I 100 potenti nel 2015 del mondo dell’arte. La classifica è di Artpower una rivista inglese.
Il potere nell’arte vuol dire affermazione, essere sempre presente, avere l’idea migliore, progettare il futuro e altro ? La domanda, in parte, che introduce la classifica delle 100 persone più potenti nel mondo dell’arte nel 2015, stilata dalla rivista inglese Artpower, non è verosimilmente propria, se la rivista stessa, mette nei primi dieci posti i tre galleristi più importanti del mondo: Iwan e Manuela Wirth di Hauser and Wirth (1), David Zwirner (3) e Larry Gagosian (6). Proseguiamo: Il denaro sostituisce le idee? Non proprio così, visto che troviamo due artisti nella top ten, il cinese Ai Weiwei (2) e la serba Marina Abramovic (8), accompagnati da tre direttori di istituzioni museali come Nicholas Serota, a capo della Tate (5) , Hans Ulrich Obrist e Julia Peyton-Jones che dirigono la Serpentine (4, nella foto sopra la Jones ripresa tra colonne, ha annunciato che a luglio 2016 lascerà il posto) insieme a Glenn Lowry (6) e Adam Weinberg (9), rispettivamente direttori dei due più importanti musei d’arte contemporanea degli USA, il MOMA e il Whitney.
In realtà quindi la vera risposta affermativa spetta ad una curatrice di casa nostra, che la rivista considera un’americana di base in Italia: Carolyn Christov-Bakargiev. Una decima posizione -da noi non condivisa- conquistata in base ad un percorso culturalmente ineccepibile, ma distante – molto distante- dalle grandi istituzioni museali, grazie a grandi mostre memorabili come la Biennale di Sidney, la Documenta e la Biennale di Istanbul.
Interessante notare invece che nella top ten non figurano i grandi collezionisti, che troviamo per la verità in posizioni più basse; la prima è la svizzera Maja Hoffmann, a capo della fondazione Luma (20), seguita a ruota dalla venezuelana Patricia Phelps de Cisneros, dell’omonima fondazione basata a Miami (21) , dalla coppia californiana Eli & Edythe Brod (28), mentre i tycoon del lusso Pinault e Arnaud sono al 33esimo e al 38esimo posto.
Anche i direttori delle fiere non se la passano proprio bene se Marc Spiegler di Art Basel passa dal 14esimo al 25esimo, la coppia Sharp & Slotover di Frieze scendono dal 37esimo al 49esimo posto. E i colleghi italiani personaggi tricolori? Continua l’ascesa di Massimiliano Gioni, primo italiano in lista al numero 19 (l’anno scorso era 25esimo), rientra in lista Miuccia Prada al 61esimo posto con la nuova Fondazione di Milano, (era 93esima nel 2012), salgono vertiginosamente i “Continui” Mario, Lorenzo e Maurizio (dal 91 posto nel 2014 al 69esimo) e si conferma protagonista Massimo De Carlo (72) che precede di poco Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, che conquista la 77esima posizione, dopo più di 10 anni di assenza (era 96esima nel 2002).
Ora vedete come a produrre scelte possono essere i denari, le istituzioni o le idee? Quest’anno le idee vincono ma di poco, visti i 24 artisti presenti in lista e i 27 curatori e direttori di musei, mentre i galleristi sono 26 e i collezionisti 13. E le new entries?
Le sorprese sono pochine e a mio avviso di nessun conto, ma vale la pena analizzarle da vicino; ad arricchire le fila degli artisti arriva dal Sudafrica William Kentridge (81) con 19 mostre pubbliche nell’anno 2014 in compagnia degli americani Trevor Paglen (83) e Rick Lowe (89) e degli indiani Bose Krishnamachari & Riyas Komu (86).
Entra in classifica anche la gallerista coreana Hyun-Sook Lee, di stanza a Seoul (82) e i collezionisti indiani Nadia & Rajeeb Samdani (98), ma la vera novità -e su questo metto la firma- è il 94esimo posto, assegnato al giovane web designer americano Carter Cleveland, autore di Artsy, che ha più di 400 clienti, tra fondazioni e collezioni pubbliche di arte contemporanea.
Diciamo che la classifica lascia traccia sicura in talune scelte condivise anche da noi, per altro verso sulle new entries le scelte sono tutte da rigettare.
Carlo Franza