Tom Parish e il suo Visual Echo. Al Chiostro di Madonna dell’Orto a Venezia la mostra postuma dell’artista americano.
Tornano in laguna i dipinti dell’artista americano Tom Parish per una mostra che ne celebra l’arte e la figura a pochi mesi dalla sua scomparsa. Dal 2 agosto al 31 ottobre la intima e solenne sede del Chiostro di Madonna dell’Orto ospita per la terza volta l’arte di Tom Parish in “Visual Echo”, esposizione che permette di ammirare gli ultimi dipinti realizzati dall’artista: opere che testimoniano il rapporto simbiotico tra lui e Venezia, fonte inesauribile di ispirazione per i suoi dipinti, tanto da dedicarvi in modo esclusivo oltre 30 anni di arte pittorica.
L’esposizione, curata da Shirley ed Erin Parish, rispettivamente moglie e figlia dell’artista e artiste loro stesse, è stata realizzata su progetto dello stesso Tom Parish, che già un anno prima della sua scomparsa aveva personalmente scelto un luogo simbolico, suggestivo e a lui molto caro come il Chiostro di Madonna dell’Orto per esporre nuovamente le sue opere in laguna. Le curatrici hanno quindi rispettato la volontà dell’artista portandone a compimento il progetto. Dopo oltre trenta personali in carriera, di cui quattro a Venezia, questa è forse la sua esposizione più toccante ed emozionale.
Con i 20 dipinti di grandi dimensioni presentati in questa occasione, di cui 9 inediti realizzati tra il 2017 e il 2018, Parish rappresenta con amore una città eterna sospesa tra sogno e realtà, in cui l’acqua è l’elemento principale nel suo dialogo continuo con l’ambiente circostante, creando vedute e scorci suggestivi. Il lento ed implacabile scorrere dell’acqua incontra e si scontra con le ombre e i riflessi creati dai maestosi palazzi veneziani, imponenti ma allo stesso tempo vulnerabili nel subirne il continuo movimento.
L’artista, utilizzando abilmente il colore anche nelle rappresentazioni notturne, ha la capacità di rapire l’attenzione dell’osservatore, cogliendo singoli particolari di attimi fugaci di vera realtà veneziana, in una lenta e attenta descrizione dell’ambiente e dei suoi inaspettati e a volte impercettibili mutamenti. In mostra anche l’ultima opera dell’artista, dal titolo “Con TV”, nel quale Parish si discosta dal suo tradizionale stile. Il dipinto è composto da due immagini apparentemente contrapposte ma in dialogo tra loro: un tramonto veneziano e un fotogramma del Papa in televisione. Un riferimento alla fede unita all’eternità data dal paesaggio veneziano, sgombro da barche o palazzi, quasi a simboleggiare uno stato d’animo di quiete e pace interiore che, forse, Parish ha voluto trasmettere alla stregua di un testamento spirituale. Come se avesse saputo di essere giunto al suo ultimo lavoro. Si tratta della quinta esposizione di Parish a Venezia, nell’ideale prosecuzione di un percorso emozionale intrapreso con le precedenti “Grandi Finestre” (2009) “Canti Silenziosi di Venezia” (2012), “Venezia” (2014) e “Il polso dell’acqua” (2017).
Tom Parish, (Hibbing-Minnesota, 1933 – Detroit 2018) esercitò la sua arte sin dalla prima infanzia ma nacque artisticamente durante il periodo eroico dell’arte americana degli anni ’50 e ’60. Dopo aver perfezionato i suoi studi al College William & Mary di Williamsburg e alla Pennsylvania Academy of Fine Art di Philadelphia, conseguì il Master of Fine Art alla University of North Dakota. Fu tra i fondatori del Cass Corridor Group, giovane avanguardia della sua città natale e influenzò diverse generazioni di artisti della Wayne State University, della quale fu Professore Emerito dopo esservi stato Docente di Pittura per trenta anni dal 1967. Testimone e attore delle diverse novità linguistiche che caratterizzarono il Novecento, in particolare del Surrealismo, Tom Parish dipinse esclusivamente la città di Venezia per oltre trent’anni.
Carlo Franza