La Domus mentis di Valdi Spagnulo in mostra a Milano è proiezione mentale di un mondo che ancora cerchiamo.
La recentissima mostra dello scultore Valdi Spagnulo a Milano da titolo “Domus mentis” ha lasciato cogliere le ultime ricerche dell’artista sul tema iconografico della “Domus”. Due grandi sculture pensate appositamente per lo spazio, due di medie dimensioni, ancora una serie di carte che rappresentano progetti per opere future, oltre a diverse opere più piccole, chiamate “Reverse”. Ferro, acciaio e plexiglass pigmentato, sono i materiali dominanti, insieme all’ombra che la scultura forma con la luce. Nell’ultima importante mostra personale di Valdi Spagnulo “Sguardi sospesi” tenutasi a Palazzo del Broletto a Como nel 2014,venivano presentati diversi cicli di ricerca tra il 2007 e il 2014, il tema degli “Sferoidi” e quello delle “Architetture” dialogavano con quello delle “Domus”. Domus, luogo, spazio, casa; gli spazi di Valdi Spagnulo sono fatti di segni, linee, oggetti, luce, ombra e anche di puro intelletto, di proiezioni mentali che concentrano sotto una stessa logica la profondità materiale e quella rappresentata, i pieni e i vuoti, le linee tracciate e la loro ideale prosecuzione. Tutto ciò avviene lontano dalla freddezza delle esperienze portate a termine dagli artisti degli anni Settanta, per l’artista milanese esiste e si investe piuttosto nella filosofia sensoriale. Il dubbio prospettico, il disequilibrio di gravità, l’asciuttezza delle forme, catturano l’attenzione e sospendono il giudizio, ed è ancora vero che il disegno geometrico con cui sono costruite le strutture sfugge a ogni regola euclidea liberando la capacità di astrazione in un gioco segnico imprevedibile. E quello spazio delimitato, perdendo la cognizione di grande o piccolo, diventa un mondo immaginario, mentale, riconducibile ai perimetri che trattengono prospetticamente, pur tra cesure, armonie e disarmonie dei vuoti e dei pieni, rendendo plastica la visione che mantiene dietro metafore e similitudini l’enigma del pensiero, dell’ignoto che vive in ognuno di noi. La domus mentis è in verità la proiezione mentale di un mondo che ancora cerchiamo, partendo da una superficie che invoglia al camminare, richiamandone immediatamente l’esperienza, ma si porta poi al di qua della superficie, e verso un tracciato in rilievo la cui illusoria tridimensionalità è come suggerita.
Carlo Franza