SWITZERLAND. Zurich. 1941. Nude. "Breast with grid."250 immagini del grande fotografo svizzero consentono di ripercorrere le storie e i viaggi di uno dei punti di riferimento dell’Agenzia Magnum, fondata nel 1947 da Henri Cartier-Bresson e Robert Capa. Werner Bischof  viaggiò negli angoli più remoti del mondo: dall’India al Giappone, dalla Corea all’Indocina fino ad arrivare a Panama, in Cile e in Perù. La mostra è  arrivata  in Italia in occasione delle celebrazioni dei 100 anni dalla nascita del fotografo e si compone di stampe vintage, memorie, documenti, lettere e pubblicazioni. Per la prima volta  ecco  esposte una selezione di 20 fotografie inedite, dedicate all’Italia.

 Fino al 25 febbraio 2018, Casa dei Tre Oci di Venezia ospita una granPAR198245_Compde antologica dedicata a Werner Bischof (1916-1954), uno dei più importanti fotografi del Novecento, tra i fondatori dell’agenzia Magnum.

La mostra, curata dal figlio Marco Bischof, organizzata da Fondazione di Venezia e Civita Tre Venezie, in collaborazione con Magnum Photos e con la Werner Bischof Estate, media partner Radio Montecarlo, presenta  250 fotografie, in larga parte vintage, tratte dai più importanti reportage di Werner Bischof, che consentono di ripercorrere i lunghi viaggi che portarono l’artista svizzero negli angoli più remoti del mondo, dall’India al Giappone, dalla Corea all’Indocina fino ad arrivare a Panama, in Cile ed in Perù.

Per la prima volta, sono dunque  esposte una selezione di 20 fotografie in bianco e nero inedite che hanno nell’PAR198265_CompItalia il suo soggetto privilegiato. In essa si coglie l’originalità dello scatto che rivela l’occhio ‘neorealista’ di Werner Bischof. Il percorso espositivo trasporta  il visitatore nell’età dell’oro del fotogiornalismo, conducendolo sulle tracce di Werner Bischof. E’  un itinerario che, partendo dall’Europa, appena uscita devastata dalla seconda guerra mondiale, giunge in India dove ci si trova di fronte a un paese attanagliato dalla povertà e dalla miseria, ma in cui si iniziano a intravvedere gli sviluppi industriali che la porteranno a essere una delle nazioni leader del nuovo millennio.CAMBODIA. Farmer shading himself as he looks after his grazing cows. 1952.

Quindi, il confronto spietato tra gli elementi della cultura tradizionale giapponese e il dramma della guerra di Corea introduce  all’analisi del continente americano. Il viaggio di Bischof, infatti, prosegue  nelle città statunitensi, di cui coglie lo sviluppo metropolitano, anche con una serie di fotografie a colori, e si chiude idealmente tra i villaggi del Perù e sulle cime andine dove il PAR55109_Compfotografo trovò  la morte.

Bischof, considerato uno dei migliori fotogiornalisti, non si limitò a documentare la realtà con il suo obiettivo, quanto si fermò a riflettere di fronte ai soggetti, cercando di raccontare quelle dicotomie tra sviluppo industriale e povertà, tra business e spiritualità, tra modernità e tradizione. Non manca  una sezione dedicata alle fotografie di paesaggio e di natura morta, realizzate in Svizzera, tra la metà degli anni Trenta e Quaranta del Novecento.

Werner Bischof è nato in Svizzera. Ha studiato fotografia con Hans Finsler nella sua nativa di Zurigo presso la Scuola di Arti e Mestieri, poi ha aperto uno studio fotografico e pubblicitario. Nel 1942 è diventato un freelance per la rivista Du, che pubblicò i suoi primi saggi di fotografia più importanti nel 1943. Bischof ha ricevuto il riconoscimento internazionale dopo la pubblicazione del suo reportage del 1945 sulla devastazione causata dalla seconda guerra mondiale.

Negli anni successivi, Bischof   ha viaggiato in Italia e in Grecia per Swiss Relief, un’organizzazione dedicata alla ricostruzione post-bellica. Nel 1948 ha fotografato le Olimpiadi Invernali di St Moritz per la rivista LIFE. Dopo i viaggi in Europa Orientale, Finlandia, Svezia e Danimarca, ha lavorato per Picture Post, The Observer, Illustrated, e Epoca. E ‘stato il primo fotografo ad iscriversi alla Magnum insieme ai membri fondatori nel 1949.

Non amando la “superficialità e il sensazionalismo” del business legato alle riviste, ha dedicato gran parte della sua vita lavorativa alla ricerca dell’ordine e della tranquillità nella cultura tradizionale, cosa che non l’ha fatto apprezzare particolarmente  dagli editori. Tuttavia, è stato inviato dalla rivista Life per un reportage sulla carestia in India (1951), e ha continuato a lavorare in Giappone, Corea, Hong Kong e Indocina. Le immagini di questi reportage sono state utilizzate per le maggiori riviste in tutto il mondo.

Nell’autunno del 1953, Bischof creò una serie di fotografie a colori composte principalmente degli Stati Uniti. L’anno successivo viaggiò in Messico e Panama, poi in una remota parte del Perù, dove si occupava di fare un film. Tragicamente, Bischof è morto in un incidente stradale nelle Ande il 16 maggio 1954, solo nove giorni prima che il fondatore di Magnum, Robert Capa, perse la vita in Indocina.

Carlo Franza

 

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