Monica Biancardi e il ritratto delle “Mani”. Il libro pubblicato da Contrasto mette in scena scatti quotidiani.
“Se ciascuno nel modo di porgere le mani diventava un po’
il protettore della propria scelta di vita e del proprio mestiere, allora mi è stato chiaro che avrei dovuto tentare di trasformare quei mezzi busti in icon” (Monica Biancardi)
Contrasto pubblica il libro di Monica Biancardi Manodopera, volume in cui sono raccolti gli scatti nati dal progetto di dare risalto a una parte del corpo in particolare: le mani. Iniziato vent’anni fa, il progetto RITRATTI ha vinto numerosi premi ed è stato esposto in numerose mostre personali in Italia e all’estero. L’ultima tappa è stata al Museo di Roma in Trastevere dove si è conclusa ad aprile 2018.
Il progetto parte dalla constatazione che i ritratti si concentrano sul volto, la parte che di certo più ci rappresenta, ma quasi mai si spingono a comprendere le mani. Alla richiesta della fotografa quindi, i soggetti immortalati mostrano difficoltà a sapere quale posa assumere e ognuno di loro arriva a una soluzione del tutto personale. Le immagini proposte nel libro, circondate da una cornice al neon blu quasi a creare un tabernacolo, declinano al meglio le diversità umane. Ognuna di quelle mani, anche quando sono presentate in autonomia dal volto, racconta una storia, una personalità, una verità.
Il volume comprende diverse letture interpretative del progetto fotografico proposto da Biancardi: Alberto Abruzzese, Silvana Bonfili, Andrea Carlino, Carmelo Colangelo, Andrea Cortellessa, Stefano De Matteis, Goffredo Fofi, Gabriele Frasca, Ettore Molinario e Tomaso Montanari hanno dedicato alle immagini alcune righe di riflessione, concentrandosi sui soggetti che ne sono protagonisti e sull’idea stessa della fotografa napoletana; ognuno di loro ha proposto un’analisi differente e acuta.
“Il risultato è stupefacente. Perché il riscatto delle mani, la loro promozione, la loro esaltazione, in realtà, le nasconde: e fa balzare in primo piano la persona. Tutta intera. Solo le mani, pars pro toto: ed ecco, il tutto. Tutta l’anima”. (Tomaso Montanari).
Le mani, le stesse con le quali compiamo quasi la totalità dei gesti quotidiani, quelle mani che sono protagoniste delle nostre attività, non sono quasi mai parte di un ritratto. «Attratta in primis dallo sguardo delle persone, a quelle “prescelte” ho chiesto di mostrarmi le loro mani» spiega l’autrice. Così, pagina dopo pagina, incontriamo le mani di molte persone, differenti per etnia, per professione e categoria sociale: da “Maria del Mar, commercialista”, a “Vincenzo, pescivendolo”, passando per “Sonia, attrice” e “Enzo, drammaturgo”, fino ad arrivare a “Soraya, fisioterapista”, che ha invece il viso completamente coperto.
Monica Biancardi, nata a Napoli nel 1972, si è laureata presso l’Accademia di Belle Arti con una tesi sperimentale sulla fotografia di teatro. Ha iniziato a lavorare giovanissima per importanti registi italiani e stranieri, svolgendo parallelamente l’attività d’insegnante presso gli istituti superiori e realizzando sue personali ricerche fotografiche. La mostra “Ritratti” è stata la sua prima personale e ha riscosso molto successo, tanto da essere a Barcellona, Madrid, Salamanca, alla biennale della fotografia di Brescia, alla Certosa di Padula nel 2004 e alla mostra sul Dada a Pavia curata da Achille Bonito Oliva. Le sue opere sono presenti in molte collezioni private e pubbliche di arte contemporanea.
Carlo Franza