Alla Biblioteca Nazionale Braidense di Milano il terzo atto di Insight di Erica Tamborini, dal titolo: la performance e i fotografi.
La Sala Maria Teresa della Biblioteca Nazionale Braidense di Milano, ospita il terzo appuntamento di Insight in Braidense, un progetto di arte relazionale incentrato sul tema della performance e la sua restituzione in immagine. Questo terzo evento ha per tema “La performance e i fotografi”. Un prendere posto delle immagini di forme concrete, restituisce per immagini la performance di Erica Tamborini intitolata “L’artista, il cavallo e i suoi fotografi”, tenutasi il 30 agosto 2018 nel Cortile d’onore di Palazzo Cusani, sede del Comando Militare Esercito Lombardia. Tamborini, in quella occasione, aveva invitato un gruppo selezionato di fotografi alla sua performance che, nel dare consistenza visiva allo “sguardo dell’altro”, avevano il compito di proporre una testimonianza documentale e un’interpretazione individuale e collettiva di questa performance.
Adesso alla Biblioteca Braidense è in corso la mostra dei fotografi: Francesco Bianchi, Paride Carrara, Daniele di Stefano, Marco Filippo Gabbana, Maurizio Gabbana, Helyia R. Hagh, Beat Kuert, Francesca Martire, Roberto Ricci, Roberto Rosso, Corrado Sacchi.
L’intento di questa mostra è di offrire un’inedita riflessione in merito alla percezione visiva come atto conoscitivo e al tempo stesso come inatteso e spaesante svelamento di un altro vedere attraverso l’incontro con l’arte. Arte espressa da una azione coordinata e condivisa dall’artista con un cavallo, uno stallone che ha percorso fianco a fianco a Erica il Cortile d’onore di Palazzo Cusani, condividendo con lei, grazie alla totale accettazione e fiducia dell’uno nell’altra, questa azione fino a raggiungere una perfetta sintonia. Il cui esito simbolico trasfigurava questa performance dell’artista e del cavallo in una metafora dell’arte contemporanea; arte che, oggi più che mai, ha la necessità di affermare una nuova verità. L’esposizione viene a restituire dunque una dualità performativa tesa a dare forma concreta a un’azione rivelatrice.
Un’azione che trova conferma nella restituzione d’essa attraverso gli sguardi incrociati e le interpretazioni realizzate dai fotografi.Nell’ideare questo terzo atto di Insight in Braidense, si è pensato pure di implicare una selezione di fotografie storiche che provengono dal fondo Emilio Sommariva, fotografo attivo nella prima metà del Novecento: fondo costituito da trentamila esemplari tra stampe fotografiche e negativi conservato presso la Biblioteca. Si espongono – con la collaborazione del personale specializzato della Biblioteca Nazionale Braidense – alcuni esemplari richiamanti il tema della performance al fine di evidenziare la temporalità storica della fotografia. La fotografia come documento storico va tutelata, preservata, restaurata e valorizzata alla stessa stregua d’un manoscritto o di una pubblicazione. Di pari, la testimonianza fotografica del presente storico merita una paritetica valorizzazione, anche perché costituisce un portale per orientarsi verso un nuovo mondo visivo. Una inaspettata rivelazione di una visione che consegna il tempo presente, le nostre emozioni e percezioni alle generazioni future, arricchendo l’attuale dibattito sulle nuove frontiere dell’arte.
Devo aggiungere che la Erica Tamborini è certo una giovane artista che ha pensato di inscenare una performance stile Abramovic -pur con tutte le distanze anagrafiche e artistiche- ma questo modo di progettare e vivere l’arte oggi è un po’ fuori luogo, nel senso che tale connotazione e tale situazionismo appartiene più agli anni Ottanta-Novanta del Novecento, mente l’arte così come ci siamo espressi (Dove va l’arte contemporanea oggi ?) da poco in Graphie,n. 86, Cesena 2019, evolve verso impianti e stilemi diversi, forsanche apocalittici, catturando attenzioni sociali, moduli architettonici, tradizioni globali e naturalistiche, realtà non dimissionate ma sconvolgenti.Ed è quindi il caso per tanti giovani artisti di guardarsi attorno per progettare e fare senza ripetizioni, senza esporsi a verità già conosciute.
Carlo Franza