Alexander Iolas il gallerista mercante di Andy Warhol. Una mostra ad Acireale accende i riflettori sul personaggio, la sua scuderia di artisti e sulla villa con una delle collezioni più importanti del mondo.
È stato definito “il gallerista più famoso di cui nessuno oggigiorno -o pochissimi- ha mai sentito parlare”. Infatti, nonostante Alexander Iolas abbia organizzato la prima e l’ultima mostra di Andy Warhol, abbia portato i Surrealisti negli Stati Uniti e Ed Ruscha sulla East Coast, oggi il suo nome è sconosciuto anche -purtroppo- agli esperti d’arte, diversamente da quelli di altri galleristi suoi contemporanei come Leo Castelli e Ileana Sonnabend.
La mostra “Call for Iolas’ House” a cura di Stefania Briccola, Leo Guerra, Cristina Quadrio Curzio – prodotta dalla Fondazione Gruppo Credito Valtellinese – è dedicata alla villa-relitto del leggendario gallerista Alexander Iolas (Alessandria d’Egitto, 25 marzo 1907 – New York, 8 giugno 1987). Alexander Iolas fu il primo direttore artistico della Galleria Gruppo Credito Valtellinese – Refettorio delle Stelline di Milano- e colui che commissionò ad Andy Warhol il dipinto “The Last Supper” – oggi in collezione Creval – ispirato dal capolavoro di Leonardo da Vinci situato proprio di fronte alla Galleria. La villa, costruita fra il 1965 e il 1968 ad Agia Paraskevi ad Atene con il contributo di svariati architetti e con la consulenza degli stessi artisti, nelle intenzioni del suo proprietario doveva diventare un museo vivo dedicato all’arte contemporanea, ma oggi è solo un monumento dedito all’assenza e al declino: dopo la morte improvvisa di Iolas, dapprima l’importante collezione di opere d’arte contemporanea e antica, poi le partizioni ornamentali con gli arredi interni ed esterni, sono stati sottratti e vandalizzati.
La mostra prende avvio in Sicilia, a Palazzo Costa Grimaldi ad Acireale (Catania), dal 15 dicembre 2017 sino all’inizio di marzo 2018, e focalizza la triste ed avvincente storia della villa attraverso le testimonianze di alcuni artisti e galleristi che vi hanno lavorato o risieduto occasionalmente (tra cui Novello Finotti, Fausta Squatriti, Marina Karella, Renos Xippas..), accresciuta dai racconti del suo biografo ateniese e di altre figure, italiane ed internazionali, appartenute a vario titolo alla ‘scuderia Iolas’ nel secondo dopoguerra, oggi assurte al ruolo di personalità della cultura e delle arti sulla scena internazionale. Il titolo “Call for Iolas’ House” suggerisce un monito e contemporaneamente una richiesta. La speranza dei curatori è stata quella di focalizzare l’attenzione del pubblico attorno a un autentico sito archeologico della contemporaneità attualmente non riconosciuto, tracciandone al contempo una prospettiva di rinascita come luogo di scambio e di produzione della cultura del contemporaneo. La storia dell’arte contemporanea è passata da Villa Iolas e dal suo leggendario fondatore, mercante e collezionista. Al suo interno furono sistemate, in forma quasi sempre complementare allo spazio architettonico e all’affascinante giardino attico che la circonda, opere di Warhol, Ernst, Brauner, de Saint Phalle, Tinguely, Takis, Fontana, Finotti, Karella, De Chirico, Berrocal, Mattiacci e numerosi altri protagonisti delle avanguardie del XX secolo, della Pop Art e del Nouveau Réalisme. La perdita, certo definitiva vista la dispersione commerciale e lo smembramento, della collezione Iolas avvenuta negli ultimi trent’anni, ha imposto al progetto espositivo due percorsi: quello dell’esposizione di una serie di opere ‘di confronto’, esperibili nelle collezioni private internazionali e nella collezione del Credito Valtellinese e quello della ricostruzione scenografica di selezionate installazioni artistiche della villa, attraverso il re-made dei capolavori perduti. In quest’ultimo intervento la Fondazione Gruppo Credito Valtellinese ha voluto coinvolgere allievi ed insegnanti dei licei artistici di Giarre, in provincia di Catania, e di Morbegno in provincia di Sondrio, sedi nelle quali il Gruppo Credito Valtellinese opera commercialmente. In mostra anche un video originale con le testimonianze di personalità che furono vicine a Iolas. Dal suo biografo Nikos Stathoulis, ad André Mourge, che fu suo compagno di vita, ad artisti come Marina Karella, Fausta Squatriti, Novello Finotti. Ma anche testimonianze di chi lavorò con lui e di semplici “uomini della strada” che, nella Atene di oggi mostrano l’oblio in cui sembra essere caduto “Alessandro il Grande”, uno dei mercanti più famosi al mondo di cui nessuno ha sentito parlare. E con lui, la sua mitica casa in Agia Paraskevi ad Atene.
