A Bolzano i migranti fanno uso gratis del web, e il Museion è diventato un ostello.
A tutti i visitatori di un Museo italiano specie quelli di arte contemporanea, sarà capitato di usare le stanze web. Eppoi non è bello notare che quando si entra al museo la connessione web è libera? O capita ancora che sia libera anche alla caffetteria, o giù di lì.
Al Museion di Bolzano la rete, appartenente all’Università, era esattamente così, tanto che si poteva “prendere” anche nel piccolo slargo antistante l’entrata, e lungo il perimetro.
Ora non sarà più così, perché la direzione ha deciso di abbassare la potenza della rete (in occasione di una ridisposizione dei servizi e di nuove password) anche per arginare un problema che negli ultimi tempi aveva “invaso” l’istituzione.
Un nutrito gruppo di migranti aveva iniziato a prendere la struttura per una sorta di “ostello”, di porto franco, che oltre a offrire free web era diventato anche luogo per ricaricare il cellulare e anche per usare il bagno per lavarsi.
“La questione è semplice: i problemi purtroppo ci sono stati. In queste ultime settimane abbiamo combattuto e cercato di trovare soluzioni all’emergenza senzatetto e – in alcuni casi – a fronteggiare situazioni molto spiacevoli che non dovrebbe risolvere Museion», ha spiegato la direttrice Letizia Ragaglia.
Ma come sempre, spesso da queste parti, -è bene ricordare che siamo nel Trentino Alto Adige o meglio nel Tirolo- le circostanze accendono fuochi e con la città in subbuglio si cerca da più parti di condannare il gesto dell’uso improprio, che avrebbe poi sortito anche un annullamento del bivacco intorno al museo.
Da connessione a disconnessione, in nome dell’arte e in nome di un Ministero dei Beni Culturali che dovrebbe vigilare, insomma, su quanto avviene in queste istituzioni italiane, con comportamenti poco “usuali”. Ecco, il wifi usato a sbafo, e chi ne fa le spese sono gli italiani, i cultori dell’arte, i visitatori di questi luoghi che sono il vanto della cultura e della storia d’Italia.
Carlo Franza