Don Luigi Ciotti il prete di strada che si crede ministro non di Dio ma dello Stato. Schierato contro il dl sicurezza e contro Salvini, perchè insignito del premio Don Tonino Bello.
Si salvi chi può dai preti di strada, preti guerriglieri che hanno interpretato e interpretano il Vangelo di Cristo come fosse il Corano. Quel battaglione italiano di preti di strada (ne cito alcuni, Don Andrea Gallo, il fu Don Tonino Bello, Padre Alex Zanotelli, Don Luigi Ciotti, Don Gino Rigoldi, Mons. Giancarlo Bregantini, ecc. ecc.) hanno preso a modello Padre Camilo Torres Restrepo ( Bogotà 1929- Dipartimento di Santander 1966) che è stato un presbitero, guerrigliero e rivoluzionario colombiano, precursore della Teologia della Liberazione, cofondatore della prima Facoltà di Sociologia e membro dell’ Esercito di liberazione nazionale colombiano. Durante la sua vita promosse il dialogo tra il marxismo rivoluzionario e il cattolicesimo. Alla base di questa corrente ideologica che è la teologia della liberazione vanno comunque individuati due errori maggiori, che Loredo sottolinea con forza: l’uno di carattere teologico e l’altro di ordine socio-economico. Il primo era stato focalizzato da Papa Ratzinger quando aveva evidenziato come nella teologia della liberazione la centralità non sia più per Dio e nemmeno per la persona umana: al cuore ci sono i movimenti, le battaglie politiche (anche armate), le rivendicazioni economiche. Tesi queste che sono state appannaggio di pochi preti confusionari provenienti da Brasile o Colombia, ed oggi sono invece professate dalle più alte gerarchie cattoliche(Cardinale Parolin, il Cardinale Becciu, il Cardinale Bassetti, il Cardinale Montenegro, Mons. Galantino, ecc.) e da Papa Bergoglio. Questo vuol dire che la situazione è davvero seria e le conseguenze potrebbero essere devastanti. Ed è stato con l’arrivo di Bergoglio sul trono di Pietro che la Chiesa ha iniziato a deragliare declinandosi sulla via delle Chiese latinoamericane. Ecco le principali formazioni guerrigliere dell’America Latina. COLOMBIA. I due gruppi ancora in attività sono le Farc (Forze armate rivoluzionarie colombiane) e l’Eln (Esercito di liberazione nazionale). Le Farc, guidate da Manuel Marulanda Velez, ‘ Tirofijo’, forti di circa seimila uomini, hanno incassato nel ‘ 91 duecento miliardi di lire con le estorsioni ai latifondisti, il denaro ricavato dalla connivenza con i narcos e i proventi di 370 sequestri di persona. L’ Eln, che ha per leader l’ ex prete spagnolo Manuel Pérez e circa duemila aderenti, ha avuto entrate per 100 miliardi con i sequestri e con le tangenti estorte sugli appalti per la riparazione degli oleodotti danneggiati negli attentati. CILE. Il movimento ‘ Lautaro’, dietro generici proclami contro il “governo reazionario”, sembra in realtà essere infiltrato da agenti dei servizi segreti. Si limita ad azioni sporadiche. GUATEMALA. Alcuni anni fa, al termine di una difficile trattativa a Madrid, sembrava che la strada della pacificazione nazionale fosse stata imboccata, ma l’ Urng (Unione rivoluzionaria nazionale guatemalteca) guidata da Rodrigo Asturias ha bloccato il negoziato per la mancanza di assicurazioni sul rispetto dei diritti umani. Ha scritto Tornielli su La Stampa del 7 settembre 2017: “Erano giovani di classe media ma capaci, come nessun altro, di parlare ai campesinos. Erano innamorati della Cuba castrista, eppure allergici al dogmatismo sovietico. Erano anche preti, frati e suore, arruolatisi a centinaia. L’Eln, l’Esercito di Liberazione Nazionale, fin dal 1964 è qualcosa di unico in Sudamerica. Non a caso è l’ultima guerriglia a resistere. E non a caso è così difficile negoziare coi suoi comandanti, come sta facendo da mesi lo Stato colombiano a Quito, in Ecuador… La storia dell’Eln e quella della Chiesa si incrociano così tanto che qualcuno l’ha definito un “convento armado”. La teologia della liberazione qui ha raccolto come da nessun’altra parte”.
