Il top dei musei nel mondo secondo la classifica del 2015.
E’ fine anno ed è ora di classifiche anche nell’arte a livello mondiale. Tanto per farci un’idea di quanto veniamo dicendo, in Italia nel campo dell’estroflessione, il top, ovvero l’eccellenza, va a Turi Simeti. Nel campo dei musei poi è The Art Newspaper a elencare una shortlist con i migliori musei aperti nel 2015. E, guardando ai nomi tirati in ballo, non si può che acconsentire. Certo che sì.
Al primo posto, infatti, c’è il meraviglioso Whitney Museum of American Art (422 milioni di dollari) progettato da Renzo Piano e aperto lo scorso maggio al Meatpacking District e che sotto la vicedirezione di Donna De Salvo ha anche deciso di “coltivare” i suoi donors all’estero, specialmente per quanto riguarda le iniziative legate ad artisti internazionali.
Al secondo posto invece Milano, con la Fondazione Prada progettata da Rem Koolhaas. Qualcosa da dire? L’unica obiezione pare averla fatta Oliver Wainwright, del Guardian: “La fondazione avrà la capacità di realizzare fino in fondo quel che offrono le sue possibilità?”. Rispondo io, penso proprio di sì.
Terzo posto per Garage di Mosca, ancora di Koolhaas, voluto da Dasha Zhukova e in parte finanziato dal marito miliardario Roman Abramovich, che da giugno ospita la prima biblioteca pubblica di arte contemporanea russa.
Quarto posto, ma forse meriterebbe una menzione speciale, è la Whitworth Art Gallery di Manchester (foto sopra), ristrutturata e riaperta a febbraio e che ha vinto anche il Premio come Museo dell’anno; l’encomiabile Nico Vascellari sarà in scena qui dal prossimo 26 febbraio 2016.
Ancora al quinto posto The Broad a Los Angeles, creato dal miliardario statunitense Eli Broad, che rifiutò di dare la sua collezione al LACMA e anzi ideò la possibilità di un suo museo nel 2008, ha coinvolto il duo Diller, Scofidio + Renfro, ma non ha fornito le cifre dei visitatori entrati negli ultimi mesi. Perché?
E infine, al sesto posto, la Cina, con il Yinchuan Museum of Contemporary Art nella regione del Ningxia Hui. Gestito dal Gruppo Minsheng Ningxia, è costato 47 milioni e si focalizzerà sull’arte sino-islamica insieme all’arte contemporanea cinese. Aggiungo che non so se quest’ultimo prenderà piede tra le mete dei globetrotter dell’arte, ho i miei dubbi. Certo che la classifica la dice lunga per i tanti artisti italiani che scimmiottano l’accademia o pensano di essere nuovi, e sono invece fermi al rococò.
Carlo Franza