La storia dell’omosessualità al Deutsches Historisches Museum di Berlino. Emarginazione e provocazione tingono l’arte del XX secolo.
“Homosexuality ies” è la mostra presso il Deutsches Historisches Museum e Schwules Museum (stilizzata come Schwules Museo) di Berlino. L’esposizione multi-sede ripercorre la storia di omosessuali e di identità queer nel corso degli ultimi 150 anni; anzi si possono ritrovare tutti gli elementi di una storia -storica e scientifica- fino ad oggi mai raccontata. La sezione del Museo Deutsches Historisches si concentra su momenti di svolta nella liberazione gay all’interno dello stato tedesco, occupandosi dalla “Constitutio Criminalis Carolina” del 1532 che condannava al rogo i colpevoli di atti contro natura”, alla lettera del 1868 in cui per la prima volta compaiono i concetti di “omosessuale” ed “eterosessuale”, fin poi la sezione o Paragrafo 175 del codice penale tedesco che vietava i rapporti omo , ed entrato in vigore nel 1872, poi usato sotto il nazismo per mandare i gay in campo di sterminio e abolito solo nel 1994, fino alla battaglia per un matrimonio egualitario. La legge è stata applicata in modo diverso dai vari governi nel XX secolo in Germania. La seconda sezione, in mostra presso il Museo Schwules, museo gay della città, si concentra sulle lotte recenti e in corso di persone LGBTQ e comprende opere di molti artisti contemporanei le cui opere affrontano genere e politica sessuale; tra gli artisti con il lavoro in mostra vi sono Louise Bourgeois, Andy Warhol, Heather Cassils, Michael Elmgreen & Ingar Dragset, Lotte Laserstein( 1898-1993- vedi Autoritratto con gatto ) e Nicole Eisenman. Documenti storici, letterari e artistici allargano la visione e il tema centrale. Mostra storica, esemplare ed anche diversa, che getta luce su un’emancipazione fino a qualche decennio fa impensabile, e che porta a riflettere su categorie a orientamento sessuale e identità di genere ancora oggi attraversati da emarginazione e provocazione.
Carlo Franza