La luna di latte di Camille Henrot in mostra al Madre di Napoli.
Al museo MADRE di Napoli è una vera e propria illuminazione la mostra di Camille Henrot (Parigi, 1978, Leone d’argento alla 55 Biennale di Venezia) dal titolo “ Luna di latte” (Sala delle Colonne, primo piano). La mostra, a cura di Cloé Perrone, esplora il significato culturale e simbolico del lunedì, il “giorno della luna”, reinterpretando il lato oscuro della notte a cui esso è tradizionalmente connesso, in un preludio di prolifica e fantastica invenzione, che l’artista decide di condividere con il pubblico. La luna, con il suo perenne moto, da sempre influenza il nostro pianeta, noi, i nostri umori, il nostro immaginario e la nostra storia: sin dall’antichità la luna è simbolo di fertilità e buon auspicio, ma anche di mistero e melancolia. La “luna di latte”, la luna piena del mese di maggio e del risveglio primaverile, produrrebbe creatività e abbondanza. La scansione del tempo nei giorni della settimana e i significati storicamente loro attribuiti sono reinterpretati da Henrot in questa mostra – come accaduto, in progetti precedenti, con le narrazioni mitologiche o le carte astrologiche – quali pure convenzioni e finzioni umane, strumenti per imporre ordine sul caos dell’esistenza, dare senso all’ossessivo bisogno umano di scandire, misurare, possedere, interpretare il tempo. Articolandosi nella presentazione di un centinaio di disegni e collage, sette sculture in diversi materiali e un ciclo di pitture murali, la mostra ci introduce non solo nell’intimità dell’ambiente di lavoro dell’artista, ma esplora il suo stesso processo ideativo e creativo, svelando materiali preziosi, inediti, in genere destinati a rimanere segreti: bozzetti, schizzi, disegni preparatori connessi sia alla mostra “Monday” già presentata alla Fondazione Memmo di Roma sia ai suoi sviluppi, che prenderanno forma definitiva fra un anno, nella mostra personale dell’artista al Palais de Tokyo di Parigi. L’intera mostra si definisce come un’ipotetica visita allo studio dell’artista al lavoro, riplasmando il museo in uno stato di accoglienza sognante e sospesa: esperienza seducente e sottile che Henrot ci invita a vivere con lei, in occasione di questa spettacolare, preziosa e storica esposizione.
Carlo Franza