meteo non proprio ottimale, ma decisamente tropicale, con piogge intense che hanno bloccato ulteriormente il traffico già congestionato della città della Florida durante l’art week.
Eppure, nonostante l’entusiasmo, qualcuno ha riportato un po’ di “lentezza” proprio durante la giornata dell’opening, il momento in cui si fanno più affari. Marianne Boesky, per esempio, afferma di aver venduto tutto quello che era prezzato sotto i 60mila dollari, ma di aver avuto solo delle riserve per due grandi Frank Stella degli anni ’80, sopra il milione di dollari. Ottimo Stingel invece da Paula Cooper, dove un gruppo di “Senza titolo” del 2011, sono andati a 500mila dollari; Van de Weghe da New York invece piazza Francis Bacon “Man in Blue VI” del 1954 ad un collezionista americano per 13 milioni di dollari. Thaddaeus Ropac, da Parigi, ha invece detto che quest’anno si è notato un calo di collezionisti europei, ma che le cose sono andate bene lo stesso, con clienti statunitensi e latino-americani. Un trend riportato anche dalla newyorchese Cheim & Read, che ha affermato che questa Miami è stata un po’ meno frenetica ma piena di un collezionismo attento e riflessivo. Non è poco, anzi! Val la pena sapere che 680 erano le gallerie italiane che avevano richiesto la presenza, 257 le selezionate, 11 quelle presenti alla prova di Miami. 34 le gallerie tedesche,19 le inglesi, 18 le francesi, 14 le brasiliane, 10 le svizzere, 19 le spagnole, 3 le cinesi, 2 le russe e 1 indiana. Tra gli artisti italiani opere di Lara Favaretto, Diego Perrone, Daniele Puppi,Marisa Settembrini e Loris Cecchini.
Carlo Franza