Sui migranti, il Papa Francesco e la Chiesa Cattolica Romana. Tutti contro Matteo Salvini, che affronta in un libro l’Italia “secondo Matteo”.
Il capitolo migranti nella storia contemporanea è una pagina che tocca non solo l’Europa, ma in particolar modo l’Italia. Sbarchi a non finire. Siamo stati abituati per anni a vedere barconi con cinquecento, mille migranti arrivare ogni giorno sulle nostre coste. Molti di questi sono oggi nelle nostre città, da Milano a Roma per non parlare della disseminazione a tappeto su tutto il suolo italiano. Dormono sotto i ponti nei pressi della Stazione Centrale di Milano. E Papa Francesco in primis ha sulla coscienza, perché ne ha fatto una politica sua da quando governa, l’avallo dato in più modi, dai discorsi a ruota libera, fino alla visita a Lampedusa che tutti ricorderanno. Per fortuna che a contrastare oggi simile invasione del suolo italico c’è il governo in carica con Conte presidente dl Consiglio e soprattutto l’impegno -assunto durante la campagna elettorale- finalmente raggiunto da Matteo Salvini Ministro degli Interni. “Follia e coraggio per cambiare il paese” così recita il libro “Secondo Matteo” -quasi un vangelo- ovvero il libro edito da Rizzoli su Matteo Salvini a cui gran parte degli italiani attestano grande politica, politica del fare, e soprattutto avere a cuore le sorti del nostro paese. Anche se uno sparuto numero di preti, vescovi, seminaristi, signorine in tarda età, hanno dato la loro adesione a una lettera indirizzata alla Cei del luglio 2018 -vedi Associazione “cercasi un fine”- per fermare l’operato di un Ministro italiano. Una litania di nomi che a dir poco spaventa anche Gesù Cristo. Pretendono di fermare il lavoro di un Ministro italiano, Matteo Salvini, e con che sfacciatagine vogliono mantenere in vita la “Profugopoli”come recita il libro di Mario Giordano, ovvero dare linfa e milioni di euro a quelli che si riempiono le tasche con il business degli immigrati.
E per allargare e approfondire il discorso ecco che Alessandro Meluzzi in un commento di qualche giorno fa, da conservare come reliquia, sul quotidiano “Il Tempo” scrive parole durissime sulla politica della Chiesa (vedi i cardinali Parolin, Bassetti e Becciu) : “Pare che le parrocchie non siano così entusiaste di accogliere le miriadi di presunti profughi, in realtà invasori economici, che il Vaticano e Papa Bergoglio sembrano voler destinare alla povera penisola italiana”. La penna-lama Meluzzi l’affonda di più su Papa Francesco, quando afferma scrivendo: “Anziché occuparsi del suo gregge e cercare di garantirne la stabilità nella vita e nella fede, sembra pensare di poter partecipare attivamente, anzi entusiasticamente, a quel piano – non si sa se voluto da George Soros o da chissà chi – per una sostituzione etnica che, approfittando di una certa debolezza demografica degli Italiani, li vuole sostituire con una indifferenziata orda di afro-islamici”. Il quotidiano La Provincia di Cremona del 12 luglio 2018 ci svela che un uomo ha beccato la sua ex moglie appartata in intimità in auto alla periferia di Cremona con il prete di colore ed è scoppiata la rissa. L’ex marito geloso ha seguito la donna per capire con chi si stessa frequentando dopo la separazione. E per sua sorpresa ha scoperto che la nuova fiamma della madre dei suoi due figli era il parroco africano quarantenne. Da tempo ormai l’uomo inseguiva l’ex compagna con appostamenti e telefonate con così tanta invadenza da portare la donna a segnalare il tutto alle forze dell’ordine ma senza comunque sporgere denuncia. Sta di fatto che nel parcheggio del centro commerciale dove gli amanti si erano appartati, venendone alle mani quando il geloso ha aperto la portiera della vettura e sorprendendo i due in flagrante. Il prete con un pugno ha messo ko il rivale, costretto quest’ultimo a chiamare i carabinieri e a ricorrere al pronto soccorso. Mi son detto, ma Papa Francesco è al corrente di questa notizia? E di tante altre similare sparse in Italia nelle sue parrocchie? Il vescovo di Cremona gliene avrà parlato?
