Alessandro Nastasio. Artista fra i più nobili e creativi del nostro tempo, opera fra sacro e profano. Ottantenne, dal suo studio milanese si rapporta con il mondo e la storia.
Poco più che ottantenne, Alessandro Nastasio, artista italiano e lombardo fra i più creativi del panorama artistico europeo, ha pubblicato un interessante volumetto dal titolo un po’ ironico “ Le Confusioni di un ottuagenario”; vi racconta la sua vita, dalla fanciullezza alla maturità e oltre, delineando incontri, trascorsi, figure familiari, artisti, galleristi, mercanti, mostre effettuate in mezzo mondo, e mille altre cose. E di questi tempi ha pubblicato una bellissima cartella cartonata in rosso dal titolo “Poesie Mistiche di Jalal al-Din Rumi(1207-1273)” con poesie di questo maestro del sufismo e sette sue xilografie originali acquerellate a mano che ne descrivono i pensieri mistici e gli insegnamenti. Nastasio, che conosco da sempre, e che ho accompagnato con la mia passione intellettuale nel suo lungo e intenso percorso artistico, mi ha sempre sorpreso per la sua eterna giovinezza e per la sua ancor più vulcanica creatività. Calza bene per Nastasio un verso di al Din Rumi: “L’uomo di Dio è un tesoro fra le rovine…”. L’esperienza artistica di Nastasio vive tra occhio, cuore e intelligenza, scava nella fenomenologia dell’esistere, nel mestiere di vivere, portandosi ad evidenziare tracce di sacro ma anche il cuore e il mistero delle cose, scolpendo e disegnando archetipi, essenze, miti e fiabe, finestre sul mondo epico, tracce esoteriche e cabalistiche, attraverso un racconto di simboli -già il simbolo- che diventano il filo portante di una tradizione affidata al segno, al suo segno, unico, nobile e fantastico. Dipinge, disegna, scolpisce, assembla, utilizza tecniche ai più sconosciute, e nel campo grafico si muove dalla xilografia all’incisione, dalla serigrafia alla litografia, fino alla ceramica, alle opere monumentali realizzate con manufatti da spirito e artefice rinascimentale. Nastasio racconta e cita, cita la vita, cita il sacro, cita il dramma, cita la danza, cita la musica, cita l’universo, cita l’uomo, cita l’amore, cita l’Oriente, cita l’Occidente, cita il mondo, ecc. La citazione si fa vestito di un potere che nutre la sua creatività, che si annuncia carica di segni e colori, di febbre umana e sensuale, di memoria dipanata come una matassa. Alessandro Nastasio è stato ed è uno dei pochi artisti europei ad averne raccontato la storia e la geografia del nostro passato, ad aver tradotto i misteri e la bellezza del mondo greco-romano, ad aver colorato la vita dell’uomo con quei segnali lievitanti di sacralità, ad aver anticipato, prima ancora del Terzo Paradiso di Pistoletto, l’eternità generante, il fascino della luce e del mistero divino.
Alessandro Nastasio è nato a Milano nel 1934, allievo prima di Ibrahim Kodra e poi di Aldo Salvatori alla Scuola del Nudo all’Accademia Brera., dove dal 1966-67 ottiene la cattedra di pittura ed esercitandone poi la docenza. La frequentazione dell’Atelier Giorgio Upiglio prima e delle fonderie MAF e De Andreis lo pongono in contatto con i maggiori artisti europei. Opera dagli anni Settanta con mostre e rassegne in spazi pubblici e privati ottenendo il consenso della critica più qualificata. Vivace la sua collaborazione con architetti di chiara fama anche in merito alla progettazione ed esecuzione di numerosissime opere di arte sacra in tutta Italia e all’estero. Sue opere figurano nei più importanti musei del mondo.
Carlo Franza