Una Milano vertiginosa dipinta da Alessandro Russo. Così un docente dell’Accademia di Brera in mostra nella Galleria Antonio Battaglia di Milano racconta la città del futuro.
L’immagine, o meglio la pittura figurale, ha ancora la sua tenace resistenza e non solo, vive l’accensione innovante che descrive Milano, come ha fatto Alessandro Russo, la “nuova città che sale”, perché l’artista ha ripreso pittoricamente i cambiamenti della città come fece sia Sironi con le “periferie” nel primo novecento che Boccioni nel 1910 (la città che sale,1910-1911) con il suo registrare la Milano che cambiava e marciava verso il moderno. Ora la Galleria Antonio Battaglia ha inaugurato la mostra personale di Alessandro Russo, in occasione della pubblicazione del nuovo volume “Percorsi-Journey” presentato all’Accademia di Belle Arti di Brera, venerdì 20 maggio, ore 17.
Lascia da tempo intendere Antonio battaglia, giovane gallerista italiano, quale suo il suo procedere in galleria, ovvero quali siano le proposte vere, quelle che raccontano la storia di ieri e di oggi, traghettando in diversi ambiti dell’arte contemporanea, dalla pittura analitica agli estroflessi, dal monocromismo all’arte giovane, dalla nuova figuralità alle nuove nuovissime proposte.
E a proposito di nuova, anzi nuovissima figuralità, ecco questa seconda mostra in galleria del Russo, che qui espose nel lontano 2006. Ora in mostra troviamo le opere del periodo 2010-2016 dedicate alla città di Milano nel suo periodo di trasformazione a livello urbanistico e architettonico che l’artista interpreta con il suo linguaggio pittorico che da sempre lo contraddistingue. Bellissima mostra e nientaffatto tradizionale se per tradizionale si intende l’uso della pittura. La pittura ha una sua vergine resistenza, lo ribadisco con toni forti; purchè racconti e dica il nuovo, registri la storia e i cambiamenti di usi, costumi, tradizioni e ambienti. Persino, come nel caso di Milano i cambiamenti architettonici che diversamente sarebbero stati registrati solo dalla fotografia d’autore. E non era il caso.
Ecco scorci e vedute aeree delle nuove zone del panorama milanese come la Torre Unicredit di Piazza Gae Aulenti o il Bosco Verticale situate nel centro direzionale di Milano insieme a scorci più classici come il Duomo Rosso e la Stazione Centrale, la Zona Garibaldi e certe periferie. Russo sa non solo dipingere, ma sa disegnare come pochi, perché ritaglia nell’essenziale le immagini, caricandole di macchie colorate, quanto basta a catturare la visione dello spettatore. Bellissimi i tagli, la resa delle riprese dal basso verso l’alto e dell’alto verso il basso, in un crescendo di segni, di zonature colpite da una luce che mette sussulto, offre la tensione della città dinamica, e si fa invenzione poetica della città raccontata “dal profondo”. I tagli scenografici della città vivono la febbrile dinamica del vivere, perché Russo dal suo gusto di protagonista isolato e presente, combina luci e controluci, e un lessico informale che ha dell’incredibile.
Carlo Franza