Il mondo di Nino Attinà. A Roma la mostra dell’artista che scava e rappresenta la società contemporanea con colore e dinamismo.
Ha appena ultimato di mettere a punto una bellissima vetrata – fra decine di altre di illustri artisti – nell’Ex Studio di Piero Manzoni in Brera, che Nino Attinà, artista di chiara fama, ha dato vita a una sua nuova mostra personale. “Colore e dinamismo” è il titolo della mostra di Nino Attinà allo Galleria Spazio Cima, sita in via Ombrone 9, Roma, aperta fino a mercoledì 31 ottobre. La mostra, curata e organizzata da Roberta Cima, è a ingresso libero, da lunedì a giovedì dalle 15 alle 19 e il venerdì dalle 10 alle 13. Circa trenta le opere in esposizione. Si rimane colpiti sia dai soggetti, sia dalla libertà del segno, che dai colori che si intrecciano con macchie e sciabolate.
S’è detto che si vedono gli influssi e le forme di Picasso, le ricche pennellate di Edvard Munch, i colori di Wassily Kandinsky, i soggetti “pop” di Andy Warhol, ma l’artista Nino Attinà mi pare che pur con taluni confronti, ha trovato una sua bellissima poetica, carnosa, calda, sciroccale, mediterranea, e seppur sembra voler attingere ai grandi della pittura del Novecento al contempo ne fuoriesce una mano d’esecuzione geniale, libera, estroversa, ma anche intensa e inspirata. Tra figure intere e primi piani, tra soggetti femminili dalle procaci rotondità agli uomini più austeri, l’artista propone piccoli scorci di vita e di quotidianità, che esplodono, però, grazie alla ricchezza del colore e alla luce che il pittore infonde in maniera consapevole e attenta. Il pittore riprende in mano la lezione del Cubismo Sintetico di Picasso e Georges Braque per proporre forme capaci di dare il senso del movimento a quella sorta di fotografia. I soggetti sembrano in posa quindi, ma mai immobili. Postura, angolazioni e ambientazioni suggeriscono una scena di vita che va oltre, dando profondità e carattere ai soggetti in mostra.Vanno in scena, in questi quadri, né drammi né amori, ma frammenti di vita quotidiana che diventano straordinari grazie alla forte e sapiente cromaticità acquisita negli anni da Attinà. “Nel suo mondo artistico Nino Attinà colora l’aria con grande forza -ha spiegato a suo tempo l’amico Osvaldo Patani, critico d’arte e giornalista- sono colori che l’artista muove con pennelli a pieno impasto musicale specialmente nelle figure umane trattate con ritmo cinematografico imprevedibile. Attinà si è creato regista del super-colore con quadri realisti inimmaginabili. Nelle sue opere inquiete e a loro modo mistiche, super preparate con la molla degli occhi ma lontano dalla moda d’oggi dei suoi colleghi. Qui c’è la forza dei colori. Certi alberi inseriti di getto sono paracaduti dei suoi paesaggi in movimento. Bisogna guardarle da vicino queste ‘pitture luminose’ per riconoscere le loro qualità pittoriche e scoprire le virtù dei colori vivi che sfidano il tempo della pittura, e dove c’è grazia inattesa”. La grande professionalità di stringere le immagini in una assoluta sintesi della visione, è strategia e stile proprio di Nino Attinà, che declina un universo pittorico tutto mediterraneo, e i colori carichi di forza e passione infuocano paesaggi, scene e figure. Artista capace di evidenziare la grande arte figurale italiana, attiva nel secondo dopoguerra ad opera già di Renato Guttuso, e da questi Attinà cattura la magia del vivere, quell’espressionismo malinconico che si fa struggente realismo, filosofia della storia, scenario del mondo. L’impianto iconografico è certamente essenziale, immagine e forma salutano la scenografia dell’impianto creativo, poi scivola su ogni tessera la felicità del colore che sorprende non poco, e si fa gioia ma anche tristezza, sorpresa e svelamento. Attinà ha alle spalle una storia pittorica che aleggia di mistero e di riflessione, di umori e di divertita riscrittura del presente, e si è sempre incorniciata di supporto significativo che ha radice nella sua terra d’origine, volgendo così ogni suo capitolo verso una neofigurazione di avvolgente bellezza, di inauditi bagliori.
Biografia. Antonio Attinà (detto Nino) è nato a Reggio Calabria nel 1953, vive e lavora a Milano. Dopo la maturità artistica si iscrive e consegue il diploma di pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria sotto la guida del maestro Giuseppe Marino. Nel 1976 consegue il “Premio Incisione” Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria e l’anno successivo si trasferisce a Milano dove attualmente vive e opera proseguendo la sua attività artistica e culturale. Nel 1985 insieme ai pittori Carlo Filosa, Antonio Bolignano, Beniamino Minnella, Antonio Giulietti, Maurizio Martino e lo scultore Nuccio Schepis dà vita al gruppo dei “MEDITERRANEI” , dopo le mostre italiane di Milano e Roma, nel 1988 il gruppo viene invitato ad esporre nella prestigiosa sede dellaVerband Bildender Kunstler Wuttemberg, mostra patrocinata del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali con presentazione in catalogo del Ministro Carlo Vizzini. Ha esposto in numerose mostre personali e in prestigiose collettive in Italia e all’estero ( Messina, Roma, Reggio Calabria, Firenze, Agrate Brianza, Campobasso, Monterosso Calabro, Siviglia, Berlino, Ghemme, Altomonte, Osaka, Tokyo, Kyoto, Berlino, ecc.).Fa inoltre parte degli artisti soci del museo della Permanente di Milano.Illustri critici hanno scritto del suo lavoro . Nel 2014 l’illustre Storico dell’Arte Prof. Carlo Franza lo invita con un’opera alla Rassegna “Capolavori di un giardino segreto” a Firenze; ed è ancora il Prof. Carlo Franza che nel 2015 lo invita e gli presenta una mostra personale dal titolo “Bellezze e graffianti atmosfere” al Plus Berlin di Berlino nel Progetto “Strade d’Europa”. Nel 2018 nell’ex Studio di Piero Manzoni in Brera a Milano dipinge una vetrata, che si va ad affiancare ad altre già realizzate da altri artisti italiani di chiara fama che hanno voluto onorare un nome singolare dell’arte del secondo dopoguerra.
Carlo Franza