Continua ancora Meluzzi su “Il Tempo” dicendo che “in questo disegno le parrocchie dovrebbero svolgere la funzione di contenitore testa di ponte che ha reso, almeno per una prima frase, alle Caritas diocesane e alle cooperative bianco-rosse capitali per circa due miliardi di euro di introiti. Parliamo di cifre colossali”, sottolinea. Durissima la conclusione del commento sempre del Meluzzi: “Insomma, vanno bene gli aitanti parroci africani che insidiano le mogli della comunità, vanno bene i parroci che si immergono nelle piscine con giovani immigrati, ma va un po’ meno bene che le parrocchie debbano trasformarsi in qualcosa che oggettivamente non sono e non potranno essere mai: avamposto e punto di sbarco della distruzione della civiltà europea e cristiana”.
Mentre scrivo mi giunge notizia da Stilum Curiae che un prete a nome don Fabio, della diocesi di Bari-Bitonto ha celebrato una messa sulla riva del mare, di fronte a un gruppo di ragazzi che facevano il bagno(vedi foto). Questa Chiesa, specie quella di Papa Francesco che a noi non piace, si è misurata in questi ultimi anni, e si misura, su tante innovazioni, ma una messa e comunione sul bagnasciuga, ci mancava. La chiesa perde il senso del sacro. Siamo al colmo, grazie all’operato di preti e vescovi consenzienti. E questi pensano ai migranti che non scappano certo dalle guerre. Se dall’Italia ci si sposta in Europa la situazione della Chiesa non migliora.
Sconvolgenti i dati riportati da “ La Croix “ che registra che ben 58 diocesi in Francia quest’anno non avranno nessun nuovo prete. In tutto il Paese Francia le nuove ordinazioni saranno 114, con un trend verso il basso rispetto all’anno scorso, in cui ci sono stati 133 sacerdoti novelli. 82 di questi nuovi sacerdoti sono preti diocesani, di cui una dozzina provengono da nuove comunità, o società di vita apostolica. Stilum Curiae mi dice che “Di essi, sei fanno parte della Comunità dell’Emmanuel, e quattro dal Cammino neocatecumenale. Bordeaux e Parigi sono quelle con il maggior numero di ordinazioni, sei. Nel 2017 nella capitale sono stati ordinati dieci nuovi sacerdoti, e undici nel 2016. A seguire Lione, Versailles e Fréjus-Toulon con cinque nuovi sacerdoti, e poi Évry, con quattro. Anche la diocesi dell’esercito e la Prelatura della Missione di Francia ordineranno un prete ciascuna; tre sacerdoti provengono dalle Missioni Straniere di Parigi (MEP) e eserciteranno il loro ministero nelle Chiese dell’Asia. Quest’anno 32 sacerdoti saranno ordinati in seno a congregazioni religiose o comunità. Fra di esse la Comunità San Martino spicca, con otto ordinazioni, a cui si aggiungono quelle di nove diaconi, che dovrebbero, nel giro di un anno, diventare sacerdoti. Come già è accaduto l’anno scorso, le comunità tradizionali, in cui i sacerdoti celebrano anche la messa secondo il vetus ordo, grazie a Summorum Pontificum, mantengono un ritmo di ordinazioni elevato. In generale, un sacerdote su cinque viene espresso da queste comunità. L’istituto del Buon Pastore avrà tre sacerdoti nuovi, e due ciascuno la fraternità San Pietro e l’Istituto del Cristo Re.
Un segnale drammatico per la Chiesa Cattolica in Francia, vero campanello di allarme. Dramma, dunque, nelle parrocchie e nelle diocesi, un po’ meno nelle congregazioni religiose. Ma in Italia è la stessa zuppa. In un “consiglio dei ministri” del papa alcuni mesi fa il Prefetto della Congregazione per il Clero, l’ex diplomatico card. Beniamino Stella, certo eminenza grigia non delle minori di questo Pontificato, si era espresso con preoccupazione verso il fenomeno dei giovani sacerdoti che amavano la tradizione della Chiesa e persino la messa in latino, ovvero tutto il contrario della politica di Papa Francesco.
Carlo Franza