Il Sultano islamico Erdogan arringa l’Italia. Un insulto alla nazione e agli italiani.
E’ appena arrivato in Italia in visita ufficiale in Vaticano a Papa Bergoglio, pontefice romano che soffia sul fuoco in fatto di invasione straniera e islamica dell’Italia con i suoi piagnistei dell’accoglienza, che il Sultano turco ha avuto la sfacciataggine di urlare e dire la sua sui fatti di Macerata. E non sa che qui non siamo in Turchia e che gli italiani sono già stufi di vederlo. Recep Tayyp Erdogan, già in Italia per l’incontro con Papa Francesco che si tiene oggi lunedì 5 febbraio, punta il dito dopo la sparatoria di Macerata, definito “un attacco razzista, non diverso da episodi di attacchi a moschee luoghi legati alla religione islamica. Abbiamo visto quanto accaduto in Myanmar. Dinanzi a questi episodi è obbligatorio mostrare una reazione decisa”. Insomma, per il dittatore turco quanto accaduto a Macerata sarebbe un attacco contro l’islam. Non si dimentichi che il 5 febbraio del 2006, a Trebisonda, sul Mar Nero, venne ucciso don Andrea Santoro,martire, al grido di Allah è grande e l’incontro di oggi tra il Papa e il presidente turco riguarda anche il problema della libertà religiosa in Turchia, che significa accoglienza e rispetto gli uni degli altri, di tutti gli uomini, credenti e non credenti. Come vivono i cristiani oggi in Turchia? E’ certo che da quel fatto tragico -e don Andrea Santoro andrebbe fatto santo prima ancora di Don Tonino Bello-, le cose non sono migliorate, anzi peggiorano di giorno in giorno.
I fatti di Macerata sono strettamente legati alla politica del governo Gentiloni, alle maglie dell’accoglienza incondizionata, ai clandestini che circolano nelle nostre città. Milano, Torino e Roma sono invase. Pensate, Gentiloni vuole severità con chi alimenta l’odio, ma Vittorio Feltri lo ha rintuzzato subito dicendo: “Ce l’ha con se stesso. Il razzismo è provocato dall’invasione di stranieri che il governo non controlla”. Per fortuna che tra poco gli italiani andranno al voto e sentiranno questi signori politici il responso dei cittadini che vogliono tutelare se stessi e le loro famiglie. Bene, tornando al dittatore turco che urla e grida e addita gli italiani, giacchè pensa di vederci strisciare ai suoi piedi così come tiene assoggettati i suoi sudditi con la forza, le torture e le sparizioni nel suo paese; contro Erdogan ha tuonato parole di fuoco la Presidente di Fratelli d’Italia e candidata Premier Giorgia Meloni: “Per Erdogan quello che è successo a Macerata è un attacco razzista contro l’Islam. Il presidente turco è un bieco incantatore di serpenti. Finora gli unici che hanno sparato e ucciso in Europa in nome della religione sono i terroristi islamici. Il Governo e il Presidente della Repubblica pretendano le scuse dal nuovo sultano turco”, ha concluso la leader di Fratelli d’Italia in una nota. Erdogan invece di mostrarsi falso nelle intenzioni così esplicite, chieda scusa all’Italia, al Governo italiano e ai cittadini italiani. Ma vi assicuro non lo farà. E attacca il governo dopo il caso di Macerata anche il filosofo Massimo Cacciari. Alle dichiarazioni del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, in questi giorni in Italia, che ha detto che “non c’è differenza tra gli attacchi di una organizzazione terroristica e attacchi razziali di questo genere”, il professore risponde in una intervista al Corriere della Sera: “Invece sono questioni di natura completamente diversa, anche se quanto accaduto a Macerata è di una gravità estrema: è la punta dell’iceberg, ed è indice del fallimento in Italia di compiti fondamentali della politica come informare e educare. Se si va avanti così, si rischia una situazione simile a quella degli anni 20 in Germania”.E Papa Francesco da tempo non molto amato dai cattolici di tutto il mondo, oggi lo accoglie a braccia aperte, accoglie un dittatore che ha reso la Turchia non solo un paese irriconoscibile e che pretende anche di portarsi in Europa. Ma la Turchia non potrà mai più tornare ad essere Europa dopo la svolta di Erdogan nel suo paese e la chiusura alla modernizzazione e alla laicità voluta da Kemal Ataturk.
Carlo Franza