Andrea Boyer e il primato del disegno. Un artista italiano racconta dell’uomo gesti ed esistenza, in una splendida mostra a Milano.
Ancor di più oggi, dinanzi a un’immagine di Andrea Boyer si è tentati dal dire, ma è disegno o fotografia? Ebbene, questo illustre maestro contemporaneo si misura in entrambi i campi e lo fa in modo a dir poco superbo, anzi eccelle come pochi in Europa. Tanto che per la stagione espositiva 2018, la galleria ARTESPRESSIONE di Paula Nora Seegy a Milan, dedica ampio spazio ad ANDREA BOYER (Milano 1956), con due mostre, distinte ma dialoganti, dedicate al disegno e alla fotografia, mezzi espressivi privilegiati dall’artista milanese; per il Disegno ecco “Gesto e maniera” in mostra attualmente fino al 7 aprile 2018. Poi a seguire la Fotografia con i “Nudi” in mostra dal 3 al 24 maggio 2018. Per intanto fermiamoci alla mostra in corso dal titolo “GESTO E MANIERA”, mostra a cura di Matteo Pacini con la collaborazione di Manuela Accinno e testo critico di Andrea Dusio, in cui hanno preso posto un nutrito corpo di opere realizzate a matita su cartone Schoeller dall’artista considerato -come già ebbi a scrivere- “una delle eccellenze del disegno italiano” (Carlo Franza). E di strada Andrea Boyer ne ha fatta in questi anni trascorsi, anche con l’applauso, il sostegno e l’ammirazione dell’intellettuale Giovanni Testori che nel 1991 lo invitò a tenere la sua prima mostra personale di disegni e incisioni alla Compagnia del Disegno di Milano; dopo quel battesimo le sue opere sono state esposte in mostre personali e collettive in prestigiosissime gallerie pubbliche e private e in musei italiani ed esteri. Ancora oggi ritrovare le sue opere in mostra accese di nuovi capitoli e di nuove esistenze lascia scoprire come questo illustre “maestro”, proprio nel vero senso di questa parola ormai appartenente ai secoli d’oro dell’arte italiana, lasci argomentare non solo sulle tecniche usate in modo eccelso, ma ancor di più lasci scoprire il dato filosofico che sottende il pensiero dell’artista, che prende di mira l’uomo, lo scava in dentro e in fuori, individua i corpi e le sue parti, amplifica i gesti, invita a riflessioni profonde, partendo anche dai gradi dell’esistenzialismo sartriano. E se oggi l’arte si è un pò allontanata dai grandi valori e dai grandi miti del passato è perché ha perso di vista l’uomo, l’essere che giornalmente sulla terra corre la sua esistenza, portandosi più verso la forma che verso la sostanza. Ecco talune parole di Testori per Boyer: “Lento, dolce, inesorabile come un muschio o un lichene, è Madame Ombra la vera governante, padrona e regina della fantasia di Boyer. […] Nessuna quantità luminosa, per quanto possente e infinita essa sia riuscirà mai a distruggere la realtà dell’ombra […] Ora, è proprio dentro questa quotidiana verità che Boyer mette in azione i delicatissimi strumenti della sua passione: quelli propri alla tecnica incisoria e quelli propri alle tecniche del disegnare e del dipingere. Li mette in azione, li muove, per vivere quella verità, per verificarla; e, attraverso la verifica, esprimerla.”. Gesto e maniera, che è poi il titolo della mostra alla galleria milanese Artespressione lascia leggere la spiccata abilità dell’artista nell’osservare, guardare, scegliere l’uomo, il suo essere, il suo misurarsi vitale, il suo disporsi a seconda dei pensieri e dei sentimenti, e da lì muovere con maestria e virtuoso lavoro tra accensioni di nero e di ombre nella realizzazione di ogni umana esistenza, nel far parlare così gli atteggiamenti, le posizioni, la presenza dell’io. Lo ripeto ancora oggi, e lo sottolineo, che Andrea Boyer è in assoluto il “maestro del disegno italiano” tra XX e XXI; ha conquistato ormai il primato del disegno perché pone in questa tecnica il suo centro ideale innalzandolo a esercizio intellettuale. Mi sovviene -parlando di Boyer- la “Testa di Apostolo” di Raffaello, eseguito in gesso nero; un cartone preparatorio per una figura centrale della Trasfigurazione, custodita a Roma presso i Musei Vaticani. Proprio perchè Boyer oltre alla tecnica pregevole ha posato il suo sguardo da filosofo acuto, in modo profondo e intimo, sull’uomo. L’uomo appare con tutta la sua umanità fatta di gioie e dolori, di transito giornaliero, di giorni mesi e anni sulle spalle, una vita intera. E la realtà, quella vera, quella che sanno cogliere solo i filosofi, ne è venuta fuori in assoluto, preziosa e viva, ardente e misurata, umile silenziosa, cadenzata e spettacolare. E’ questo il nuovo capitolo umano di Boyer, un capitolo che lega passato e presente, antichità e contemporaneità.
Carlo Franza