Bergoglio. “Il Papa dittatore”. Un libro di Marcantonio Colonna mette a nudo il pontificato di Bergoglio salito sul trono di Pietro col nome di Francesco.
Il titolo è appena uscito e sta andando a ruba. Anzi è già introvabile. Alludo al libro “Il Papa dittatore” presente su Amazon scritto da Marcantonio Colonna. Il titolo parla chiaro, senza infingimenti. E’ l’ultimo colpo di grazia sferrato a un Papa Bergoglio che molti, anzi moltissimi, considerano eretico e dittatore. Così Amazon presenta il libro: “ La storia segreta del papato più tirannico e senza scrupoli dei tempi moderni. Jorge Bergoglio è stato eletto Papa nel 2013 come un liberale e un riformatore. In realtà, era già conosciuto da tempo nella sua natia Argentina come un politico manipolatore e un abile promotore di se stesso. Dietro la maschera di affabile uomo del popolo, Papa Francesco ha consolidato la sua posizione di dittatore che governa con la paura e ha stretto alleanze con gli elementi più corrotti del Vaticano per scongiurare e capovolgere le riforme che ci si attendeva da lui”. L’autore è un certo Marcantonio Colonna, che viene descritto come un laureato a Oxford, con una profonda esperienza nel campo della ricerca storica, e in altri campi. Vive e risiede a Roma dall’inizio del pontificato di papa Bergoglio, e ha – dice la breve biografia che accompagna il libro – “stretti contatti con molte persone che lavorano in Vaticano”. Per la verità non sono riuscito a far molta luce su tal Marcantonio Colonna, né so molto di più sulla sua persona ma ritengo che sia un importante pseudonimo sotto il quale si nasconde qualcuno che ama non essere identificato. Potrebbe anche essere un non italiano, forse un anglosassone per via del fatto che nello scorrere il testo ci sono imbatte spessissimo in fonti in inglese.
QUALCHE PREMESSA. Sappiamo ormai da tempo quanta rivolta ci sia, dura e serrata, all’interno della Chiesa Cattolica Romana. Non c’è solo la lettera dei “dubia”per l’Amoris Letitia firmata da quattro illustrissimi cardinali indirizzata al Papa e ancora terreno di scontro irrisolto. Poi ancora una lettera di 25 pagine firmata da 40 sacerdoti e studiosi laici cattolici spedita a Papa Francesco , cui non è stata date anche qui nessuna risposta tanto che fu poi pubblicata. (“Per il fatto che non è stata ricevuta nessuna risposta dal S. Padre, la si rende pubblica quest’oggi,”, dicono i firmatari accusando Papa Francesco di «sette eresie» per la Amoris Laetitia, l’esortazione Apostolica post-sinodale del Santo Padre Francesco, sull’amore nella famiglia. Spicca nell’elenco delle firme quella di Ettore Gotti Tedeschi, ex presidente dello Ior. Il documento, già ripreso da La Stampa online, è pubblicato da un sito ad hoc: «Correctiofilialis.org. Nelle ultime settimane, sono apparse tre interviste di altrettanti eminenti cardinali. La prima è stata rilasciata il 28 ottobre 2017 dal cardinale Walter Brandmüller a Christian Geyer e Hannes Hintermeier del Frankfurter Allgmeine Zeitung; la seconda è stata accordata il 14 novembre dal cardinale Raymond Leo Burke ad Edward Pentin del National Catholic Register; la terza, del cardinale Gerhard Müller, è apparsa il 26 novembre sulle colonne del Corriere della Sera, a cura di Massimo Franco. Il cardinale Brandmüller ha manifestato la sua inquietitudine davanti alla possibilità che si apra una divisione nella Chiesa. «Il solo fatto che una petizione con 870.000 firme rivolte al Papa per chiedergli una chiarificazione resti senza risposta – come non ottengono risposta 50 studiosi di rango internazionale – suscita delle questioni. È veramente difficile da capire». «Rivolgere al Papa dei dubia, dei dubbi, delle questioni, è sempre stato un modo per dissipare le ambiguità assolutamente normale. Per dirlo semplicemente, la questione è la seguente: qualcosa che ieri era un peccato può essere oggi buono? Ci si chiede inoltre se ci sono realmente degli atti – è la dottrina costante della Chiesa – che sono sempre e in tutte le circostanze moralmente riprovevoli? Come, per esempio, il fatto di uccidere l’innocente o l’adulterio? È questo il punto. Se si dovesse rispondere effettivamente con un “sì” alla prima questione e con un “no” alla seconda, ciò sarebbe di fatto un’eresia, e quindi uno scisma. Una scissione nella Chiesa». Il cardinale Burke, che ha dichiarato di rimanere sempre in comunicazione con il cardinale Brandmüller, ha formulato un nuovo monito «sulla gravità di una situazione che non cessa di peggiorare» e ha riaffermato la necessità di far luce su tutti i passaggi eterodossi di Amoris laetitia. Ci troviamo infatti di fronte a un processo che costituisce «una sovversione delle parti essenziali della Tradizione». «Al di là del dibattito sulla morale, viene eroso sempre di più nella Chiesa il senso della pratica sacramentale, soprattutto per quanto riguarda la penitenza e l’Eucarestia». Il cardinale si rivolge nuovamente a papa Francesco e a tutta la Chiesa, sottolineando «quanto è urgente che il Papa, esercitando il ministero che ha ricevuto dal Signore, possa confermare i suoi fratelli nella fede, esprimendo chiaramente l’insegnamento sulla morale cristiana e sul significato della pratica sacramentale della Chiesa».
