Addio a Ellsworth Kelly, il maestro americano dell’Hard Edge Painting.
Ellsworth Kelly si è spento a 92 anni. Si era imposto come l’esploratore dell’astrattismo composto perseguendo l’Hard Edge Painting ( ovvero pittura a contrasti netti), opponendosi alla pittura gestuale di Jackson Pollock. Era nato nel 1923, soldato americano nella seconda guerra mondiale, Kelly è morto nella sua casa di Spencertown, a nord di New York, e ad annunciarlo è stato proprio il gallerista Matthew Marks. Subito sono iniziate a piovere sui social le condoglianze di tutto il mondo dell’arte internazionale, a partire dal collega critico Jerry Saltz che me ne ha dato notizia..
La sua prima mostra fu nel 1951 a Parigi, che Kelly scelse come città di adozione per sei anni, alla galleria Arnaud Lefebvre. Rientrato a New York, nei ruggenti anni sixty’s, l’artista fece parte integrante della vita culturale newyorkese, dividendo anche studi con Robert Indiana, Agnes Martin e James Rosenquist. Due anni fa una pagina web radio del Nord Carolina intitolò un grande articolo ad Ellsworth Kelly, che a 90 anni “portava gioia con tele colorate”. Era infaticabile, il vecchio Kelly, National Medal of Arts ricevuta proprio nello stesso 2013, dal presidente Barack Obama. Per l’occasione aveva avuto una sua retrospettiva alla Phillips Collection di Washington, ma sono state infinite le mostre che hanno segnato la carriera del padre dell’Hard Edge Painting, e tra le altre vi fu anche la grande retrospettiva al Guggenheim, nel 1995-96.
La pittura dei contrasti netti era arrivata dagli anni ’60, come influenza forse imprescindibile dal Minimalismo, e Kelly l’aveva fatta sua trasportandola fino ai giorni nostri, arrivando a forme di un’essenzialità assoluta.
UN AMERICANO A PARIGI – All’Action Painting di Pollock Kelly ha risposto con l’astrattismo chirurgico. Da Parigi l’americanissimo pittore fece dell’Hard Edge Painting il suo contro manifesto. Un percorso lineare quello dell’artista, dalla provincia americana al Pratt Institute di Brooklyn fino alla School of the Museum of Fine Arts di Boston. La svolta avvenne nel 1948 quando Kelly si trasferì a Parigi per frequentare l’École nationale supérieure des Beaux-Arts. Nella capitale francese entrò in contatto con artisti come Jean Arp, Constantin Brancusi, Alexander Calder e Joan Miró. E fu proprio nei cafè e nei salotti parigini che abbandonò l’arte figurativa per uno stilema regolare fatto di monocromi e geometrie, di contrasti e colori accesi. Nel ’54 tornò negli States trasferendosi a Manhattan. Nel 1956 iniziò così un periodo di successi destinato a non finire, la Betty Parsons Gallery gli allestì la sua prima mostra personale. La prima grande retrospettiva però arrivò nel 1973 al Museum of Modern Art, poi ci fu il Guggenheim Museum, e i viaggi in giro per il mondo da Los Angeles, a Londra e Monaco.
HARD EDGE PAINTING – L’Hard edge painting (“pittura a contrasti netti”), è uno stile artistico determinato da improvvisi e netti contrasti fra diverse aree di colore, che possono essere forme geometriche compiute o linee rette. Il colore di ogni area è generalmente omogeneo e monocromo. Nel caso poi di Kelly l’americanismo ha fatto sì che si trasformassero e si ingigantissero il volume delle opere.
L’ADDIO – Ellsworth Kelly si è spento negli ultimi giorni di dicembre 2015 nella sua casa a Spencertown, nello Stato di New York. Gli ultimi anni del pittore sono stati caratterizzati da un insolito e inatteso ciclo dedicato a Monet. Il fautore dell’astrattismo composto che rinuncia all’approccio analitico per le pennellate ampie e vaporose. La sua arte, forever in the present, è passata alla storia per quelle tele monocromatiche e analitiche eppure così ispirate alla realtà, perché come lui stesso disse: “chiediamo all’arte un senso di stabilità, in opposizione al caos della vita di tutti i giorni. È un’illusione, ovviamente”. Bei propositi tutti finalizzati a un’arte minimale, assoluta, rigorosissima.
Carlo Franza