Scoperta una Pompei transalpina. Sono i resti di un sito romano vicino a Lione in Francia .
Trenta chilometri a sud di Lione, città che fu la capitale della tribù degli Allobrogi soldati forti e ricchi inglobati poi nell’esercito di Giulio Cesare, c’è Vienne, cittadina francese della regione del Rodano-Alpi. La città ebbe una sua fase imponente e splendida già in epoca imperiale, tanto che a quel tempo occorre far risalire il Tempio di Augusto e Livia, mentre a un periodo più tardo appartiene il circo. Dallo scorso aprile 2017 è iniziata una imponente campagna di scavi, facente capo a un illuminato archeologo che è Benjamin Clement, a capo di una squadra che sta riportando alla luce ciò che ancora rimane dell’antico insediamento, situato in una zona soprattutto importante per il passaggio strategico tra la parte più settentrionale della Gallia e la provincia Narbonense. Gli Storici dell’Arte già ne parlano come di una nuova Pompei, magari più piccola, sulle rive del Rodano, una città antica, fiorente e ben conservata, nascosta esattamente al di sotto di una superficie di 7.000 metri quadrati, che attualmente era stata destinata alla costruzione di un grande complesso residenziale.
A tutt’oggi sono state portate alla luce alcune grandi strutture, tra le quali una domus patrizia, chiamata Casa Bacchanaliana, per il pavimento piastrellato raffigurante una processione di menadi e satiri, che lasciano leggere evidenti tracce di un disastroso incendio. In un’altra domus è stato trovato un mosaico raffigurante la scena mitologica del rapimento, da parte di Pan, di Talia, musa che presiedeva alla commedia e alla satira. Rinvenuti anche i resti di un edificio pubblico, con una fontana adornata da una statua di Ercole, forse una scuola di filosofia. Secondo l’archeologo Benjamin Clement, che guida la campagna scavi, il sito fu abitato per circa trecento anni e abbandonato proprio a causa di una serie di incendi a catena. E’ certo che particolari più precisi li sapremo solo via via con l’avanzamento degli scavi che proseguiranno almeno fino alla fine dell’anno 2017. E solo allora, nonostante già gli anticipi strutturali riportati a luce, che danno già idea delle bellezze e delle ricchezze architettoniche, murarie, e musive, sapremo di più di questa nuova Pompei transalpina.
Carlo Franza