Letters_from_several_parts_of_Europe_and_the_East_tifInvito Solo Italia DefinitivoIl Grand Tour era un lungo viaggio nell’ Europa continentale effettuato dai ricchi giovani dell’aristocrazia europea a partire dal XVIII secolo e destinato a perfezionare il loro sapere con partenza e arrivo in una medesima città. Questo viaggio poteva durare da pochi mesi fino a svariati anni. Lo svolgersi del viaggio e la comune meta e destinazione finale era l’ Italia. Quanti viaggi siano stati fatti in Italia da intellettuali, artisti, scrittori, musicisti, storici dell’arte e archeologi lo hanno detto già le cronache. Per tutti c’era “Solo Italia”. Ed è questo il titolo della mostra in questione, di quanti mossi dalla ricerca delle bellezze italiane dal 1700 ad oggi. Il Viaggio in Italia intrapreso da qualche anno dal Museo didattico dell’Istituto Centrale della Grafica si arricchisce fino al 25 settembre 2016 di nuove riflessioni, attraverso l’esolo-italia-architettura-e-paesaggio-culturale-disegni-dal-settecento-a-oggi-01sposizione di disegni di architettura e di vedute italiane provenienti dalla Galleria Tretyakov di Mosca e dalla Fondazione Tchoban, Museo per il disegno architettonico di Berlino, cui si affianca una selezione di opere dalle collezioni del Gabinetto nazionale delle Stampe dell’ICG.  Francesco-Panini-Veduta-del-Corso-ICGSono esposti oltre settanta disegni di Canaletto, Piranesi, Panini, ed anche di artisti italiani e francesi che hanno lavorato in Russia e di russi che hanno viaggiato e visitato l’Italia, in particolare Roma, Firenze, Venezia, Napoli, dal Settecento ai giorni nostri. 6dde23899d3a17527c9242cef14111f7ae6dff8Il filo conduttore, tra vedute e disegni di architettura, è testimoniato anche da una serie di vedute italiane disegnate da architetti russi contemporanei, tra cui lo stesso architetto Sergei Tchoban, che nel 2009 ha dato vita a Berlino alla fondazione che porta il suo nome. Importante disegnatore lui stesso e appassionato collezionista di disegni di architettura, Tchoban ha raccolto eccezionali tavole di architetti che vanno dal XVI al XXI secolo, con particolare attenzione ai costruttivisti russi. Articolo-4_FotoL’arco cronologico affrontato coincide con l’emergere, l’affermarsi, l’imporsi del paesaggio italiano nelle sue diverse articolazioni ed espressioni, a partire dal momento in cui – nel Settecento – ottiene il riconoscimento di genere autonomo, slegato dalla presenza fino ad allora indispensabile della figura umana, ed ancora fino ai nostri giorni, in cui la rappresentazione del territorio deve fare i conr_1023_A4ti con l’industrializzazione e il massiccio inurbamento, e il paesaggio culturale inteso come l’opera combinata della natura e dell’uomo diventa via via un bene comune, da riconoscere e tutelare. I tre Musei sono accomunati – oltre alla comune professione di collezionismo grafico – dall’appartenenza all’International Council of Museums – Icom Unesco, come soci istituzionali. Solo Italia recentemente ha fatto parte, grazie al patrocinio Icom, delle iniziative connesse alla XXIV Assemblea Generale, tenuta a Milano dal 3 al 9 luglio 2016, in cui è stato declinato in vari modi il complesso tema “Musei e paesaggio culturale”, e che mi ha visto partecipe come professore aggregato di storia del paesaggio contemporaneo. Il catalogo, in russo e in italiano, contiene poi testi introduttivi di Zelfira Tregulova, direttrice della Galleria Tretyakov, Nadja Bartels, direttrice del Museo del Disegno architettonico della Fondazione Tchoban, Maria Antonella Fusco, dirigente Istituto centrale per la grafica, seguiti da saggi critici di rilevante storicità di Irina Lebedeva, Vladimir Sedov, Nina Markova, Rita Bernini.

Vi assicuro dell’alto livello della mostra, che ad ampio raggio documenta nei secoli le trasformazioni del paesaggio, la storia della nostra Italia, il rapporto uomo-natura, le bellezze del nostro paese, le nostre città tra centro storico e periferia. Disegni impeccabili, storia anche dell’architettura, unicità che ne hanno fatto dell’Italia una penisola unica, paradiso di culture e di popoli.

Carlo Franza

 

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