Lorenzo Lotto dialoga con Leopardi. Una eccezionale mostra a Recanati con capolavori folgoranti, racconta e svela gli stati mutevoli dell’animo umano.
Mi è caro ricordare che nelle Sale del Museo – Antico Tesoro della Santa Casa sono custodite ed esposte nove tele di Lorenzo Lotto, uno dei più grandi pittori del Cinquecento europeo, che ha operato nelle Marche nel corso di tutta la prima metà del secolo XVI, lasciando un’importante testimonianza della sua attività a Recanati, Cingoli, Iesi, Monte San Giusto, Loreto. Proprio nelle Marche, a Loreto, il pittore, ormai stanco e anziano, decise di fermarsi e trovare un approdo sereno alla sua esistenza travagliata, facendosi “oblato” della Santa Casa, offrendo se stesso e la sua arte al servizio del Santuario, dal settembre 1554 fino alla morte, avvenuta probabilmente verso la fine del 1556. Ed è proprio alla luce di quelle opere che ora trovo entusiasmante la mostra che su Lotto si tiene a Recanati. La mostra “Lorenzo Lotto dialoga con Giacomo Leopardi”, a cura dell’illustre collega Vittorio Sgarbi, aperta a Recanati fino all’8 aprile 2018 mette in rapporto due anime inquiete e di grande sensibilità. Due uomini eccezionali, atipici, dall’intelletto tormentato. “Solo, senza fidel governo et molto inquieto de la mente. Lorenzo Lotto dialoga con Giacomo Leopardi”: è questo il titolo della mostra. “Lotto e Leopardi. Due “teste” che tra loro dialogano, due uomini che, in qualche modo, si assomigliano. Due anime che si parlano”. Così il collega Vittorio Sgarbi, curatore della mostra, a Villa Colloredo Mels, davanti alla stampa e i tanti recanatesi presenti, ha illustrato come è nata l’idea di mettere a confronto l’artista e il poeta. Una performance continuativa nell’arco temporale di quattro mesi che si svilupperà a Villa Colloredo Mels. Le opere in mostra mettono in rapporto due uomini meditativi, contemplativi e in possesso di doti straordinarie. “Da una parte un “universale” Giacomo Leopardi – ha aggiunto il curatore Sgarbi -, dall’altro uno “sconfinato” Lorenzo Lotto. Questi due uomini non hanno un “confine marchigiano”, ma per entrambi Recanati è stata ragione di riflessione della vita”. Non è una singolare coincidenza che Lorenzo Lotto abbia lasciato alcuni dei suoi capolavori a Recanati, dove si tormentò e si espresse Giacomo Leopardi, manifestando uno spirito improvvisamente nuovo, aperto all’infinito della natura. Lotto è finalmente “compreso” nel Novecento, ma anche Leopardi sarà interpretato compiutamente soltanto in tempi recenti, con le moderne letture de La ginestra, de Il tramonto della luna, delle poesie della piena maturità, dello Zibaldone. Anche questo può essere uno stimolo: sentire insieme i due artisti, il pittore e il poeta, che tra l’altro poteva vedere in casa un’opera di Lotto acquistata dal padre Monaldo. Entrambi a Recanati hanno lasciato il loro segreto. Per l’occasione il museo civico di Villa Colloredo Mels inaugura anche il nuovo ed importante progetto di allestimento delle sale dedicate a Lorenzo Lotto, a cura dell’architetto Bruno Mariotti dello studio CH Plus, in grado di valorizzare le opere del patrimonio e quelle ospitate per il periodo della mostra. Ai capolavori della collezione permanente – il polittico di San Domenico, la pala della Trasfigurazione, il San Giacomo Maggiore e la celebre e rivoluzionaria Annunciazione, nella quale la Vergine, colta alle spalle, non osa neppure volgere il capo verso l’angelo e con le mani sembra quasi difendersi dall’avventore – saranno affiancate altre significative testimonianze della pittura di Lorenzo Lotto, come il San Girolamo del Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, La caduta dei Titani in collezione privata, il Ritratto di gentiluomo con lettera (Fioravante Avogaro) sempre in raccolta privata e il Ritratto di giovane gentiluomo delle Gallerie dell’Accademia di Venezia. “Un’intuizione folgorante – precisa Sgarbi – con poche ma rilevanti opere ricche di significato, prevalentemente ritratti”. Lorenzo Lotto fu definito da Bernard Berenson “il primo pittore italiano ad essere sensibile ai mutevoli stati dell’animo umano”, un “pittore psicologico in un’epoca che stimava quasi soltanto forza e gerarchia, un pittore personale in un’epoca in cui la personalità stava per diventare meno stimata del conformismo, evangelico di cuore in un paese in cui un cattolicesimo rigido e senza anima ogni giorno più rafforzava la sua presa”. La straordinaria mostra di Recanati è un viaggio attraverso la cultura: il dialogo concettuale tra Lotto e Leopardi è raccontato e affrontato in un ciclo di conferenze che vede come protagonisti personalità della cultura a confronto per approfondire il tema della mostra. Al percorso del Lotto a Villa Colloredo Mels si unisce strettamente quello su Leopardi con l’esposizione straordinaria di documenti, manoscritti e cimeli del poeta, unici e significativi, la cui selezione e cura scientifica è affidata alla professoressa Laura Melosi e al dottor Lorenzo Abbate della cattedra leopardiana dell’Università degli studi di Macerata. Una vera e propria riscoperta del patrimonio leopardiano che torna dopo molti anni a disposizione di tutta la cittadinanza, dei turisti e degli studiosi. La mostra è promossa dalla Regione Marche e dal Comune di Recanati, con il contributo della Camera di Commercio di Macerata e in collaborazione con Casa Leopardi, Università degli Studi di Macerata e Centro Nazionale Studi Leopardiani.
Carlo Franza