Il colore assoluto di Claudio Verna.Da Cardi Gallery a Milano uno dei maestri della Pittura Analitica.
La Pittura Analitica degli anni Settanta vive oggi un rinnovato interesse da parte sia della critica che del mercato. Una spinta forte che ha lasciato traccia ormai da un decennio e muove anche il mercato internazionale. Il gruppo raccoglie i nomi di Luciano Bartolini, Carlo Battaglia, Enzo Cacciola, Paolo Cotani, Giorgio Griffa, Marco Gastini, Paolo Masi, Claudio Olivieri, Claudio Verna, Elio Marchegiani, Vittorio Matino, Carmengloria Morales, Pino Pinelli, Riccardo Guarnieri, Gianfranco Zappettini e i precursori Rodolfo Aricò e Mario Nigro. Ora dopo la mostra retrospettiva che la Cardi Gallery di Londra ha dedicato a Claudio Verna (Guardiagrele, 1937) dal 24 Gennaio al 30 Marzo 2018, con oltre venti opere da quelle degli inizi fino ai lavori più recenti, che ripercorrono il mezzo secolo dell’intensa carriera dell’artista abruzzese, uno dei principali protagonisti per l’appunto di quel movimento sorto alla fine degli anni Sessanta e definito dalla critica “Pittura Analitica” o “Pittura non Pittura”, ecco Claudio Verna sbarcare con una brillantissima mostra a Milano. E’ la prima personale di Claudio Verna (Guardiagrele, 1937) nello spazio milanese di Cardi Gallery- Corso di Porta Nuova 38, aperta fino al 20 dicembre 2018, con 11 dipinti, in gran parte di grandi dimensioni e che vanno dal 1967 al 2016, con cui questa mostra mira a illustrare l’uso del bianco nell’opera di Claudio Verna. Figura di riferimento della “Pittura analitica” o “Pittura-Pittura”, l’artista è stato spesso definito “maestro del colore”, poiché della ricerca sul colore ha fatto il centro del suo percorso di oltre 50 anni. Per Verna, anche il bianco non è mai un pigmento neutro o un simbolo di spazio vuoto, ma è il colore che raccoglie in sé tutte le altre tonalità, come la luce bianca è composta dall’intero spettro dei colori visibili all’occhio umano, prodotti dalle diverse lunghezze d’onda delle radiazioni luminose. E’ nei primi anni Settanta che Verna si era preso una lunga fase di riflessione e sperimentazione per trovare la sua strada dopo la grande stagione dell’Informale degli anni ‘50/60: sue le parole “Alla fine mi convinsi di essere un pittore e di poter sperimentare solo con il colore“. Pittura Analitica o Pittura-Pittura voleva dire che poneva al centro l’essenza stessa della pittura considerata nei suoi elementi costitutivi come lo spazio, la forma e il colore. E se i lavori dal 1967 al 1977 vivono e fanno leggere la risposta italiana al Minimalismo americano, o meglio alla Minimal Art, è dal 1978 in poi che Claudio Verna ha trovato un capitolo magistrale, in cui il protagonista assoluto dei dipinti è diventato il potere luminoso del colore che nasce da una sovrapposizione di strati e necessita di una lenta percezione da parte dell’osservatore per svelarne tutti gli effetti cromatici dietro il colore dominante. Scrive il curatore della mostra Piero Tomassoni: “I dipinti ‘monocromi’ di Verna non sono mai effettivamente tali; presentano sempre una complessa tessitura vibrante di colori giustapposti, sovrapposti, intrecciati. Nei ‘quadri bianchi’ le tonalità emergono nel tempo, sia per le proprietà chimiche della vernice acrilica, con la quale Verna ha sperimentato fin dagli inizi, sia perché le superfici diafane lasciano trasparire il loro fondo cangiante in base alla luce e all’angolo di osservazione, con risultati spesso sorprendenti anche per l’artista stesso. Ugualmente i suoi ‘quadri neri’, come Aegizio ’78 presente in mostra, lasciano che il colore riemerga da feritoie che si aprono sulle stratificazioni cromatiche dello spazio profondo della tela scura. Questo genere di opere pone l’accento soprattutto sulle implicazioni visive del formato del quadro e della consistenza della pennellata, oltre che della luce e delle forme, talvolta geometriche e talvolta dettate da un gesto più libero. Rimangono tuttavia parte integrante della ricerca dell’artista sulla percezione e interazione dei colori, che continua a essere il fulcro del suo lavoro, oltre a essere un contributo significativo alla storia della pittura astratta, di cui Verna rimane un protagonista attivo”.
Carlo Franza