Le sculture di Cereda alla Costantini Art Gallery di Milano.Raccontano la nascita del mondo, della vita e i naufragi dell’uomo.
La Costantini Art Gallery ospita per la prima volta nei propri spazi della galleria milanese, la mostra personale di Andrea Cereda. E’ una mostra povera per l’uso di certi materiali, ma ricca per le valenze storiche e filosofiche che vi si narrano. Le sculture di Cereda sono realizzate principalmente con fil di ferro e lastre provenienti da bidoni consunti, scoloriti e arruginiti che a volte subiscono un ulteriore trattamento di combustione, che conferisce alla lamiera un aspetto brunito con insolite e imprevedibili maculazioni cromatiche. In mostra sono presenti due cicli di opere: “Metamorphosis” e “La parte sommersa del se”. Il primo ciclo trova riferimento a forme arcaiche e primordiali che possono essere lette sia come antichi meteoriti, sia come remote molecole o, ancora, come bozzoli sul procinto di schiudersi alla vita; sul guscio esterno si notano distintamente cuciture, punzonature e saldature dall’aspetto volutamente grezzo e non definito che concorrono, insieme alla lamiera combusta, a realizzare una superficie vibrante di colori e materia. Invece il ciclo “La parte sommersa del se” è composto da scheletri di scarne e semplici barche, a raffigurare dei relitti quali sinonimi delle questioni irrisolte che ognuno di noi porta dentro di se. L’essere realizzate con dei materiali di recupero, mette in stretta connessione filologica l’aspetto di queste sculture con il loro significato intrinseco, infatti, così come appaiono usurate, arruginite e abbandonate, allo stesso modo potrebbero apparire altrettanto logore, deteriorate e dimenticate tutte quelle problematiche che si sono inabissate sotto,dentro e lateralmente,le nostre coscienze.
La mostra preziosa per i suoi racconti e le sue simbologie, vive di una forte aderenza alla contemporaneità, campiona da una parte la nascita del mondo e della vita, dall’altra il tragitto di ogni uomo sulla terra con i suoi problemi, le sue paure, le sue ansie. Esso spesso poi naufraga, e talvolta si fa relitto, traccia, reliquia, segno, ricordo, e anche storia. L’esposizione di alto valore, quindi, storico e morale, appartiene a quella ripresa di arte povera, facendosi per l’appunto neo-arte povera, opera totale e significante, assoluta, misterica, persino francescana.
Carlo Franza