Alexander Iolas (Αλέξανδρος Ιόλας; nato Costantino Koutsoudis, traslitterato anche Alexandre Iolas, Alexandre Jolas, Alexander Jolas) possedeva gallerie d’arte negli Stati Uniti e in Europa e ha contribuito a molte collezioni private e pubbliche. Nato da Andreas e Persefone Coutsoudis, nel 1924 si recò a Berlino, intenzionato a diventarvi un grande pianista. Al pianoforte subentrò la passione per la danza classica. Lasciata la Germania per Parigi, continuò a studiare danza, assurgendo a protagonista di un ambiente intellettuale e artistico frequentato anche da Jean Cocteau, Giorgio de Chirico, Georges Braque, Pablo Picasso, Man Ray, René Magritte e Max Ernst. A Parigi comprò la sua prima opera d’arte. Come ballerino girò a lungo in Europa, Stati Uniti e America Latina, con Teodora Roosevelt e poi con la compagnia costituita dal marchese Giorgio de Cuevas. Nel ’44 un infortunio concluse la sua carriera, lasciando così spazio alla sua altra passione, quella per l’arte. Passione e competenza, unite ad una personalità decisamente “sfavillante” lo portarono a diventare il protagonista del suo nuovo ambito di interesse. A New York, divenne il direttore della Galleria Hugo, fondata nel 1944 da Robert Rothschild, Elizabeth Arden e Maria dei Principi Ruspoli Hugo. Fu lui ad ospitarvi, nel ’52, la prima mostra personale di Andy Warhol. Nel ‘55 fondò la Galleria Jackson-Iolas nel 1955 e in seguito altre con il proprio nome a New York, Parigi, Milano, Madrid e Ginevra. Da esse presero il volo molti artisti, da Andy Warhol, a Rene Magritte, Roberto Matta, Ed Ruscha, Jean Tinguely, Joseph Cornell, Yves Klein, Jannis Kounellis, Vassilakis Takis, Victor Brauner, Jules Olitski, Niki de Saint-Phalle…..
Divenne il riferimento di molti collezionisti, contribuendo a creare collezioni oggi importantissime. Poi il richiamo della Grecia, dove torna nel 1965. Qui apre alcune gallerie e si adopera per la fondazione del Museo Macedone di Arte Contemporanea a Salonicco a cui donò un importante nucleo della sua collezione.
Nel 1976, alla morte di Max Ernst, Iolas chiude tutte le sue gallerie, salvo quella di New York.
Risale al 1984 il rapporto con le Gallerie milanesi del Credito valtellinese, con l’affidamento a Warhol di un lavoro sul capolavoro di Leonardo in Santa Maria delle Grazie. Da esso prese vita una sequenza tra le più celebri dell’artista, sequenza che superò le cento variazioni. Poi il declino e la scomparsa a New York, l’8 giugno 1987.
Carlo Franza