Scoperta la città romana di Claterna, in Emilia. Una mostra nel bolognese fa luce sui capolavori del sito archeologico.
Vi assicuro che da anni i miei occhi non vedevano antichità di così preziosa fattura, non è stato facile reggere l’emozione all’affascinante scoperta della città romana di Claterna, sulla Via Emilia, e alla visione dello straordinario mosaico pavimentale di una domus di età imperiale, eccezionalmente esposto a Palazzo di Varignana Resort & SPA a Castel San Pietro Terme-Bologna fino al 30 giugno 2017. Affascinante, grandiosa scoperta, perché qui c’è parte delle nostre origini,qui vive la storia romana che è soprattutto storia d’Italia e della penisola. La storia della città romana di Claterna è narrata da un testimonial d’eccezione, un magnifico mosaico policromo proveniente da una domus di età imperiale, finora esposto al pubblico solo in due occasioni. L’esposizione allestita nel Palazzo Bargellini Bentivoglio di Varignana, sulle colline alle immediate spalle di Claterna, è uno spettacolare tassello di valorizzazione dell’area archeologica sulla Via Emilia che da 1500 anni giace sepolta sotto una sottile coltre di terreno nel territorio di Ozzano nell’Emilia.
L’esposizione dell’incantevole mosaico, uno di rari esempi di tessellato policromo di età augustea dell’Italia settentrionale, “fra i più fini ed eleganti mosaici policromi di epoca romana”, come lo definì nel 1898 il suo scopritore Edoardo Brizio-, di oggetti d’uso quotidiano (vasellame da mensa, balsamari, lucerne) e di altri manufatti che documentano le tecniche costruttive delle case romane (laterizi, stucchi, intonaci e porzioni di pavimenti in esagonette e a mosaico), è l’occasione per ripercorrere la vita che scorreva in questa città in tutti i suoi aspetti, dal vivere al costruire. L’itinerario proposto restituisce l’idea di un’edilizia abitativa di prestigio e anche gli oggetti della vita quotidiana esposti in buon numero testimoniano una sicura agiatezza dei personaggi che qui vissero e che di tale prosperità furono i protagonisti.
Fin dal momento del suo distacco e restauro, il mosaico è stato conservato nel Museo Civico Archeologico di Bologna e da allora esposto al pubblico solo in due occasioni.
Carlo Franza