Mike Bouchet e la montagna di rifiuti organici. Opera faraonica per la Biennale “Manifesta” di Zurigo.
E’ un’opera scottante, capace di meravigliare, stordire, movimentare naso, gola e vista; la troviamo all’interno della biennale itinerante di Christian Jankowski, curatore dell’11esima edizione di Manifesta che si terrà a Zurigo. E se i progetti speciali sono 29, in abbinamento tra un artista e un altro professionista o ente appartenente alla comunità della città svizzera, c’è anche chi come Mike Bouchet (vedi foto di Norbert Miguletz) sta lavorando con il locale impianto di depurazione delle acque nere.
Bouchet, noto per le sue installazioni e sculture in progress, creerà per l’occasione “The Load of Zurich”, utilizzando, pensate un pò, qualcosa come 80 tonnellate di rifiuti organici prodotti dai cittadini, esponendone così il risultato al primo piano del Museo Migros.
“Voglio creare davvero qualcosa di monumentale, e costruire un’installazione del genere è un impegno enorme, ha dichiarato l’artista, che sta in parte “ripulendo” e in parte mescolando gli escrementi con cemento, calce e pigmento per rendere la materia assolutamente atossica, così da rimuoverne l’acqua, ed evitare che si decomponga, per poi controllarne l’odore, in modo tale che potesse restarne bloccata senza creare successivamente danni in un ambiente chiuso.
Un’installazione che va oltre l’intento “manzoniano” della “merda d’artista, e potrà essere non solo oggetto di critiche, ma anche – nelle intenzioni dell’artista – un modo per avvicinare le persone ad un tabù fortissimo come i propri rifiuti evacuati dal corpo, presentati “ripuliti”-si fa per dire- e comunque sempre originariamente legati alla stessa composizione, e dunque guardati con sospetto.
Bouchet non ha certo svelato a cosa somiglierà l’installazione una volta ultimata, ma si può certamente comprendere cosa succederà quando una intera città si troverà o si metterà a confronto con i propri escrementi. Non parrà vero, ma vero è, che quell’opera non sarà più l’opera di Bouchet ma sarà proprio opera di tutti, nessuno escluso.
Carlo Franza