La politica di Bergoglio prete e Papa che ha “la sua idea di arte”, fuori da ogni regola estetica del contemporaneo.
Bergoglio prete e Papa ha trascinato in Italia e in Vaticano la sua idea di Chiesa e Cattolicesimo, molto lontana dai Papi che lo hanno preceduto nei secoli precedenti, e pazienza, ma arrivando dall’Argentina ovvero dall’America del Sud si è portato dietro l’esempio del prete guerrigliero colombiano Camilo Torres Restrego e del prete Fernando Cardenal che faceva parte come ministro del governo rivoluzionario sandinista del Nicaragua. Bergoglio che da un po’ di tempo non sento più come il mio Papa – essendo io rimasto ancora legato a Papa Ratzinger con nome santissimo di Benedetto XVI- impazza a far politica, dicendo al governo italiano cosa fare e quanti migranti devono arrivare ( mi risulta da fonte sicura che ci sono pratiche in corso per portare col benestare della Chiesa e di qualche prete interessato un CARA con almeno duemila ospiti (centro raccolta immigrati) persino a Lucugnano nel Salento nell’ex manifattura Tagliaferro). Povero Salento, ha finito di vivere e di definirsi paradiso di ulivi, mare, vento e luce. Non farebbe bene Bergoglio a interessarsi dell’arcivescovo -e non è l’unico- già finito sui giornali (Il Messaggero e Dagospia) nel giugno 2017 che dinanzi a una porta di ingresso in Vaticano infastidisce ragazzotti per le sue pruderie gay ? Bergoglio si interesse di tutto eccetto che di Vangelo, anzi del suo Vangelo che non è quello di Cristo e dei quattro evangelisti. Prego Iddio ogni giorno che mandi un segno forte all’intera chiesa di Cristo ormai disorientata con milioni di fedeli allo sbando. Le direttive poi che il Ministero della Cultura con il Cardinale Ravasi dovrebbe dare non sono delle migliori, con preti che nelle chiese fanno quel che vogliono del patrimonio artistico moderno e non. E mentre è in corso a Venezia la Biennale d’arte e visto che quest’anno la Santa Sede ha deciso di non presentare il proprio Padiglione alla Biennale d’Arte di Venezia – sarebbe stata la terza partecipazione – esce il documentario “La mia idea d’arte”, tratto dal libro scritto da Papa Francesco e Tiziana Lupi, edito nel 2015 per Mondadori. Un’idea improntata alla diffusione capillare dell’immenso e prezioso patrimonio artistico del Vaticano, per permettere ai fedeli di tutto il mondo di partecipare alla bellezza della creazione umana, riflesso dello splendore divino. E anche una considerazione sul ruolo pervasivo e persuasivo dei linguaggi artistici, sia sacri che profani.
Nel documentario di Claudio Rossi Massimi, prodotto da Imago Film, ad accompagnare gli spettatori in una visita suggestiva e fuori dal comune è proprio Papa Bergoglio, che ha selezionato -chissà con quale competenza- tra i Musei Vaticani, la Basilica di San Pietro e Piazza San Pietro, undici opere rappresentative di un’arte misericordiosa, rivolta agli ultimi e non solo ai conoscitori e agli appassionati. L’antichissimo rapporto tra arte e religione si rinnova con forza inedita, lungo le tappe di questo viaggio in alta definizione tra epoche e stili, dalla Cappella Sistina di Michelangelo alla Deposizione di Caravaggio. Certo senza dimenticare il contemporaneo, una sfida ancora aperta per l’arte sacra, con due sculture dell’argentino Alejandro Marmo; quest’ultimo a nostro avviso non ha né il carisma della creatività né la visione del nuovo e dell’attuale. Se Bergoglio vuole consacrare artista Alejandro Marmo, è molto lontano dagli storici dell’arte contemporanea, ad iniziare dal sottoscritto. Papa Bergoglio pensi invece alla Chiesa Cattolica ormai sul punto di naufragare.
Carlo Franza