index5Bocconi Art Gallery ci offre  il giro del mondo in (oltre) cento opere. E’ BAG sesta edizione.  Non è poco e non è molto, ma basta a farsi un’idea precisa del dove si stia portando   l’arte contemporanea. C’è SadeghTirafkan( iraniano), c’è LjubodragAndric, fotografo di Belgrado che vive a Toronto, ci sono gli americani William Klein e Matt McClune e gli inglesi Richard Long e MayHands. C’è il camerunense Pascale MarthineTayou, il russo Andrei Molodkin,la brasiliana Debora Hirsch e la portoghese Ana Cardoso, c’è il tedesco Arthur Duff, lo svizzero Peter Wütrich e l’olandese Jan van derPloeg. E poi tantissimi italiani che offrono il quadro esatto degli ultimi decenni. In totale, oltre cento opere d’arte contemporanea di una cinquantina di artisti.

Bocconi Art Gallery è il progetto creato dall’Università Bocconi per promuovere l’arte contemporanea. Negli anni, a partire dalla prima edizione nel 2009, l’Università ha visto la presenza di numerosissime opere  di artisti italiani e stranieri grazie alla collaborazionindexe con galleristi, collezionisti e con gli stessi artisti, che le hanno prestate e, in alcuni casi, donate all’Università Bocconi.

Questo l’elenco degli artisti che espongono le proprie opere a BAG 2016: LjubodragAndric, Rodolfo Aricò, Rosa Barba, Angelo Barone, Giorgio Bevignani, Nicola Bolla, Enzo Cacciola, Ana Cardoso, Marco Casentini, Enrico Castellani, Pietro Coletta, Vittorio Corsini, Sonia Costantini, Arthur Duff, Fabrizio Dusi, Sergio Fermariello, Roberto Floreani, Beatrice Gallori, Piero Gilardi, MayHands, Debora Hirsch, Paolo Iacchetti, Emilio Isgrò, William Klein,Richard Long, Luca Loreti, Elio Marchegiani, Matt McClune, Andrei Molodkin,Giovanni Ozzola, Paola Pezzi, Pier Paolo Pitacco, Arnaldo Pomodoro, Mario Raciti, Giovanna Rasario, Giorgio Rastelli, Andrea Salvetti, Arcangelo Sassolino, Turi Simeti, Giuseppe Spagnulo, Mauro Staccioli, PascaleMarthineTayou, Antonio Trotta, Ernesto Tatafiore, SadeghTirafkan, Alessandro Traina, Jan van der Ploeg, Grazia Varisco, Peter Wüthrich.

 

Fra gli artisti presenti  spicca, e non poco, Giorgio Bevignani (vive in quel di Bologna) il quale presenta un’installazione che ha per titolo  “JORDAN’S RED WATER”. L’opera presenta una valenza che ha dell’incredibile, e Bevignani può senz’altro essere definito l’artista dell’anno. Vi si legge il Giordano, fiume sacro  dove persino Cristo si  purificò, tramite Giovanni Battista, con il battesimo.   Nel mondo cristiano  tutto ciò vive in quel segno forte che è il fonte battesimale, un catino presente in ogni chiesa.

Ora Bevignani, inseguendo la storia,  e vorrei dire sottolineando le origini cristiane dell’Europa, da spazio e fa vivere  in un tripudio di forme, materia e luci la sua installazione che  consta di  610 moduli rossi di terracotta(unitamente a nylon, pigmenti, acciaio, video) formando una coppa che non può contenere nulla se non la luce. Una Luce rossa che simboleggia l’acqua del Giordano insanguinata dalle guerre; e seppur  luogo sacro per le religioni monoteiste,  anche  motivo di discordia e rivalità tra i popoli.

Giorgio Bevignani è così artista dell’anno, perché nel purgatorio del mondo contemporaneo costruisce un’arte carica di storia e di cultura e fonda sempre, con un linguaggio chiaro e tormentoso, un documento rigoroso, dove il simbolo è eletto ad albero germinante.

 

Carlo Franza 

 

 

 

 

 

 

Tag: , , , , , , , , , , , ,