Adriano Altamira. Sogni di carta nell’appartamento dei nani è la mostra a Palazzo Ducale di Mantova.
Dopo aver visitato la mostra di Adriano Altamira “Sogni di Carta nell’Appartamento dei Nani”, mi son detto che mostre di eccezionale levatura intellettuale e artistica se ne costruiscono ancora in Italia. L’esposizione in questione ha luogo -Palazzo Ducale di Mantova- nella Scala Santa (1615), piccolo gioiello architettonico che riproduce in dimensioni ridotte la celebre Scala Santa del Palazzo in San Giovanni in Laterano a Roma. L’ambiente, storicamente voluto dal duca Ferdinando Gonzaga e il cui progetto fu affidato all’architetto Anton Maria Viani, venne reso celebre da Giovanni Rodari quale “Appartamento dei Nani di corte”: un’espressione efficace ma inesatta, un falso storico diventato credibile per lungo tempo dalle ridotte proporzioni degli spazi. Da molti anni l’Appartamento è escluso dal circuito di visita museale, vista la natura labirintica che lo rende di difficile accesso ai visitatori che affollano il Palazzo Ducale di Mantova; eccezionalmente ora è aperto al pubblico grazie alla presenza dell’intervento artistico di Adriano Altamira, che si configura quindi come una speciale occasione per conoscere questi spazi misteriosi. La visita – per ragioni di sicurezza – avviene in piccoli gruppi di massimo 10 persone alla volta previa prenotazione.
La mostra “Sogni di Carta nell’Appartamento dei Nani”, a cura di Adriano Altamira e Renata Casarin, è scaturita da un recente sopralluogo privato dell’artista in occasione del quale sono riaffiorate memorie di una precedente visita effettuata da bambino: l’esposizione comprende una serie di piccole installazioni, prevalentemente di sculture di carta su scheletro di metallo che spiegano appunto il titolo dell’esposizione. Queste sculture, disegnate e progettate anni fa, ma mai eseguite, appartengono al periodo dei Sogni: una ricerca effettuata durante gli anni ’80, quando l’artista disegnava i sogni fatti di notte e ne realizzava qualcuno in tre dimensioni dopo averlo “riprogettato”. Di questa serie fa parte anche il lavoro con le grandi uova di terracotta, una libera variazione su un sogno realizzato nel 1983. A questo primo nucleo di lavori se ne accosta un secondo, composto da opere della serie Visti per caso, iniziata negli anni ’90. Di questa serie fanno parte le opere Ad Ala d’Angelo, l’Età del Desiderio, e Pala continua, quest’ultima sarà installata sull’altare della cappelletta che chiude il percorso della visita.
Adriano Altamira nato a Milano nel 1947, città dove vive e lavora è tra le figure più singolari del panorama artistico e culturale italiano. La sua attività artistica comincia nei primi anni Settanta, contemporaneamente a quella di critico e studioso di arte moderna e contemporanea. Nel 1972 tiene le due prime personali in Italia; l’anno successivo il suo primo one man show all’estero. Dopo gli inizi legati all’arte concettuale inizia un periodo in cui realizza oggetti visti in sogno in tre dimensioni, con varie tecniche, per tornare in seguito alla fotografia. Negli ultimi anni, una serie di esposizioni organizzate dalla Fondazione Marconi di Milano (nel 2008, 2010, 2014 e 2018) ha consentito al pubblico di ripercorrere le principali tappe della sua vicenda artistica. Autore di numerosi saggi, ha anche pubblicato alcune opere creative, come L’invenzione di Schiapparelli, Piccola Apocalisse, Conceptual Rigoletta e Istampita Ghaetta – le ultime due per le edizioni Corraini di Mantova.
Carlo Franza