L’intimo in mostra al Victoria & Albert Museum di Londra. Tre secoli di biancheria intima tra bellezza e seduzione.
Accattivante, sfizioso, sensuale, erotico, bellissimo, storico. Lo spettacolo è di quelli fascinosi, l’occhio è catturato dalla bellezza e dalla seduzione prodotta dall’indumento intimo che viene raccontato attraverso l’esposizione di lingerie maschile e femminile con la mostra “Undressed: A Brief History of Underwear”, 350 Years of Underwear in Fashion, la mostra che il Victoria & Albert Museum di Londra dedica all’intimo e aperta fino a marzo del 2017. Dalla sottogonna a gabbia dell’epoca vittoriana ai corpetti firmati Christian Dior degli anni ’50, dai corsetti del 1700 agli slip dei giorni nostri; l’esposizione racconta 350 anni attraverso gusti, tendenze e moda in fatto di biancheria, collezioni di intimo, oggetti disposti per tematiche e accostati a fotografie dell’archivio del prestigioso museo. Se ne percepisce al volo la sensualità, il sex appeal, e le mode che cha hanno fasciato o scoperto il corpo, maschile e femminile. E’ certo che l’ intimo ha subito nei secoli, specie in quelli presi in considerazione, una evoluzione legata alla moda e alla società. D’altronde era tradizione specie per il corredo femminile conservare capi preziosi o affettivamente datati per essere poi consegnati a nipoti e pronipoti.Non dimentichiamo che è dall’Illuminismo che s’è registrato un consumo forte di biancheria intima, e dal secolo successivo grazie all’uso dell’acqua corrente, ecco un diffondersi di condizioni igieniche, di bagni, profumazioni, ed anche una vera e propria cultura dell’intimo. Se ne fa cenno di ciò persino in quel testo “Paradiso delle Signore” di Emile Zola scrittore francese del Realismo ottocentesco che si spinge a raccontare proprio su quanto si metteva sotto gli abiti, su quell’intimo che seduceva uomini e donne. La mostra corre da una vestaglia da uomo del 1840 alla linea Bodywear di H&M disegnata da David Beckham. La storia dell’intimo maschile e femminile dal XVIII secolo ad oggi si snocciola in un preziosissimo e affascinante viaggio tra corsetti, crinoline, mutande, slip, boxer, reggiseni e calze esposti accanto a bozzetti, fotografie, pubblicità e packaging. Non solo coprire o scoprire il corpo, ma modellarlo con l’intimo, fino a renderlo non solo sempre più confortevole ma anche accattivante ed erotico con cuciture particolari e rinforzi che andavano a disegnare e a mettere in evidenza forme anatomiche. Fanno bella mostra i corsetti, utilizzati per ottenere i ricercatissimi “petto in fuori e vitino di vespa” e tutt’ oggi forte strumento di seduzione come mostra da tempo Kim Kardashian. E’ bene sapere che Coco Chanel considerava bustier e simili, costrizioni da cui liberarsi, e siamo in Belle Epoque. E prima di Mademoiselle Coco se ne era liberata la signora Napoleone, Joséphine de Beauharnais, per puntare su tunichette, décolleté prorompenti ma sostenute da una fettuccia leggera in seta. Eppoi reggiseni e calze, body, slip, biancheria intima sportiva, da gravidanza e allattamento, e quella hi-tech, e persino tanti pigiami che fanno pensare a Julian Schnabel, e ancora vestaglie e sottovesti. Negli anni Venti del Novecento il reggiseno era pensato per appiattire il petto, settant’anni dopo con il Wonderbra la scollatura è diventata una moda.
Nel campo maschile si susseguono culottes e diverse camicie maschili lunghe, che fino al XVIII secolo facevano parte dell’abbigliamento intimo dell’uomo. Di mutande, da donna e da uomo, in mostra ce ne sono tante e a sbirciarne il confezionamento, specie per quelle maschili, si capisce che tendevano ad esaltare il corpo maschile, le curve dei glutei e gli organi sessuali. E’ stata un’azienda australiana l’ AussieBum, a produrre i primi slip e costumi da uomo in moda da far si di mettere in risalto gli attributi grazie a cuciture e tessuti sovrapposti in punti strategici. Non mancano i boxer, fino a quelli ‘no-gender’, tema attualissimo, adatti indifferentemente a lui e lei, e dunque unisex. E per chi non si è accontentato dei corpi in pubblicità che indossavano l’intimo maschile, ecco gli slip indossati da David Beckham per H&M insieme a quelli di decine di sportivi famosi. Sappiamo quanto fin dagli anni Cinquanta del Novecento ha fatto la pubblicità in testate giornalistiche con foto di intimo con donne e uomini bellissimi; foto e corpi che dagli anni ’80 e ’90 hanno mostrato sportivi, modelli e attori famosi in slip persino in cartoni pubblicitari scenografici veicolati nelle nostre città. Da qui il businnes, il marketing nel settore underwear con cifre da capogiro. E chi non ha notato, in epoca nostra, gli slip con l’elastico griffato che fuoriescono dai jeans a vita bassa di tanta gioventù? Lo stilista Calvin Klein è stato tra i primi a selezionare un giovane, certo Mark Wahlberg, a cui ha fatto indossare un particolare tipo di boxer poi lanciato con il marchio CK, boxer anche chiamati calvins. E Calvin Klein non è stato il solo perché altre famose case di moda hanno investito nell’intimo e in testimonial. Da Coveri a Dolce&Gabbana, ( si pensi alla celebre campagna con la Nazionale Italiana di calcio nel 2006) da Giorgio Armani per la sua linea Emporio Armani ( con Rafael Nadal, David Beckham, Cristiano Ronaldo, etc..) fino a Jean Paul Gaultier. In mostra c’è tutta la storia della biancheria intima, dal Settecento – Ottocento fino ai giorni nostri. L’esposizione è un viaggio alla scoperta della moda e dei costumi di tempi passati certo, che svela non poco, anzi moltissimo, su come uomini e donne dovevano vivere “l’intimo”, non solo in camera da letto ma anche fuori. Mostra colta, vi assicuro, e da vedere. Non fatevela mancare.
Carlo Franza