Senza allontanarci troppo dal nostro discorso di base, tutti sparano a zero contro Salvini, il PD con i suoi Zingaretti & Company, la sinistra estrema, il M5stelle, il Vaticano, Papa Bergoglio e la chiesa con i suoi vescovi allergici al Vangelo, e in primis i preti guerriglieri, che utilizzano il pulpito come fosse un palco da elezioni. Tutti questi si sono spaventati al massimo per la politica della Lega e di Salvini, visto che la gente ha finalmente aperto occhi e orecchi, e sa da che parte andare senza lasciarsi abbindolare dalla scuola di “umanitudine” sventagliata da Papa Bergoglio. D’altronde i sondaggi di questi giorni davano la Lega di Salvini al 38%. C’è di più, perchè i sondaggi volano e portano la Lega in alto; ecco perchè sparano a zero i preti guerriglieri come Don Luigi Ciotti; perché ora spunta anche un ultimo sondaggio, proprio nei giorni in cui il vicepremier è a Milano Marittima, per qualche giorno di vacanza. Cosa dice l’ultimo sondaggio? Dà Salvini al 55 per cento. Esatto, il 55 per cento. La domanda, però, non è: votereste la Lega? Bensì: “Vorreste Matteo Salvini come vicino d’ombrellone?“. Più della metà del campione ha risposto affermativamente. Significativo plebiscito. Il curioso sondaggio è di Spot and Web, che raccoglie anche alcune delle motivazioni espresse da chi ha votato sì: “Mi sembra una persona alla mano“; “Gli parlerei di sicurezza e immigrati“; “Vorrei chiedergli perché ha cambiato idea sul Sud”. Per inciso nel sondaggio – di cui dà conto anche il nostro Il Giornale – al secondo posto si piazza Giuseppe Conte con il 46%, al terzo si piazza Luigi Di Maio con il 32 per cento. Per Salvini resta quel 55%, che in una certa misura spiega anche il consenso politico di cui godono oggi lui e la Lega. L’Associazione Libera e Don Ciotti hanno coniato il motto “La disumanità non diventi legge”. Questo prete guerrigliero che ha nome Don Luigi Ciotti, invece di andare in Africa ad evangelizzare i militanti dell’Isis, sta conducendo un battaglia contro il dl Sicurezza bis, che rappresenta proprio in queste ore, l’ultimo provvedimento all’ordine del giorno del governo gialloverde prima della pausa agostana. Se la politica si interroga, il “prete di strada” non palesa incertezze e strombazza come non mai.
Il vertice di Libera, argomenta così la politica salviniana, asserendo a suo dire che tutto ciò che è nel Dl Sicurezza è “Aberrazione giuridica”. Matteo Salvini non viene nominato, ma in relazione ai compiti cui è deputato il dicastero del Viminale e degli Interni, Don Luigi Ciotti, attraverso un video pubblicato su YouTube da L’ufficio stampa di Acmos e Libera Piemonte, avanza una tesi: il ministro dell’Interno si trova già nella condizione di poter incidere sulla gestione dei fenomeni migratori in maniera “enorme”, spropositata. Quello che il dl sicurezza prescrive, secondo il prete guerrigliero don Luigi Ciotti costituisce una “estensione” che è una vera e propria “invasione di campo”. Non si accorge il prete soldato che è proprio lui ad aver invaso il campo della politica invece che quello del Vangelo.
Il prete guerrigliero attivista ventila un’opinione altamente politicizzata, e si dimena come un cane rabbioso osservando che ciò che sarà approvabile domani è un “ennesimo segno di un’ambizione sfrenata, indifferente alla divisione dei poteri su cui si fonda la democrazia”. Sproloqui, certo, di chi pensa come il nostro prete di strada di officiare in senso comunista, e infine ancora prediche su prediche sull’accoglienza dei migranti. E come un novello Messia, visto che da qualche mese un generale milanese lo ha insignito del Premio Don Tonino Bello, Don Ciotti mette tutti in allerta avvertendo sui rischi comportati dall’avvento del populismo: “Questo decreto sicurezza non è segno di governo ma di gestione cinica del potere, tramite mezzi di cui la storia del Novecento ci ha fatto conoscere gli esiti tragici: la propaganda ossessiva, la sistematica manipolazione della realtà, la rappresentazione della vittima e del debole come nemico invasore, capro espiatorio”. Solita predica, soliti schiamazzi, solita liturgia che hanno fatto allontanare tanti cristiani dalle chiese ormai deserte. Questa battaglia di Don Luigi Ciotti e con lui tutto il codazzo di preti, vescovi e cardinali che ossequiano Papa Bergoglio e le sue direttive ormai troppo lontane da Cristo, sono il segno che la Chiesa di Roma ha perso troppi colpi e troppo potere. La causa è da trovarsi proprio nel comportamento di questi preti guerriglieri alla Don Luigi Ciotti che pensano di latinoamericanizzare l’Italia e l’Europa. Ma l’Italia della Lega, di Salvini e dei liberali non ci sta.
Carlo Franza