Ricordo di Giovanni Cosi. Un libro di studi celebra lo studioso salentino.
Un libro di studi dal titolo “Ne quid nimis” che sta per “ Niente di eccessivo” celebra e fa luce sulla vita dello studioso salentino Giovanni Cosi; l’ho avuto tra le mani per merito del prof. Francesco Fersini di Gagliano del Capo, la stessa località dove è vissuto il Cosi. Il volume che si compone di ben 309 pagine, uscito per i Quaderni de L’Idomeneo – collana diretta dal prof. Mario Spedicato della Società di Storia Patria-Sezione di Lecce-, contiene una nutrita serie di studi di illustri studiosi salentini, giovani e meno giovani ricercatori, che hanno inteso rendere omaggio a un pioniere della ricerca documentata in sede archivistica e notarile. E’ certo che a Giovanni Cosi, professore di Arigliano dov’era nato e vissuto e con la passione dello scrivere di cose salentine, interessava raccontare la vita quotidiana del passato attraverso la selezione di fatti di costume, privilegiare la storia locale, segnalare la notizia sconosciuta, soffermarsi su una curiosità gustosa, ricostruire alcune vicende minori relative a personaggi mitici come Papa Galiazzo di Lucugnano, fornire documenti sulla militarizzazione del Salento pere la difesa contro gli assalti dei Turchi, e correggere attraverso numerose ricerche, processi patrimoniali complessi ovvero acquisti vendite e transazioni di feudi, giunti alla nostra conoscenza in modo lacunoso e impreciso. In realtà l’ho conosciuto, ci siamo frequentati, apprezzava il mio lavoro di storico dell’arte contemporanea, come io apprezzavo i suoi sentieri di ricerca minuziosa, e siamo stati amici anche se spesso lontani, da un capo all’altro dell’Italia. Giovanni Cosi apparteneva alla borghesia terriera salentina e alternava la cura dello studio a quella della campagna. Stimato anche da studiosi stranieri quali il bizantinista Andre Jacob e il filosofo polacco Andrzej Nowicki, ma svettava fra la miriade di studiosi locali, tra cui il mio parente Antonio Caloro, e poi Aldo De Bernart, Nicola Carducci, Giovanni Papuli, il carissimo Mario Marti che è stato assistente di Natalino Sapegno all’Università La Sapienza a Roma prima di avere la cattedra a Lecce di Letteratura Italiana, ecc. Ma è bene dire che Giovanni Così è stato uno studioso un po’ irregolare, autodidatta, era stato per anni professore di educazione fisica nella suola media inferiore ma votato per passione allo studio e alla ricerca che ha coltivato con estrema nobiltà. E questo è avvenuto e avviene tutt’oggi spesso nella cultura salentina, E’ un modo per emergere, per lasciare un segno. La serie nutrita di studiosi locali che hanno voluto testimoniare il valore e gli interessi culturali del Cosi oggi vive in questa iniziativa editoriale divisa per sezioni. Nella prima che ha titolo “Testimonianze e frequentazioni”, ecco il ricordo dell’amico nello scritto di Luigi Montonato, o il profilo bio-bibliografico di Mauro Ciardo su Cosi; poi nella seconda sezione “Percorsi disciplinari condivisi” tra gli altri il lavoro di Antonio Costantini sulle torri costiere e le masserie fortificate per tenere lontani nel ‘500 briganti e turchi che assalivano le coste salentine per uccidere e razziare; il contributo di Alessandro Laporta su Girolamo Marciano e l’epigrafe latina che si legge sull’ingresso della casa a Leverano; Montonato che ripercorre i contributi vaniniani di Cosi; Gino G. Chirizzi che accende un focus sui baroni Lopez y Royo; invece nella terza sezione che si titola “Saggi e ricerche” tra gli altri ecco lo studio di Federico Natali e la “caccia alle streghe” con relativi processi nella Gallipoli del ‘500 e ‘600; Ercole Morciano col saggio sui Principi Gallone di Tricase; e da non trascurare Giuseppe Caramuscio col saggio “Famiglia e Nazione nella Grande Guerra. I fratelli Ciardo tra cordoglio e orgoglio” che ci porta a Gagliano del Capo nella terra di Nino Cosi (Arigliano dove abitava il Cosi ne è frazione), i fratelli Ciardo Francesco, Domenico e Biagio caddero nel conflitto, e il fratello Vincenzo Ciardo illustre mio amico e artista di chiara fama che viveva a Napoli dove tenne cattedra e direzione all’Accademia di Belle Arti.
Ebbene decine e decine di saggi in omaggio alla memoria di Giovanni Cosi a testimonianza dell’affetto e della stima di cui egli godeva. Nè va trascurato di dire che il volume aveva una scadenza, celebrare l’anniversario della scomparsa dello studioso salentino, onorato figlio del Capo di Leuca.
Carlo Franza