Bocciato il Ministro Franceschini e il MIBACT. Il Tar del Lazio boccia le nomine di cinque superdirettori scelti per la Riforma del 2015. La parola passa al Consiglio di Stato.
Non ho mai avuto simpatia per il modo di fare del Ministro Franceschini, messo a dirigere il Ministero dei Beni Culturali da Matteo Renzi. E di Matteo Renzi ha lo stesso spirito e la stessa arroganza. L’ultima parola la vuole sempre lui, neppur fosse il più grande scrittore italiano. Gestisce il Ministero a modo suo, lo sanno tutti i dipendenti del Ministero in questione. Ora ben due sentenze del Tar del Lazio contestano le nomine di cinque tra i venti superdirettori ai quali, nel 2015, il Ministero dei Beni Culturali affidò la gestione di musei e siti in posizione chiave. Dal resoconto dei due ricorsi presentati, il primo da una candidata alla direzione di Palazzo Ducale e della Galleria Estense di Modena( una collega per altro preparatissima e laureata in Storia dell’Arte all’Universita La Sapienza di Roma ) e l’altro da un candidato al ruolo di direttore del Parco Archeologico di Paestum e dei musei archeologici di Taranto, Napoli e Reggio Calabria, si è evinto che le procedure sono viziate in più punti, dalla liceità dell’ammissione di cittadini stranieri al concorso, ai criteri di valutazione, fino alla modalità di svolgimento del colloquio, a porte chiuse, senza la presenza di uditori estranei. Forse non sa Franceschini che i concorsi pubblici per l’orale sono aperti affinchè tutti possano ascoltare e rendersene conto, glielo dico a gran voce visto che più volte sono stato commissario e presidente in tal senso.
“Il bando della selezione non poteva ammettere la partecipazione al concorso di cittadini non italiani in quanto nessuna norma derogatoria consentiva di reclutare dirigenti pubblici fuori dalle indicazioni tassative espresse dall’articolo 38. Se infatti il legislatore avesse voluto estendere la platea di aspiranti alla posizione dirigenziale ricomprendendo cittadini non italiani lo avrebbe detto chiaramente”, così motivano il presidente della seconda sezione quater del Tar, Leonardo Pasanisi e il consigliere Francesco Arzillo, che continuano: “A rafforzare la sostenuta illegittimità della prova orale, la circostanza che questa ultima si sia svolta a porte chiuse”. Si parla poi di criteri di valutazione “magmatici”, che non consentono di “comprendere il reale punteggio attribuito a ciascun candidato”.
La reazione del Ministro non si è fatta attendere ed è stata affidata a Twitter, in attesa del prevedibile ricorso al Consiglio di Stato: “Il mondo ha visto cambiare in 2 anni i musei italiani e ora il TAR Lazio annulla le nomine di 5 direttori. Non ho parole, ed è meglio”. Eccola risposta del Franceschini, ed ecco l’arroganza di chi non ammette di aver sbagliato. I direttori erano stati scelti con una procedura di selezione internazionale, selezionati da una commissione composta da docenti, storici e dirigenti di musei, ma le discussioni allora non mancarono e adesso, dopo tre anni, tutto viene rimesso in discussione. E dunque, il Ministro Franceschini è stato bocciato.
Franza Carlo