Luigi Carboni a Milano espone tracce del quotidiano e alfabeti concettuali.
La galleria Renata Fabbri arte contemporanea di Milano espone la mostra personale di Luigi Carboni dal titolo “Passi perduti passi ripresi”. Per l’occasione, l’artista ha elaborato un racconto espositivo in cui pone in discussione il tradizionale confine tra l’astrazione lirica e la figurazione del quotidiano, tra lo stile decorativo e il risultato intimista, al fine di portare l’oggetto pittorico all’essenza profonda del suo essere. Grandi tele ad olio e acrilico si affiancano a dipinti di piccolo formato; esse si mostrano con un bianco e nero dominante, con un alfabeto coloristico acido e trasparente, talvolta opaco o marginale, altre volte ricco di cupi riflessi. Innumerevoli immagini, segni e forme mai totalmente integre occupano lo spazio pittorico: motivi della natura, paesaggi e luoghi, ritratti di corpi, figure e fantasmi coabitano sulla tela in una narrazione d’insieme. “Tutto è lì, sotto i nostri occhi”. La forma vacilla, in bilico tra decoro, sensualismi barocchi, espressività vigorosa e allucinato fotorealismo: in questo contesto, l’invenzione assume le caratteristiche proprie di una riflessione concettuale. Sulla superficie della tela appaiono in tutta la loro forza illusoria fessure, fori circolari, cerchi come lenti, corpi celesti perfettamente intagliati, che scompongono e ricompongono una forma aggredita e mutilata. Qui non si sta descrivendo un “esterno”, ma un “interno”. Non si evoca la realtà, ma la sua immagine riflessa. L’esposizione comprende delle sculture realizzate dall’artista, oggetti nudi che sono diretta emanazione del processo pittorico. Opere che, nella pienezza dei vari codici usati, parlano di un’arte della pluralità degli opposti, creando il paradosso di una dialettica reciproca e simultanea attraversata dal senso dell’interrogazione. La natura frammentata e insieme unitaria della mostra è un ritratto compiuto della nostra epoca: un amalgama di opposti che convivono nella loro diversità, con tutte le incertezze e le contraddizioni che ne derivano. Carboni sceglie così di non negare il proprio tempo, consapevole del fatto che il presente è la nostra unica realtà e nella ferma convinzione che “la pittura contemporanea di un certo significato è essenzialmente concettuale”.
Luigi Carboni nasce a Pesaro nel 1957, dove vive e lavora. Alcune tra le gallerie più prestigiose gli hanno dedicato mostre personali: Jack Shainman Gallery, New York; Lumen Travo Gallery, Amsterdam; Patricia Faure Gallery, Los Angeles; Galleria Giò Marconi, Milano; Otto Gallery, Bologna; Studio La Città, Verona; Centro Arti Visive Pescheria, Pesaro; e nel 2010 al MACRO, Museo d’Arte Contemporanea di Roma. Le sue opere sono presenti in numerose collezioni private e pubbliche: Galleria d’Arte Moderna di Bologna, Palazzo Reale Museo d’Arte Contemporanea di Milano, Collezione della Banca Commerciale Italiana, Banca Intesa, Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, Collezione della Farnesina, Collezione della Banca Unicredit, Collezione della Schaufler Foundation.
Carlo Franza