Ecco il vero volto di Papa Bergoglio. Non riceve i cardinali che lo contestano. Anzi li licenzia e se li toglie di torno. Qui la lettera del Cardinale Caffarra.
I quattro cardinali, autori dei “dubia” concernenti l’Esortazione Amoris laetitia, hanno reso nota, attraverso il blog del vaticanista Sandro Magister, una richiesta di udienza che il cardinale Carlo Caffarra ha presentato al Papa lo scorso 25 aprile ma che, come i “dubia”, non ha avuto risposta. Il deliberato silenzio di Papa Francesco – che pure riceve a Santa Marta personalità molto meno rilevanti, per discutere di problemi molto meno importanti per la vita della Chiesa – è la ragione della pubblicazione del formidabile documento. A questo punto ecco il vero volto di questo Papa venuto dall’Argentina, devo dire che mi pare abbia ben appreso la lezione dei militari che hanno tenuto in scacco quel popolo.
Nella richiesta amorevole di udienza, i quattro cardinali (Brandmüller, Burke, Caffarra e Meisner) fanno sapere che avrebbero voluto spiegare al Pontefice le ragioni dei “dubia” ed esporre la situazione di grave confusione e smarrimento in cui versa la Chiesa, soprattutto per quanto riguarda i pastori d’anime e, “in primis”, i parroci. Infatti, nell’anno trascorso dalla pubblicazione di Amoris laetitia, «sono state pubblicamente date interpretazioni di alcuni passi obiettivamente ambigui dell’Esortazione post-sinodale, non divergenti dal, ma contrarie al permanente Magistero della Chiesa. Nonostante che il Prefetto della Dottrina della Fede abbia più volte dichiarato che la dottrina della Chiesa non è cambiata, sono apparse numerose dichiarazioni di singoli Vescovi, di Cardinali, e perfino di Conferenze Episcopali, che approvano ciò che il Magistero della Chiesa non ha mai approvato. Non solo l’accesso alla Santa Eucarestia di coloro che oggettivamente e pubblicamente vivono in una situazione di peccato grave, ed intendono rimanervi, ma anche una concezione della coscienza morale contraria alla Tradizione della Chiesa. E così sta accadendo – oh quanto è doloroso constatarlo! – che ciò che è peccato in Polonia è bene in Germania, ciò che è proibito nell’Arcidiocesi di Filadelfia è lecito a Malta. E così via. Viene alla mente l’amara constatazione di B. Pascal: “Giustizia al di qua dei Pirenei, ingiustizia al di là; giustizia sulla riva sinistra del fiume, ingiustizia sulla riva destra”».
Non c’è assolutamente scandalo né vera ribellione nel fatto che dei cardinali, collaboratori del Papa gli chiedano un’udienza privata e che, nella richiesta, descrivano con parrhesia(La parresìa quindi assume un significato che va oltre quello di isegoria(da isos = uguale e ὰγορεύω parlare in pubblico) che vuol dire riconoscere a tutti i cittadini la libertà di prendere la parola nelle assemblee pubbliche della grecia antica) e distinta oggettività, la divisione che ogni giorno si allarga nella Chiesa. Lo scandalo è il rifiuto del Successore di Pietro di ascoltare chi chiede di essere ricevuto. Tanto più che Papa Francesco ha voluto fare dell’ “accoglienza” il marchio di fabbrica del suo pontificato affermando, in una delle sue prime omelie a Santa Marta (25 maggio 2013) che i «cristiani che chiedono non devono mai trovare porte chiuse». Perché Papa Francesco si rifiuta di dare udienza a quattro cardinali che non fanno altro che il loro dovere di consiglieri del Papa?
Le parole dei cardinali sono filiali e rispettose. Si può presumere che la loro intenzione sia stata di cercare di far luce e in meglio, in un’udienza privata, sulle intenzioni e i piani di papa Francesco ed eventualmente rivolgere al Pontefice una correzione filiale in camera caritatis. Il silenzio di Papa Francesco nei loro confronti è ostinato e irriguardoso, ma nel suo perdurare esprime la posizione di chi va avanti con determinazione senza confronti come invece Cristo fece con i 12 Apostoli. Circola voce che papa Francesco stia anche pensando allo sberrettamento dei quattro cardinali, ovvero a togliere la dignità cardinalizia ai quattro dei dubia. Non si dimentichi che Bergoglio è un gesuita e che Pio XI sberrettò, ovvero tolse la porpora, al famoso teologo gesuita Louis Billot.
Intanto mentre scriviamo è all’ordine del giorno che anche un altro cardinale ovvero il cardinale Muller è stato Licenziato da papa Francesco. Sua Eminenza il Cardinale Gerhard Ludwig Müller( beninteso 69 anni e dunque giovane), Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede dal 2 luglio 2012, è stato licenziato da papa Francesco allo scadere esatto del suo mandato di 5 anni. Il porporato è rimasto in silenzio fin quando il Papa non gli ha proposto un altro incarico a Roma, ovviamente di serie B considerando che l’ex Sant’Uffizio è il dicastero più importante della Curia romana e che Müller è il secondo successore di Joseph Ratzinger che è stato al vertice della congregazione per un quarto di secolo prima di essere eletto Papa. Si racconta che il porporato tedesco ha cortesemente declinato la proposta ringraziando per l’offerta che gli era stata fatta da Francesco. Molto probabilmente ora tornerà nella sua Germania, senza alcun incarico. In pensione ben cinque anni prima dell’età canonica delle dimissioni. Müller, infatti, il 31 dicembre 2017 compirà 70 anni.
