Un barcone ai milanesi. Lo squallido catorcio è un regalo del Sindaco Sala e del Governo PD. Insorge la città di Milano.
“Che schifo, quel barcone nel mio quartiere Città Studi, non lo voglio”. Lo sento dire da migliaia di cittadini milanesi proprio di quel quartiere e non solo. Fra questi mi ci metto anch’io. E’ il barcone dei migranti, il relitto naufragato il 18 aprile del 2015 al largo delle coste della Libia. Nella Milano capitale europea, nelle cui piazze ci sono sculture di primissimo piano internazionale, adesso in una di queste vogliono piazzarci un catorcio. L’avevo già scritto tempo fa di questa idea malsana che il governo aveva in testa e così è stato, tanto che vogliono metterla in piedi prima che si torni a votare. Alla fine, l’emendamento è stato approvato. E con quel “sì” arrivato dalla commissione Bilancio della Camera sono arrivati anche i soldi — 500mila euro — per trasportare il barcone dei migranti a Milano, nella capitale dei diritti. Anche quelli degli ultimi che ormai non hanno più voce, ma che adesso potranno ancora parlare ai vivi.
Il trasloco è diventato possibile perché il fronte economico è stato risolto. Ora bisognerà ancora capire i tempi e soprattutto quanto sarà forte e immediata la volontà ( politica) di trasformare velocemente l’operazione in realtà. Perché il viaggio dalla base militare siciliana di Melilli a Città Studi-Milano servirà anche a colmare una distanza simbolicamente molto più grande dei 1.389 chilometri che separano Milano dalla base militare siciliana dove la carretta arrugginita è custodita dal luglio del 2016. L’università Statale con un voto del Senato accademico ha messo a disposizione il giardino in via Celoria di Veterinaria, che la prossima primavera si trasferirà a Lodi. È questa la destinazione che rimane più probabile.
Attualmente il relitto è custodito in un hangar costruito appositamente nella base della Marina militare siciliana, dopo un recupero costato alle casse dello Stato 9 milioni e mezzo di euro e messo a punto con l’impiego di alcune navi della Marina oltre a sofisticati mezzi sommozzatori robotizzati. L’operazione sta già scatenando proteste e polemiche. Il “Comitato 18 aprile” di Augusta chiede che il relitto resti in Sicilia per creare un “Giardino della memoria” dedicato ai migranti. In Lombardia, si alza la voce della Lega. Commenta l’assessore regionale Simona Bordonali: “Spendere mezzo milione di euro per trasportare il barcone affondato al largo della Libia il 18 aprile 2015 è uno schiaffo alla povertà degli italiani e un atto di ipocrisia ancora più grave. Se il governo di allora avesse fatto ciò che chiedevamo, ossia bloccare le partenze dalle coste libiche, probabilmente non avremmo pianto quei 700 morti. Allo stato attuale credo francamente che ci siano ben altre priorità rispetto al trasporto e all’installazione del relitto”. Paolo Grimoldi, deputato della Lega e Segretario della Lega Lombarda, invece osserva: “Giuseppe Sala non ha ancora capito che è stato eletto per fare il sindaco di Milano e non il ministro per l’Immigrazione, che la sua priorità devono essere i bisogni di un milione e 300mila milanesi e non quelle di poche migliaia di richiedenti asilo e dei radical chic che plaudono a questi sprechi di denari pubblici: con quel mezzo milione sprecato per quel barcone si potevano aiutare i tanti nostri anziani milanesi che a Natale, con pensioni da 500 euro non potranno nemmeno comprarsi un panettone.” Il Pd vuole spendere mezzo milione di euro per far arrivare il barcone a Milano e farlo diventare un museo dei diritti umani e un monumento per l’immigrazione. I soldi necessari al trasporto sono stati trovati, con un emendamento alla Legge di Stabilità, presentato dalla parlamentare piddina Lia Quartapelle. Una vergogna inaudita, uno schiaffo alla nazione, agli italiani, e ai lavoratori che si sentono depredati da questa sinistra ormai da mandare al macero.
Carlo Franza