Il cardinale Müller, da parte sua, afferma che esiste il pericolo di uno scisma all’interno della Chiesa e che la responsabilità della divisione non è dei cardinali dei dubia sull’Amoris laetitia, né dei firmatari della Correctio filialis a papa Francesco, ma del “cerchio magico” del Papa, che impedisce una discussione aperta ed equilibrata sui problemi dottrinali sollevati da queste critiche.
Eppoi non è vero che il Papa invece che al dialogo e alla riunificazione delle Chiese cristiane, familiarizza un po’ troppo -anzi è al servizio- con il mondo musulmano? Di questo atteggiamento dittatoriale ne è espressione certa sia l’allontanamento del Cardinale Muller che dei suoi collaboratori che sottolineano -altro che misericordia- l’operato del “Papa dittatore”. E badate ancor bene che tutto muove dal “CERCHIO MAGICO” che ruota attorno a Bergoglio, ovvero il Cardinale Pietro Parolin Segretario di Stato, il sostituto Angelo Becciu e soprattutto Mons. Nunzio Galantino paesano del sindacalista comunista Di Vittorio. Bergoglio ascolta queste tre figure. Non dimenticate che Bergoglio è un Gesuita, cosa da non sottovalutare, e se ne nota il perchè dal libro in questione.
E a dimostrare in modo plastico le difficoltà che attraversa il Pontefice, c’è l’ultima rivelazione del Corriere. Per certo, almeno da un punto di vista simbolico, la più importante è che nel ristorante a Casa Santa Marta, la residenza del Papa dentro alle mura del Vaticano, qualcosa è cambiato. Il tavolo di Francesco, infatti, non si trova più al centro del locale. Ora è in un angolo: Bergoglio mangia con pochi, selezionatissimi, commensali. E dà le spalle al resto della sala.
DENTRO IL LIBRO. Ma torniamo di proposito al libro che non solo svela ma è addirittura una bomba di notizie. Al di là di chi sia l’autore dell’opera, è importante sapere che c’è ed è stata scritta. Fatto dopo fatto, ricostruisce, spiega la politica vaticana, sottolinea la storia di questa Chiesa in mano di probabili e discutibili Pastori. Il libro ricostruisce la storia di quello che probabilmente passerà alla storia come uno dei pontificati più discutibili e discussi degli ultimi secoli. Libro conciso, non ricchissimo di pagine ma esaustivo, che affonda in profondità e ampiezza, tutta la vita di Bergoglio ancor prima di essere eletto Papa. L’autore prende in esame Francesco I, partendo dagli inizi della sua carriera ecclesiastica, e mette in rilievo quelle che appaiono anche ora come caratteristiche: “Un esperto promotore di se stesso. Camuffato dietro un’immagine di semplicità e di austerità”. Una circostanza che è stata essenziale nel Conclave del 2013, attirando nella trappola anche persone – come il cardinale George, di Chicago – che poi rimpiangeranno il loro appoggio al presule argentino. Marcantonio Colonna fa riferimento a una preziosa fonte ovvero un libro “El verdadero Francisco” pubblicato in Argentina da Omar Bello che per otto anni ha lavorato per l’arcivescovo, impegnandosi nel lancio di un nuovo canale televisivo della diocesi.
Sfogliate il libro e vi accorgerete che “Il Papa Dittatore” certamente è molto documentato, interessante e prezioso, puntando riflettori soprattutto su operazioni discutibili come il licenziamento del Revisore Generale dei conti Libero Milone (ancora non sostituito, a quasi quattro mesi dalle dimissioni forzate…), il commissariamento dei Frati Francescani dell’Immacolata, e soprattutto sul commissariamento dell’Ordine di Malta, un’operazione di straordinaria spregiudicatezza da parte del Pontefice e della Segreteria di Stato, l’appoggio alle cooperative dei parroci che ospitano migranti musulmani, e in cui il profumo dei soldi avvolge tutto e tutti, senza pietà per l’immagine solo mediatica di un regno tutto povertà e ispirazione francescana, e che nella realtà non c’è. Monsignor Galantino alla scuola del compagno Di Vittorio ha appreso bene la lezione.
Nel libro c’è ancora di più, ma di questo che mi accingo a riportare non posso farne a meno. E’ troppo vera questa “ scuola di preti” , perché mai in Vaticano – se non in secoli bui- si è respirato un simile clima di terrore, proprio così il terrore nei Sacri Palazzi. Lezione staliniana. La recente intervista del cardinale Mūller ci ha detto quello che già sapevamo: e cioè che nel regno di papa Bergoglio vite e carriere si giocano sull’attimo di una delazione, di un’accusa anonima. Il Pontefice, scrive Marcantonio Colonna citando una fonte anonima “è una persona che soprattutto sa come instillare la paura”. Così era a Buenos Aires, così è a Roma, grazie a “una ragnatela di menzogne, intrighi, spionaggio, sfiducia e, più efficace di ogni altra cosa, di paura”. Ma si fa così il Papa? Così deve essere il Vicario di Cristo? Sarà in ciò, e tutto ciò, quella terza parte del segreto di Fatima non ancora svelata?
L’autore/Scrittore
Marcantonio Colonna si è laureato all’Università di Oxford e possiede una profonda esperienza nell’ambito della ricerca storica e in altri campi. Risiede a Roma fin dall’inizio del pontificato di Papa Francesco, e il suo libro è frutto di stretti contatti con molte persone che lavorano in Vaticano, tra cui alcuni dei cardinali e altri personaggi principali citati nel corso della narrazione.
Carlo Franza