C’ è dell’altro. Il cardinale statunitense Raymond L. Burke, altro contestatore, è stato trasferito dalla Segnatura Apostolica all’incarico onorario di patrono del Sovrano Ordine Militare di Malta, proprio perchè uno dei quattro firmatari e ciò ben sottolinea il presunto scontro tra il prelato arciconservatore e il pontefice “progressista” (sic).
Ecco di seguito la lettera al papa del Cardinale Carlo Caffarra e degli altri firmatari .
“LA NOSTRA COSCIENZA CI SPINGE…”
Beatissimo Padre,
è con una certa trepidazione che mi rivolgo alla Santità Vostra, durante questi giorni del tempo pasquale. Lo faccio a nome degli Em.mi Cardinali: Walter Brandmüller, Raymond L. Burke, Joachim Meisner , e mio personale.
Desideriamo innanzi tutto rinnovare la nostra assoluta dedizione ed il nostro amore incondizionato alla Cattedra di Pietro e per la Vostra augusta persona, nella quale riconosciamo il Successore di Pietro ed il Vicario di Gesù: il “dolce Cristo in terra”, come amava dire S. Caterina da Siena. Non ci appartiene minimamente la posizione di chi considera vacante la Sede di Pietro, né di chi vuole attribuire anche ad altri l’indivisibile responsabilità del “munus” petrino. Siamo mossi solamente dalla coscienza della responsabilità grave proveniente dal “munus” cardinalizio: essere consiglieri del Successore di Pietro nel suo sovrano ministero. E del Sacramento dell’Episcopato, che “ci ha posti come vescovi a pascere la Chiesa, che Egli si è acquistata col suo sangue” (At 20, 28).
Il 19 settembre 2016 abbiamo consegnato alla Santità Vostra e alla Congregazione della Dottrina della Fede cinque “dubia”, chiedendoLe di dirimere incertezze e fare chiarezza su alcuni punti dell’Esortazione Apostolica post-sinodale “Amoris Laetitia”.
Non avendo ricevuto alcuna risposta da Vostra Santità, siamo giunti alla decisione di chiederLe, rispettosamente ed umilmente, Udienza, assieme se così piacerà alla Santità Vostra. Alleghiamo, come è prassi, un Foglio di Udienza in cui esponiamo i due punti sui quali desideriamo intrattenerci con Lei.
è trascorso ormai un anno dalla pubblicazione di “Amoris Laetitia”. In questo periodo sono state pubblicamente date interpretazioni di alcuni passi obiettivamente ambigui dell’Esortazione post-sinodale, non divergenti dal, ma contrarie al permanente Magistero della Chiesa. Nonostante che il Prefetto della Dottrina della Fede abbia più volte dichiarato che la dottrina della Chiesa non è cambiata, sono apparse numerose dichiarazioni di singoli Vescovi, di Cardinali, e perfino di Conferenze Episcopali, che approvano ciò che il Magistero della Chiesa non ha mai approvato. Non solo l’accesso alla Santa Eucarestia di coloro che oggettivamente e pubblicamente vivono in una situazione di peccato grave, ed intendono rimanervi, ma anche una concezione della coscienza morale contraria alla Tradizione della Chiesa. E così sta accadendo – oh quanto è doloroso constatarlo! – che ciò che è peccato in Polonia è bene in Germania, ciò che è proibito nell’Arcidiocesi di Filadelfia è lecito a Malta. E così via. Viene alla mente l’amara constatazione di B. Pascal: “Giustizia al di qua dei Pirenei, ingiustizia al di là; giustizia sulla riva sinistra del fiume, ingiustizia sulla riva destra”.
Numerosi laici competenti, profondamente amanti della Chiesa e solidamente leali verso la Sede Apostolica, si sono rivolti ai loro Pastori e alla Santità Vostra, per essere confermati nella Santa Dottrina riguardante i tre sacramenti del Matrimonio, della Confessione e dell’Eucarestia. E proprio in questi giorni, a Roma, sei laici provenienti da ogni Continente hanno proposto un Seminario di studio assai frequentato, dal significativo titolo: “Fare chiarezza”.
Di fronte a questa grave situazione, nella quale molte comunità cristiane si stanno dividendo, sentiamo il peso della nostra responsabilità, e la nostra coscienza ci spinge a chiedere umilmente e rispettosamente Udienza.
Voglia la Santità Vostra ricordarsi di noi nelle Sue preghiere, come noi La assicuriamo che faremo nelle nostre. E chiediamo il dono della Sua Benedizione Apostolica.
Carlo Card. Caffarra -Roma, 25 aprile 2017
Festa di San Marco Evangelista
Non aggiungo altro, i fatti parlano da sé, alla luce anche del congedo momentaneo che Papa Bergoglio ha concesso al Cardinale australiano George Pell attualmente prefetto degli Affari economici del Vaticano( numero tre in Vaticano dopo Bergoglio e Parolin Segretario di Stato) accusato di aver commesso abusi sessuali su minori e chiamato a rispondere davanti al Tribunale di Melbourne il prossimo 18 luglio 2017. I fatti contestati risalgono a quando era sacerdote a Ballarat (1976-1980) e, poi, arcivescovo a Melbourne (1996-2001). Mi chiedo, e se Pell fosse stato eletto Papa invece di Bergoglio?
Carlo Franza