rachel-roseFino agli anni Settanta del Novecento in arte  sfondavano artisti di ogni ceto sociale.  Dagli anni Ottanta in poi s’è fatta strada l’idea che in arte si sfonda solo se si appartiene a una certa estrazione sociale e finanziaria.  Ma per diventare artisti, molti si chiedono se contano   molto i  soldi da investire nella propria carriera. È questa una domanda che da sempre incombe sul variegato mondo  dell’arte, un universo in cui il denaro è sempre stato  linfa significante  e che si attesta tra  grandi aste,  mercanti e contratti, amicizie con la critica che conta, offerte milionarie e ricchi mecenati.indexindex3 

Dirò che il problema va posto in modo diverso, e cioè non è tanto quanto il denaro influenzi in generale il mondo dell’arte contemporanea, ma quanto debba essere considerato punto di partenza  per sfondare come artista, al pari del talento, della creatività  o della fortuna. Gli esempi cif601929bcf1fd7bf4e532adfe5c18f61 sono e ve li propongo. Nel  marzo 2015 il Guggenheim Museum di New York  ha esposto i lavori dell’artista iraniana novantenne  Monir Shahroudy Farmanfarmaian, che il Finanacial Times indicava  essere la discendente di una famiglia di ricchi mercanti e il cui padre è stato eletto nel parlamento iraniano.  c0093799caadbe5a5b154ad7e34de9cfStesso tipo di insinuazioni e pettegolezzi  per  una delle artiste più famose, innovative e discusse del nostro secolo, vale a dire Yoko Ono, la quale  non solo è stata la compagna di uno dei grandi della musica, tale  John Lennon, ma Ono è figlia di un grande banchiere e nipote del fondatore della potentissima Yasuda Bank, grande istituzione nel Sol Levante. Tra i più giovani vengono spesso tirati in ballo Rachel Rose (foto sopra  a sinistra ) e Dash Snow, anche loro artisti entrambi rampolli di facoltose famiglie. Sicuramente ha buon peso il fatto del  background familiare nella scalata al successo,  e la ricchezza di base non sminuisce la nobiltà della produzione artistica  a patto che quest’ultima deve  rimanere  e mostrarsi vitale  solo se la creatività è forte; poi  l’accesso al capitale nel lancio di prodotti, manufatti, dipinti, sculture  e installazioni certo che fa il resto. D’altronde non è così solo in arte, ma in qualsiasi professione  e scelta di vita  quando si ha una famiglia facoltosa alle spalle che finanzia le proprie ricerche  artistiche e non ci si deve preoccupare dei bisogni fondamentali, essere creativo è decisamente molto più facile.

Sta di fatto che un’inchiesta britannica ha fatto conoscere  che la stragrande maggioranza degli artisti in circolazione provengono dalla classe media, una tendenza che sembra valere sia in Europa che negli Stati Uniti. E in Italia?  Anche. E’ certo però che  una famiglia benestante  alle spalle può semplificare  -e di molto-   il lavoro dell’artista, ma i punti fermi  per il successo sono a mio avviso, la ricerca, la novità, la cultura, l’etica, le ampie vedute, e  il supporto morale -affiancato al finanziario-  dei propri cari.

 Carlo Franza

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