41a Sessione Comitato Patrimonio Mondiale – Cracovia 2-12 luglio 2017 Stato di conservazione del Sito“Venezia e la sua laguna”.
Il Comitato del Patrimonio Mondiale, riunito a Cracovia per la sua 41aSessione, ha adottato la Decisione sullo stato di conservazione del sito “Venezia e la sua laguna”. Durante la 41ma sessione del Comitato i rappresentanti dei 21 Paesi membri e gli osservatori da oltre 170 nazioni che hanno aderito alla Convenzione Unesco sul Patrimonio dell’umanità a carattere culturale e naturale, discuteranno delle politiche generali e dei progressi nella realizzazione della Convenzione adottata nel 1972. È proprio il Comitato che decide in merito all’annovero dei nuovi siti di interesse generale. In quel campo l’Italia, con i 51 siti Unesco, detiene il primato.
La Decisione esprime apprezzamento per il lavoro svolto dal Governo in stretta sinergia con il Comune di Venezia e le autorità locali che hanno pienamente collaborato con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e con la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO.
L’UNESCO prende dunque atto dei progressi già realizzati e, riconoscendo la complessità delle tematiche inerenti lo stato di conservazione del Sito, conferma la necessità di disporre di tempi adeguati per verificare tecnicamente le soluzioni già individuate e in corso di definizione relativamente alle principali questioni all’attenzione dell’UNESCO (progetto di governance del turismo, alternativa al passaggio delle grandi navi in Bacino San Marco, tutela dell’identità locale e delle tradizioni). Sottolinea altresì l’opportunità che venga raggiunto un ampio consenso tra le istituzioni e i molteplici portatori d’interesse. Tra le raccomandazioni incluse nella Decisione la richiesta di un aggiornamento del rapporto sullo stato di conservazione del Sito che illustri i progressi ulteriormente raggiunti, entro il 1 dicembre 2018, affinché sia valutato nella 43a sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale del 2019. Evitata la bocciatura della laguna, il Comitato riunito a Cracovia ha rimandato ogni decisione tra due anni. Venezia può tirare un sospiro di sollievo. La bocciatura dell’Unesco è stata scongiurata, ma la perla della laguna è stata comunque rimandata al 2019, per completare il proprio percorso virtuoso. La decisione è stata assunta oggi dal Comitato del Patrimonio Mondiale dell’Unesco, riunito a Cracovia per la sua 41/a sessione. Le riserve non sono state sciolte del tutto, rimangono aperte talune finestre di osservazione e confermata dunque la necessità di disporre di tempi adeguati per verificare tecnicamente le soluzioni già individuate e in corso di definizione relativamente alle principali questioni all’attenzione dell’Unesco.
Si tratta del progetto di governance del turismo, dell’alternativa al passaggio delle grandi navi nel Bacino San Marco (si va verso la soluzione del canale Vittorio Emanuele), della tutela dell’identità locale e delle tradizioni. Le istituzioni locali e nazionali sono state infine invitate a raggiungere un ampio consenso con i molteplici portatori d’interesse: riferimento esplicito alla protesta dei residenti travolti dalla ressa provocata da 30 milioni di turisti l’anno. Tra i progressi principali che sono stati riconosciuti a Venezia ci sono lo spostamento delle stazioni di arrivo dei “lancioni” gran turismo, il blocco del cambio di destinazione d’uso degli immobili da residenzialità a ricettività, la presentazione del decalogo “Rispect Venice” contro il degrado, il biglietto unico per la città metropolitana a 28 euro – vaporetti compresi, bambini gratis -, il censimento dei turisti attraverso contapersone e celle telefoniche, ormai prossimo ad essere attivato.
Tutto ciò vale come un importante risultato che rafforza l’impegno del Governo e delle autorità locali a proseguire gli sforzi già in atto per la tutela di “Venezia e la sua laguna”, a trenta anni dalla sua iscrizione nella World Heritage List. Nella sessione di oggi dietro la lavagna è finita invece Vienna, inserita nella black list ed ora a rischio espulsione dai Patrimoni dell’Umanità.
Carlo Franza