“Eccomi!” L’annunciazione dipinta dal XVI al XX secolo. Alla Galleria San Fedele di Milano un inedito e miracoloso appuntamento.
Il Museo San Fedele – Itinerari di arte e fede di Milano ospita la mostra «Eccomi». Dal turbamento alla gioia, fino al 22 dicembre, a cura dello storico dell’arte Alessandro Rossi e di Andrea Dall’Asta SI, direttore della Galleria San Fedele. Una serie di dipinti dal XVI al XX secolo raffiguranti l’Annunciazione sono l’occasione per riflettere su una delle più suggestive e poetiche iconografie dell’arte cristiana. Fra le opere in mostra si segnalano una rara tavola di Giovan Mauro della Rovere detto il Fiammenghino, due preziosi rami realizzati da Carlo Maratta e Giovanni Stanchi detto Dei Fiori e una piccola e intensa tela di Mario Sironi.
Il passaggio dall’Incommensurabile del Divino nel finito avviene attraverso una parola che in pittura diviene gesto ed espressione di un volto. Anche se a tale momento chiave del Vangelo vengono dedicati pochi versetti (Lc1, 26-38), questi sono piuttosto articolati, scandendo una sequenza repentina: il saluto dell’Angelo che entra nella casa di Maria, il turbamento di Lei, la rassicurazione di Lui, l’annuncio del concepimento del Figlio dell’Altissimo, la perplessità e l’obbiezione di Lei che non conosce uomo, la seconda rassicurazione dell’Angelo che estende a Elisabetta il miracolo del concepimento sovrannaturale, infine l’accettazione di Maria, che dichiara il suo emozionato e pieno di grazia: “Eccomi”.
L’“Eccomi” di Maria disarma il dover essere imposto a chi vive sotto la Legge, trasformandolo in accoglienza della chiamata divina. L’“Eccomi” di Maria è un delicato e potente cenno della testa, un inclinarsi del capo che assume su di sé l’esperienza dell’incontro numinoso con l’Angelo, assorbendola e rilanciandola trasformata.
Nell’attimo dell’Annunciazione il Dio di Israele trasferisce a una donna poco più che bambina il suo nume. Il termine latino numen indica il far cenno con il capo, il comando, la volontà, la potenza della Somma Divinità che tutto può con il solo cenno della testa. Maria, dichiarandosi la “serva del Signore”, abbassa il capo e, rialzandolo, annuisce. Un “sì” in grado di mutare il turbamento e il terrore inizialmente provocati dal Messaggero divino in “grande gioia”. Grande gioia che da intima e personale “sarà di tutto il popolo” con l’Annuncio ai pastori e che con l’Epifania raggiungerà tutti i popoli della Terra, compiendo la sua portata universale. Poi la nascita di Cristo il Salvatore, l’evento del Natale, quel Natale di 2017 anni fa che ha cambiato la storia del mondo.
Carlo Franza