Tony Tedesco con le opere adimensionali espone a Firenze con Pistoletto e Jan Fabre.
L’arte contemporanea fa ritrovare a Firenze, in mostre di singolare cornice, Tony Tedesco, Michelangelo Pistoletto e Jan Fabre. Non è poco, per di più i nomi leggendari dell’arte d’oggi si leggono con tre mostre-installazioni di significativo spessore storico e valore artistico. Pistoletto vive con una installazione a mò di vetrata dal titolo “Il terzo Paradiso” al Mercato Centrale. Jan Fabre ha dislocato le sue installazioni e sculture in più punti della città. Tony Tedesco fa ritrovare oltre venti “carte adimensionali” talune estroflesse, come veri e propri monocromi -blu, rossi,bianchi, arancioni,ecc. -, in una mirabile esposizione dal titolo “Sonorità adimensionali” al “Plus Florence” Seven Stars. Tedesco è dal 1990 che persegue il suo lavoro adimensionale, che vuol dire uscire da ogni spazio circoscritto per muoversi in un universo totale, e questa ricerca assoluta e aniconica può a tutto raggio definirsi anche analitica secondo l’accezione che ne ricavò il collega Filiberto Menna. Zonature monocrome in rapporto con lo spazio ricco di vuoti e pieni, di zone concave e convesse inventate da una libertà che muove un cordone cartapestaceo, verso un labirinto immaginifico. Tedesco con il suo lavoro molto europeo e poco italiano lascia centrifugare forme, colore e archetipi del mondo, vale a dire ha messo in piedi una grammatica del fare e del vedere di ancestrale memoria, che si innerva anche in quel linguaggio della disseminazione che da anni porta avanti Pinelli. Linguaggio concreto e astratto, geometrico e neospazialista, vitale e mentale, sarà bene che il collezionismo si muova seriamente nel fare tesoro del lavoro dell’artista milanese, che ormai giunto nell’età della maturità ha mostrato di saper competere accanto a colleghi illustri di statura mondiale, come nel caso qui a Firenze. Le aste già vivono questo crescendo, ancor più oggi il lavoro di Tony Tedesco ci giunge motivato anche con presenze in rassegne come in “Monocromi Blu” al Brera di Milano, dove s’è potuto percepire chiaramente con il suo linguaggio, finemente colto, strutturato, ossificato, il grado zero di un fare che fa gola a molti musei del mondo. L’adimensionale di Tony Tedesco può competere, dunque, sia con il “Terzo Paradiso di Pistoletto che con “Searching For Utopia” di Fabre. Vi pare poco? Ho grande stima per questo artista ormai entrato nelle collezioni più prestigiose d’Italia. E’ un artista che seguo da ben quarant’anni. E’ fortemente cresciuto artisticamente, il suo adimensionale vale la terra, il cielo e le intere acque del mare, perché viaggia nell’universo, ha rotto ogni confine, è incline a parametri che sanno veramente di paradiso.
Carlo Franza