Luigi Ontani, il colto giocoliere dell’arte contemporanea. Una selezione di opere in mostra a Pietrasanta.
Dopo Mimmo Paladino nell’estate 2017, la nuova sede di Pietrasanta (Lucca) della Galleria Giovanni Bonelli (via Nazario Sauro 56) prosegue con il suo programma di personali dedicate ai grandi maestri del contemporaneo con la mostra di Luigi Ontani.
Trenta lavori, provenienti da alcune collezioni private, forniranno una panoramica sull’artista dai primi anni ’70 fino ad oggi. Tra le opere esposte, e visitabili fino al 29 agosto 2018, una selezione di fotografie acquarellate, alcune maschere in legno (tutte accompagnate dal proprio disegno-progetto) e acquerelli.
L’alfabeto cui Luigi Ontani ricorre è quello dell’autorappresentazione, come nel caso delle fotografie acquarellate appartenenti al ciclo dei viaggi in India, o delle immagini fotografiche impostate come tableaux vivant, dove più marcato è il riferimento al mito o alla citazione colta dalla storia dell’arte (ad es. nel caso della foto “Dejeuner sur l’Art” del 1969).
Citando il collega Achille Bonito Oliva potremmo dire che “Erudizione e Narcisismo” sono i due termini-chiave per comprendere i significati più profondi delle opere di Ontani. Nelle maschere (che fanno la loro comparsa a partire dagli anni ’80) risulta più evidente l’elemento del gioco di parole ludico, derivato direttamente dall’influenza del surrealismo, che si riscontra anche in alcuni degli acquerelli, nei quali prevale il riferimento alto ai miti di origine sia occidentale che orientale.
Luigi Ontani (Grizzana Morandi, BO, 1943. Vive e lavora a Roma). Figura autonoma e difficilmente etichettabile del panorama artistico nazionale, inizia a farsi notare fin dagli anni ’70 per i suoi “Tableaux Vivants”, ovvero performance filmate e fotografate nelle quali si presentava mascherato in vari modi (da Pinocchio, da Dante etc). La sua carriera si è sviluppata attraverso l’uso dei materiali più eterogenei e disparati (cartoni, fotografie, filmati, ceramiche ma anche legno o vetro) avendo sempre come fulcro la sua immagine (sia il volto che tutto il corpo) da “piegare ed interpretare” ogni volta in base al riferimento culturale scelto dall’artista (temi storici, mitologici, letterari ma anche popolari). Le sue opere si trovano in numerose collezioni private ed Istituzioni di rilievo internazionale. Tra le principali retrospettive ricordiamo: Accademia di San Luca, Roma (2017); Kunsthalle di Berna (2012); Castello di Rivoli, Torino (2011); Hammer Museum, Los Angeles (2011); MAMBo, Bologna (2008); SMAK di Ghent (2004); Kunsthalle, Vienna (2003); Bangkok National Gallery (2002); PS1-MoMa di New York (2001); Frankfurter Kunstverein, Francoforte (1996). Ha partecipato alla Biennale di Venezia nel 1972, 1978, 1984, 1986, 1995 e 2003. Ha collaborato con alcune delle più importanti gallerie di livello internazionale tra le quali si ricordano: Sonnabend Gallery, Parigi e New York (1976 e 1977); L’Attico, Roma (1978); Sperone Westwater, New York (1997).
Carlo Franza